"Cara Unione,

in questi giorni si stanno svolgendo i test di ingresso universitari, molte future matricole hanno scelto di frequentare un corso ad accesso libero, dove il test d'ingresso ha solo funzione valutativa, e dove gli studenti potranno intraprendere una scalata verso il lavoro dei loro sogni.

Tuttavia altre future matricole sono costrette a tentare un test per un corso a numero programmato e/o a livello nazionale. Questi ragazzi/e osservano la loro carriera futura in mano a pochi minuti di prova, anche davanti a uno schermo; la speranza è quella di rispondere al test nel miglior modo possibile, ma non bisogna trascurare che ansia e pressione psicologica possono provocare un cattivo risultato, in una situazione delicata che determinerà la loro vita futura.

Questi test a crocette, detti "oggettivi", ancora svolti nelle nostre università, determinano chi avrà accesso al corso; ci si basa su un punteggio totale formato da punti ottenuti con risposte corrette ma anche da punti sottrati per non aver risposto correttamente al quesito.

Questo sistema è ingiusto per molti studenti e soprattutto per gli appassionati per la disciplina e dovrebbe cambiare. Il test è più funzionale all'università che deve correggere, affidandosi a una presunta oggettività e alla velocità del correttore elettronico, che a chi svolge la prova. La capacità di svolgere un test a crocette non dovrebbe essere paragonata alla volontà e interesse per un/a giovane nell'intraprendere il corso di studio da lui/lei tanto desiderato.

Il Diritto allo Studio 'promesso' dalla Costituzione della Repubblica italiana viene calpestato nel momento in cui a un/a giovane intraprendente appassionato/a per un determinato mestiere gli/le verrà negato l'accesso al corso di studio tanto anelato.

Art. 3. 'Tutti i cittadini hanno pari dignità'; Art. 33. 'L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento'; Art. 34. 'La scuola è aperta a tutti'.

Questi sono alcuni frammenti degli articoli della Costituzione, in cui viene garantito il diritto allo studio ad ogni singolo cittadino. Ma ancora l'accesso a numero limitato va contro questi articoli.

Sarebbe auspicabile trovare una soluzione concreta per riuscire ad accontentare tutti, magari come in Germania, o altri stati europei dove l'accesso all'università avviene anche tramite colloquio e dimostrazione di un portfolio di lavori.

Cordiali saluti".

Lettera firmata*

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