Maxi operazione dei carabinieri in varie parti dell'Isola: dalle prime ore del giorno, 120 militari delle compagnie di Carbonia, Cagliari, Nuoro, Lanusei, Sassari, Bonorva, Macomer, Iglesias, Quartu e San Vito, in collaborazione con due unità cinofile, lo Squadrone eliportato cacciatori Sardegna e un velivolo dell'11esimo Nucleo Elicotteri di Elmas, hanno eseguito 15 fermi di indiziato di delitto, nei confronti di altrettante persone sarde, pregiudicate e ritenute responsabili di "associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti".

I carabinieri
I carabinieri
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I provvedimenti sono stati emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari e riguardano vari centri della Sardegna.

I FERMATI - Sono 23 le persone sotto indagine con l'accusa di aver effettuato investimenti milionari per l'acquisto di decine di chili di cocaina ed eroina.

I 15 fermati: Italo Arzu (classe 1966), Luca Arzu (classe 1974), Roberto (classe 1967) e Sandro Arzu, 1969, (tutti fratelli di Arzana), Pietro Fadda di Alghero (classe 1986), Bruno Fanni di Tortolì ('58) e Andrea Ferreli di Arzana (classe 1977), Alessandro Ghisu di Ghilarza, classe 1988, Salvatore Muntone di Nuoro (classe 1984), Sebastiano Nuvoli di Sindia ('85) e Graziano Obinu di Nuoro ('85), Vincenzo Piras di Arzana, classe 1977, Giovanni Piu di Sassari (classe 1984), Alessandro Tedde di Sassari ('86) e Luca Zedde di Sorgono (del 1990).

La conferenza stampa
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LE INDAGINI - L'operazione, guidata dalla Compagnia di Carbonia, con il supporto della Direzione Centrale Servizi Antidroga di Roma, è scattata nel settembre del 2017.

Denominata "Ichnos", ha permesso di contrastare un traffico di sostanze stupefacenti che dal resto d'Italia giungeva nell'Isola attraverso i due principali porti di Olbia e Cagliari. Era la banda sarda che "canalizzava" il rifornimento di cocaina ed eroina in Sardegna, spartendosi da nord a sud le principali province per il commercio illecito.

LA STRUTTURA DELLA BANDA - I "boss" del sodalizio criminale erano Sandro Arzu, allevatore noto alle cronache giudiziarie per aver già scontato 26 anni di carcere per l'omicidio del presunto assassino di suo padre, e Alessandro Ghisu, 30 anni, anche lui noto alle forze dell'ordine e arrestato nel 2008 per rapina a mano armata.

I due avevano suddiviso l'area Nord (provincia di Sassari e parte di quella di Nuoro) e l'area Sud-Est (Ogliastra, Sarrabus e Cagliari).

In particolare Arzu, sfruttando il rapporto di fiducia "familiare" con i suoi tre fratelli (finiti nei guai come lui) e del cugino (Andrea Ferreli), utilizzava luoghi sicuri per lo stoccaggio dei panetti di droga (ovili e aree rurali), in attesa della vendita. Leonardo Saba era una delle persone che si occupava del trasporto della droga e del denaro.

Ghisu, che si occupava della parte settentrionale dell'Isola, aveva messo insieme un gruppo criminale simile a quello di Arzu, "vantando anche lui una efficace catena di distribuzione nelle province di Sassari, e Nuoro".

LA DROGA - Le indagini hanno permesso di stimare che - dal mese di settembre a oggi - gli indagati hanno acquistato 85 chili di cocaina ed eroina con un investimento in denaro, per il pagamento della droga ai fornitori continentali, pari a 3 milioni e 200mila euro.

Lo stupefacente immesso nel mercato presentava - in alcuni casi - una purezza della cocaina pari al 93% del principio attivo. Nel corso delle indagini infatti, è emersa la figura di un "chimico", che forniva al gruppo la proprio collaborazione nell'analisi dello stupefacente.

La cocaina acquistata era sempre contrassegnata da un marchio per il riconoscimento da parte del destinatario ("Rolex" e "Tx").

GLI ALTRI ARRESTI - L'operazione aveva già portato all'arresto di cinque persone in flagranza di reato (due residenti a Viterbo, due nella provincia di Cagliari e uno originario di Varese), al sequestro di 16 chili di cocaina, di 22mila euro in contanti e di due automobili.

L'inchiesta attuale - seguita dai pm Rita Cariello e Alessandro Pili - è nata grazie a intercettazioni e appostamenti.

(Unioneonline/s.a.)

L'INTERVISTA AL CAPITANO DILIO:

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