Dalla fine del 2016 l'Alcoa comincerà a smantellare lo stabilimento di Portovesme. Una decisione che la multinazionale ha comunicato con una nota," dopo aver constatato l'impossibilità di trovare un acquirente per lo smelter". Quindi una dismissione graduale, "per riqualificare il sito per nuove opportunità di business". Una decisione che lascia perplessi i sindacati:"Non permetteremo che un solo pezzo esca dalla fabbrica - dice Rino Barca, segretario FSm Cisl- stiamo ancora aspettando la risposta della Glencore. E se anche gli svizzeri dicessero no,ci sarebbero altre società interessate".

Il Ministero dello Sviluppo Economico precisa che il

Ministro Carlo Calenda "ha convocato già nelle scorse settimane un

incontro con i vertici della Società americana".

L'incontro, "che servirà a fare il punto della situazione, è previsto nella prima settimana di settembre" annuncia il Mise.

"Risulta pertanto inatteso ed è considerato quantomeno inopportuno

l'annuncio diramato dall'Azienda relativo ad un piano di attività per

il sito di Portovesme, la cui realizzazione sarà dunque oggetto

dell'incontro in questione" sottolinea anche il ministero dello Sviluppo

Economico.

DUECENTO PERSONE SENZA ASSEGNO DA FINE ANNO - L'ultima cella della sala elettrolisi dell'Alcoa venne spenta a novembre 2012.

Fino ad allora lo stabilimento produceva 150 mila tonnellate all'anno di alluminio. Circa 800 operai smettono di lavorare:all'inizio cassa integrazione e mobilità garantiscono un piccolo sostegno, via via perdono anche gli ammortizzatori sociali.

Alla fine di quest'anno circa 200 operai, sotto i 40 anni, perderanno l'assegno di mobilità. Sin dalle prime battute, la speranza si chiamava Glencore, proprietaria anche della Portovesme srl.

Le trattative vanno avanti tra alti e bassi. Negli ultimi tempi sembrava esserci la svolta: il Governo ha messo a disposizione le tariffe elettriche competitive ed ha dato una settimana alla Glencore per decidere. Di settimane ne sono passate tre ma il silenzio continua e intanto l'Alcoa annuncia, per fine anno, la dismissione della fabbrica.

LA CISL: "INTERVENGA IL MINISTRO" - "Il comunicato di Alcoa a firma di Rob Bear, vice Presidente delle attività di Transformation, è sintomatico della gravità della situazione". Lo scrive in una nota Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl. "In realtà - prosegue il sindacalista - non è assolutamente vero che Alcoa in questi quattro anni dalla chiusura dello smelter, abbia collaborato con il Governo alla ricerca di un nuovo acquirente. Alcoa ha impedito sia la visita dello stabilimento, che la due diligence a qualsiasi nuovo investitore". Secondo Bentivogli, "è bene che il ministro Calenda e il premier Renzi prendano rapidamente in mano la situazione giunta ormai oltre il limite della disperazione". La richiesta avanzata da Fim Cisl è "che venga convocata immediatamente Alcoa e si chieda di rettificare la propria posizione, la situazione è già gravissima e in autunno si rischia la disperazione totale con la fine della copertura degli ammortizzatori sociali". Nella nota, il sindacato segnala che il prossimo incontro è previsto il 5 settembre al ministero dello Sviluppo economico.
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