"Cara Unione Sarda,

sono una libera professionista, in particolare istruttrice sportiva. Titolare di uno studio di pilates, fitness e personal trainer e, come si suole dire, una persona che si è costruita da sola.

Sono riuscita a superare il lockdown e per far fronte all’emergenza rispettando le norme anti-covid imposte al nostro settore: ho dovuto affrontare investimenti, cambiare le mie abitudini e quelle dei miei allievi all'interno dell’attività. Rispetto e faccio rispettare severamente tutti i protocolli di sicurezza da giugno, quando ho potuto riaprire.

Morale della favola? L’ennesima conferenza di Conte che minaccia la chiusura di tutte le palestre d’Italia se qualcuna di esse continuerà a non rispettare i protocolli anti-covid. È come dire: nessuno uccida, perché altrimenti vi condanno tutti a prescindere.

Mi sto chiedendo: ma il nostro caro principio di eguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione che fine ha fatto? Il principio, in base al quale situazioni uguali devono essere trattate in modo uguale e situazioni diverse in modo diverso, vige ancora? Il concetto di responsabilità, secondo il quale ognuno paga per i comportamenti illeciti posti in essere, vige ancora o siamo tutti sanzionabili a prescindere, perché qualcuno non rispetta la normativa? Il principio di legalità e soprattutto della certezza del diritto in Italia sono ancora fondanti il nostro sistema giuridico o dobbiamo considerare anche questi superati?

La classe politica dominante non si rende conto che il popolo è sfiduciato, il popolo non sogna più, il popolo sta morendo non solo di fame, ma soprattutto di speranza".

Irene Carboni

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