"Cara Unione,

qualche giorno fa ho deciso di andare a passare una giornata in spiaggia a Castiadas, per la precisione nella spiaggia di Cala Sinzias. Essendo i posti a pagamento pieni, ho parcheggiato lungo la strada senza che la mia macchina creasse disturbo. Al momento di andare via, sul lunotto posteriore ho trovato una multa e come me l'hanno trovata centinaia di persone, proprio per questo ho deciso da buon cittadino di pagarla nell'immediato ma non ne ho avuto la possibilità, essendo domenica, come non l'ho avuta di parcheggiare la macchina dove fosse legale.

Ho allora contattato la polizia municipale per via telefonica e sono stato trattato come nessuno vorrebbe. Allora mi sono sorte alla mente alcune domande. Noi che ci lamentiamo del turismo nella nostra 'amata' Isola siamo in realtà capaci di portarlo avanti questo turismo? La Sardegna è un posto che ha luoghi meravigliosi, da fare invidia a tanti, ma purtroppo a volte il turista viene allontanato, che questo sia sardo o nei nostri modi di dire 'continentale'.

Durante questa vicenda ho avuto modo di fare due chiacchiere con una persona che veniva dalla Lombardia, la quale ha affermato che non metterà più piede a Castiadas, e io farò lo stesso. Non sono 29.90 euro a farmi prendere questa decisione ma la maleducazione di qualcuno che non ha saputo fare il suo lavoro con gentilezza e il fatto che non ci sia un'alternativa a quella di poter parcheggiare la macchina senza prendere una multa.

La sanzione l'ho pagata, ma purtroppo a Cala Sinzias non ci metterò più piede nonostante la sua bellezza".

Un ragazzo che si vorrebbe godere la sua bella Isola

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La risposta del sindaco di Castiadas

"Ho letto con interesse la lettera del ragazzo da Cala Sinzias. Anche a me, l'accaduto ha suscitato parecchi interrogativi. In primo luogo mi sono chiesto se mai il fatto di non aver trovato parcheggio negli appositi spazi, ovunque ci si trovi, possa autorizzare chiunque a parcheggiare ovunque. Così come mi sono anche chiesto se lo stupore nel vedersi irrogare una sanzione più che legittima (per aver parcheggiato in luogo di divieto) possa mai essere considerata una giustificazione per accusare un paese, una regione o qualsiasi altro ente di scarsa capacità di accoglienza turistica, piuttosto che di correttezza nella gestione del flusso automobilistico. Devo dire che la denuncia riportata dal quotidiano regionale è davvero stupefacente nei contenuti e, proprio per questo, difficilmente condivisibile nel merito, ferme le doglianze rispetto alla scarsa gentilezza di chi ha risposto alla telefonata effettuata dal caro lettore.

Personalmente non ho mai pensato che parcheggiando l’auto in luogo vietato avrei avuto qualche esimente dall’irrogazione di una sanzione ed anzi, allorquando si tratta di divieto di sosta, forse ci si dovrebbe ritenere fortunati ad aver ritrovato l’auto con la sola multa di importo contenuto, piuttosto che non ritrovarla perché rimossa forzatamente. Quindi a tanto stupore non posso che rispondere con altrettanto stupore allorquando chi, trovandosi dalla parte del torto, si erge a garante del turismo isolano. Ma devo anche fare qualche precisazione in merito alla scarsa capacità di accoglienza di cui il nostro comune è stato, senza troppi veli, accusato.

Forse il nostro lettore non ricorda che da ormai qualche mese il nostro paese, come il resto del mondo, sta vivendo una pandemia e che, anche in spiaggia, sono vietati gli assembramenti ed è imposto il rispetto delle distanze di sicurezza.

Ora, come amministrazione abbiamo scelto di non effettuare la selezione all’ingresso delle spiagge per contenere il numero dei bagnati, informandoli del comportamento da tenere e confidando sul buon senso delle persone (forse sbagliando) e sull’auto responsabilità delle stesse, pensando che il numero contenuto dei posti auto nei parcheggi disponibili avrebbe potuto avere la funzione di limitare il numero dei bagnanti sulle spiagge, onde consentire il rispetto delle misure predette.

Ebbene leggendo l’articolo evidentemente tale intenzione non è stata compresa e, forse, al lettore a cui sta tanto a cuore l’immagine della nostra isola non sta altrettanto a cuore la salute pubblica ed il rispetto delle misure adottate dal governo. Forse sarebbe stato preferibile prevedere il numero chiuso di accesso alle spiagge?

Noi abbiamo scelto di adottate una linea più elastica, ma non per questo meno rigorosa. Spiace dover constatare che neanche tale sforzo sia stato compreso dal 'turista giornaliero di turno'. Allora, concludendo, mi scuso a nome di tutta l’amministrazione per la telefonata poco garbata e non consona ad un comune accogliente quale ritengo essere il nostro, ma per il resto ringrazio la polizia municipale per aver fatto il suo dovere e spero vivamente che il limite di capienza dei parcheggi previsto per quest’anno sia concepito e compreso come mezzo di prevenzione e contenimento dell’emergenza in atto; diversamente saremo costretti, nostro malgrado, a fare gli sceriffi in spiaggia.

Per chi, invece, avesse erroneamente inteso che è 'consentito' il parcheggio anche nelle aree di divieto, da potersi infrangere senza troppe conseguenze, mi spiace informare che le conseguenze in caso di infrazione saranno ben più gravi di quelle lamentate dal lettore in commento, il tutto in linea con quanto previsto dal codice della strada".

Eugenio Murgioni, sindaco di Castiadas

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