"Cara Unione,

sono una lavoratrice della Costa Smeralda, che ha purtroppo contratto il Covid.

Il 22 agosto ho avuto il primo sintomo e mi sono subito messa in auto isolamento. Il 23 agosto mi scompaiono gusto e olfatto, quindi il dubbio di aver contratto il Covid diventa sempre più reale, raggiungo il mio domicilio, nella città metropolitana di Cagliari, per avere assistenza dai miei genitori e mi isolo in camera da letto.

Dopo aver contattato la mia dottoressa di famiglia il 25 agosto mi viene fatto il tampone (sul pianerottolo di casa) ottengo l'esito solo il 29 agosto (in questi 4 giorni non ricevo alcuna telefonata). Mi viene quindi detto di stare tranquilla, che tutti i giorni verrò chiamata per sapere il mio stato di salute, questo non avviene. Mi sento completamente abbandonata, ringrazio solo di avere una fantastica famiglia alle spalle.

Bene, dopo 14 giorni ancora nulla, nessuno si era preoccupato di me. Nel frattempo comunque inizio a star meglio e cerco di contattare l'igiene pubblica, dopo svariati tentativi riesco a mettermi in contatto con loro e ottengo (insistendo molto) la possibilità di effettuare il primo tampone di guarigione.

L'8 settembre mi viene effettuato il tampone e una visita medica, le stesse dottoresse erano allibite dal fatto che il tampone mi fosse stato effettuato sulle scale di casa e che nessuno mi avesse mai contattata. Ad oggi non ho avuto l’esito che mi avevano rassicurato sarebbe arrivato in 3/4 giorni. Chiamo l'igiene pubblica in continuazione e nessuno risponde, mai!

Ormai sono passati 23 giorni, io mi sento molto in salute e ho anche riacquistato gusto e olfatto, ma non posso tornare alla mia vita, non posso andare a lavorare, non ho un contatto fisico. Mi stanno rubando i giorni della mia vita, provocandomi anche problemi psicologici.

Mi chiedo quanto ancora dovrò attendere, e se sia normale gestire in questo modo un'emergenza sanitaria della portata di quella che stiamo vivendo.

Grazie dell'attenzione"

Lettera firmata*

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