Ha lasciato la Sardegna per lavoro, come tanti altri giovani sardi. Poi ha scelto di abbandonare un posto sicuro, e ben retribuito, a Londra per affrontare una sfida e realizzare il suo sogno: diventare una “travel blogger”. Oggi, a 37 anni, Clelia Mattana di Assemini, fa ciò che ama davvero: viaggiare e scrivere. Ne ha fatto un lavoro, iniziando dalle Filippine. Il suo ufficio è itinerante. In due anni il suo sito web è cresciuto, diventando un punto di riferimento per molti viaggiatori.

In cosa consiste esattamente il suo lavoro?

“Gestisco un sito dove racconto le mie avventure di viaggio in giro per il mondo. Ci sono consigli utili ai viaggiatori, guide sulle destinazioni visitate e recensioni su attività e alloggi di vario tipo, dai dormitori agli hotels/resorts di lusso”.

Qualcuno potrebbe obiettare: scrive un articoletto sulle sue vacanze e lo mette in rete?

“Non è così. Di travel blogger ce sono a milioni, ma solo una piccola percentuale diventa professionale. Il lavoro è molto duro. Ho dovuto imparare tutto: da come gestire un sito web, allo studio dell’online marketing, del copywriting, fare ricerca immagini, editing di immagini per il sito, e creazione video. Studio marketing e interagisco su blogs tematici. Ho rapporti commerciali con compagnie e aziende turistiche. Poi spero di raggiungere il mio vero scopo: incito le persone al viaggio e all’avventura”.

Perché ha lasciato la Sardegna e l’Italia?

“Amo visceralmente la Sardegna ma sono sempre stata curiosa. Ho deciso di iniziare l’avventura all’estero, a Londra. Sono diventata coordinatrice di produzione, con un ottimo stipendio, in un’azienda. Vista la crisi in Italia ho deciso che sarebbe stato folle tornare. Poi combinando la mia passione per il marketing e la comunicazione, è nato il mio sito KeepCalmAndTravel.com che si è poi trasformato nel lavoro dei miei sogni”.

Come è arrivata nelle Filippine?

“Un giorno mi è stato assegnato un fornitore che aveva delle filiali nelle Filippine ed è nato il sogno di visitarle. Alla fine sono partita ed è stato il passo decisivo per il mio nuovo lavoro. Qui i bloggers stranieri sono pochi, siamo visti un po’ come delle celebrità. È un peccato che la Sardegna non consideri ancora i Travel bloggers come strumento per promuovere il turismo”.

Quali sono state le difficoltà incontrate?

“Tante. Sia a livello pratico che emotivo. Si lavora per mesi, alcune volte anni, gratis e senza alcuna garanzia di successo. Scoraggiarsi è facile. C’è anche chi ha cercato di scoraggiarmi e poi ci sono le difficoltà tecniche. Ammetto di essere arrivata più volte sul punto di rottura. Ora finalmente sto vedendo i frutti di tanti sacrifici”.

Quali le soddisfazioni più grandi?

“Non aver mai mollato. Poi ci sono stati anche i cosiddetti “momenti di gloria”: la collaborazione con Cosmopolitan, la citazione e il link di un mio articolo su TripAdvisor, il traguardo delle 500mila visite al sito”.

Tornerebbe nella sua terra?

“Ironia della sorte, è proprio grazie ad un articolo sulla mia amata Sardegna che sto ottenendo il 90% dei profitti del mio blog: a volte non ci accorgiamo delle cose che abbiamo, finché non ce ne allontaniamo. Ho deciso così di aprire una sezione a parte sul mio sito. Tornerò? Se per viverci in pianta stabile, la mia risposta sarebbe probabilmente un no secco. Ma il bello del mio lavoro è che posso scegliere di fermarmi quanto voglio in qualsiasi destinazione, per cui di tanto in tanto rientro a casa per qualche tempo e mi godo le bellezze della mia isola”.

Imprenditoria online: la Sardegna è in ritardo?

“Tasto dolente, ma non è solo la Sardegna ad essere in ritardo, ma l’Italia in generale. Comparata a paesi come il Regno Unito e la Scandinavia, noi siamo indietro anni luce. Un esempio: la tassazione per le imprese, anche online, in Italia è talmente alta che oggettivamente il gioco molte volte non vale la candela. Il mondo online è un pozzo pieno di opportunità eppure capire un progetto imprenditoriale che nasce è ancora un concetto difficile da digerire.

Cosa consiglierebbe a un giovane sardo?

“Gli direi di imparare bene l’inglese. Gli direi di viaggiare il più possibile prima di intraprendere un percorso lavorativo o iniziare l’Università. E poi un’idea: abbiamo migliaia di siti internazionali che investono capitali enormi in pubblicità per vacanze in Sardegna. Mi stupisce che molti sardi, con un tesoro come la nostra terra tra le mani, non abbiamo mai pensato di pubblicizzarlo. Difficile trovare un sito con un tocco personale con consigli utili fatto da un sardo”.
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