Ci sono ancora tante domande senza risposta dietro il tragico incidente in cui Francesco Orrù (24 anni) e Michele Annis (21 anni) entrambi di Quartu hanno perso la vita all'alba di venerdì. L'inchiesta aperta dal Pm, Andrea Massidda per duplice omicidio a carico di ignoti sta cercando di capire chi guidava il Doblò con a bordo i quattro ragazzi che si è scontrato con la Clio guidata da Mauro Durzu (48 anni). Il dubbio è figlio delle dichiarazioni a caldo di Riccardo Murgia, 19enne di Selargius che aveva preso in prestito la macchina del padre e che a poche ora dalla tragedia ha dichiarato che "Francesco si è proposto di guidare al mio posto perché io non stavo bene".

Dubbi che potranno essere chiariti a seguito dai rilievi della polizia Scientifica alla quale il magistrato inquirente ha dato mandato per eseguire i rilievi sui rottami del Doblò per rilevare tracce di sangue e di altre sostanze biologiche. Domani, intanto si faranno le autopsie sul corpo di Annis e Orrù.

Mentre sono ancora in corso gli accertamenti, Quartu piange le due giovani vite spezzate nell'incidente che si è verificato intorno alle 6 e 30 dell'alba di ieri in viale Marconi. Il Doblò si era appena immesso sulla strada di collegamento tra Cagliari e Quartu dalla due corsie che costeggiano il canale di Terramaini, dietro la vecchia sede di Videolina e della Toseroni. Lo scontro con l'utilitaria è stato violentissimo. La macchina, su cui viaggiavano i quattro giovani, si è ribaltata più volte, schiantandosi sulla destra della carreggiata.

LE CONDIZIONI DEI FERITI - Sono ancora ricoverati in ospedale ma non corrono pericolo di vita gli altri due giovani che viaggiavano a bordo del furgone: Mirko Farris, 26 anni, di Quartu e Riccardo Murgia, 19, di Selargius. Migliorano le condizioni di Mauro Durzu, 48 anni l'agente di polizia municipale in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Cagliari. Anche se la prognosi resta riservata, Durzu sembra essere fuori pericolo.

I dettagli dell'inchiesta nell'articolo completo di Massimo Ledda su L'Unione Sarda in edicola.
© Riproduzione riservata