"Cara Unione,

vi scrivo perché con il vostro quotidiano riusciate a smuovere gli animi di chi ancora ferma e ostacola le visite ai parenti in ospedale, lungodegenza ed RSA.

È ormai dal mese di maggio che non vedo mio padre, ricoverato ad Alghero in medicina, trasferito alla lungodegenza di Thiesi e adesso a giorni in trasferimento verso una RSA di Sassari, tutto questo senza poterlo vedere e stargli accanto.

È un malato oncologico e prego Dio di tardare la sua partenza verso lui almeno finché non avrò la possibilità di vederlo, di tenergli la mano e fargli sentire l'amore.

Hanno riaperto tutto, tutti gli ospedali anche laddove il Covid ha fatto più danni. E noi in Sardegna? Nulla. Il buio e il disinteresse più totale.

Una chiamata al giorno e ci si deve accontentare, senza vedere cosa accade realmente all'interno della struttura, ancor più se hai un padre come il mio con un decadimento cognitivo e non sai se ciò che racconta è realtà o come spero pura fantasia, non puoi verificare perché non ti è concesso fargli visita.

Il diritto dell'ammalato chi lo tutela?

Basta, bisogna fare qualcosa, bisogna riaprire gli ospedali!!Mio padre ha 85 anni e questa situazione non la capisce, si sente abbandonato... Quando invece è solo la sanità ad aver abbandonato e reso impotenti noi familiari.

Grazie per l'attenzione.

Cordiali saluti".

Una figlia stanca di tanto disinteresse

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