"Cara Unione,

sono da sempre un vostro lettore e volevo porre sotto la vostra attenzione e l'attenzione di tutti quanto sia scomodo e poco "turistico" il passaporto sanitario.

Sono un "turista" se così mi si vuole definire, un turista che ogni estate torna in Sardegna non per il mare bensì per passare i tempo tra amici e familiari per giunta in montagna.

Come una vostra lettrice residente in Svizzera ha già sottolineato lì i tamponi per andare in vacanza non vengono eseguiti, qui nel Regno Unito e precisamente a Londra, città in cui risiedo, i tamponi a pagamento vengono eseguiti ma è necessario aspettare del tempo, tempo di attesa che si dilunga ben oltre i 3 /4 giorni concessi dalla regione Sardegna per valutare il risultato del tampone eseguito ancora valido.

Alla luce di questo fatto ritengo che salvaguardare la popolazione sia giusto e onorevole; ma sicuramente il passaporto sanitario non è un plus come dice il nostro presidente perché a ora non solo rende impossibilitati i turisti veri e propri senza alcun legame con quest'Isola, ma renderebbe impossibilitati soprattutto noi emigrati a tornare.

Grazie per la cortese attenzione".

Giacomo Secci

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"Cara Unione,

sono un pavese da anni innamorato della splendida Sardegna. Già a gennaio ho prenotato il traghetto, prima della pandemia. Ora la partenza è prevista per il 5 giugno, dopo soli 2 giorni dalla riapertura dei porti.

Ma la mia partenza ora è frenata dallo spettro del passaporto sanitario.

Solinas continua a ripetere che ci vuole, ma nessuno sa cosa è e come ottenerlo.

Che test bisogna fare? Quando? Chi lo paga?

Forse un po' più di chiarezza sarebbe auspicabile, almeno da chi governa un'Isola che vive prevalentemente di turismo.

Distinti saluti".

Stefano Oldani

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"Cara Unione,

sono un cittadino nato in Sardegna ma residente a Roma, il 20 maggio mi dovevo imbarcare per Arbatax con la mia compagna lei residente a Cagliari in quanto è rimasta bloccata a Roma con me per la situazione che tutti sappiamo. Faccio richiesta alla Regione per poter accedere nella nostra terra dichiarando di non aver avuto il contagio al Covid-19. Ebbene, ci hanno negato l'accesso, e oggi leggo che stanno arrivando a Olbia gli aerei privati.

Domanda: questi aerei arrivano da soli o sono guidati da persone?

Egregio signor Solinas lei sta privando ai sardi che fanno dei sacrifici in continente di poter controllare i loro beni nella loro terra. Questa è discriminazione, e vorrei delle spiegazioni.

Grazie".

Dario Vargiu

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"Cara Unione,

mi chiamo Flavio e scrivo da Genova.

La mia e quella di Daniela, la mia compagna, è una storia un po' particolare. Eravamo fidanzati 30 anni fa e ci siamo ritrovati da quasi due anni, entrambi separati. Io ho continuato a vivere a Genova e lei vive ad Olbia. Questa pandemia ci ha costretto a stare lontani da quasi tre mesi e ora, finalmente, ho prenotato il traghetto per il 7 giugno. Io non sono un turista, scendo circa una volta al mese e per me il passaporto sanitario (che trovo ingiusto anche per i turisti, sia chiaro) rappresenterebbe un ulteriore ostacolo sia economico che burocratico per raggiungere la mia compagna. Vi prego fatevi portavoce di questa battaglia contro questa, per me, assurda idea della Regione Sardegna. Viva la vostra meravigliosa Isola".

Flavio

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"Cara Unione,

sono sarda ma vivo in Svizzera.

Per me, forse più che per molti turisti o emigrati, la situazione attuale è ancor più difficile. A mia madre è stato diagnosticato un tumore l’anno scorso. Da allora ho sempre fatto di tutto per andare a trovarla il più possibile. Quest’anno avevo deciso di fare tutte le vacanze dell’anno con lei. A marzo, due settimane prima della partenza, il mio volo è stato cancellato. Capisco l’emergenza, capisco la paura dei miei conterranei che hanno fatto sacrifici per far sì che la Sardegna sia una delle poche regioni con meno contagi ma bisogna anche capire chi vuole e deve assolutamente venire per motivi gravi e non per andare in villeggiatura. Mi sento come un leone in gabbia. Mi informo tutti i giorni sull’evoluzione della situazione, l’apertura dei porti/aeroporti, quarantena o no, tamponi o no ma non si capisce niente. Troppe contraddizioni. Sapendo che in Svizzera non ti fanno il test neanche se hai i sintomi, dove lo possiamo fare? Se anche lo facessi, quanti giorni prima dell’arrivo? Ma poi a cosa serve se magari lo faccio ma vengo contagiata, che ne so, andando all’aeroporto?! Aspetto con ansia di poter fare il biglietto con la consapevolezza che sono un rischio per mia madre ma che farò di tutto per proteggerla standole lontana ma vicina! Chi potesse darmi delle informazioni precise o consigli, sono benvenuti. Ringrazio la redazione e chiunque possa essermi di aiuto".

Patrizia Prasciolu

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"Cara Unione,

sono una cittadina italiana che risiede a Vicenza.

Amo da sempre la Sardegna, la frequento da quando sono bambina e adesso, all'età di 46 anni, sono riuscita ad acquistare finalmente una casa. Operazione fatta nel momento più brutto, in piena emergenza Covid, quando tutti mi dicevano di lasciar perdere... io invece mi sono informata, ho fatto il mio atto dal notaio per procura (pagando quindi di più del previsto) e sono diventata proprietaria della mia nuova casa in Sardegna. Solo sulla carta perché io, ad oggi, non sono ancora potuta venire a casa mia e la devo arredare dalla a alla z. Ora io ho il volo prenotato per il 12/6 (sono lavoratrice dipendente e non posso prendere ferie come e quando voglio) e ancora non so se potrò partire, e soprattutto con quali modalità. Questa storia del passaporto sanitario è assurda. In primis perché ho chiamato la mia dottoressa che mi ha confermato che i tamponi ai privati non si fanno, secondo mi ha detto che per i sierologici (peraltro quasi totalmente inattendibili) non bastano i 3 giorni voluti dal governatore sardo. Terza motivazione: io arrivo con un passaporto negativo ma chi mi assicura che ripartirò sana? Chi mi assicura che un isolano non sia asintomatico e mi attacchi il virus? Caro governatore, lei vuole tutelare i sardi ma chi tutela noi da voi? Il passaporto sanitario o lo facciamo tutti o nessuno".

Barbara Benone

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"Cara Unione,

sono una ragazza sarda residente in Irlanda.

Io e il mio ragazzo irlandese vorremo tornare in Sardegna per un mese, potendo fare la quarantena in una casa isolata. Ma non capiamo cosa dobbiamo fare, abbiamo chiamato le autorità irlandesi chiedendo se si può fare un test a pagamento, senza sintomi ma per andare in vacanza. Ci hanno riso in faccia. Hanno detto che non li hanno quasi nemmeno per i sintomatici e di sicuro non li hanno per chi va in vacanza. Cosa dobbiamo fare? Noi faremo la quarantena comunque anche dopo il 2 giugno perché amiamo la Sardegna. E non vogliamo rischi per la mia famiglia. Ma sembra che si voglia impedire alla gente di andare in Sardegna, persino a noi sardi!! Fuori dall'Italia non sanno nemmeno cosa sia il passaporto sanitario e i test non verranno fatti a chi va in vacanza. Vogliamo spiegazioni! Grazie".

Laura P.

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"Cara Unione,

sono di Iglesias, ma da cinque anni sono residente in provincia di Firenze.

Con la storia dell'ormai "famoso" passaporto sanitario sono molto frenato sullo scendere in Sardegna a riabbracciare la mia famiglia. Io non sono mai sceso per turismo, ormai il nostro mare lo conosco; ma sono sempre sceso una sola volta all'anno per rivedere i miei ormai non più giovanissimi genitori. Si possono avere più informazioni al riguardo di questo tanto osannato passaporto sanitario? Chi lo emette? Dove si fanno i controlli? Chi ce lo paga?".

Luca

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"Cara Unione,

ai primi di gennaio abbiamo prenotato una meritata vacanza in Sardegna comprensiva del traghetto (prima del nascere del virus) per soggiornare nell’Isola nel mese di agosto. Dato che a giugno dovremmo anticipare la caparra della prenotazione vorremmo tanto sapere se riusciremo nei tempi previsti ad avere il certificato sanitario richiesto. In tutta Italia vi sono solo tre macchinari sierologici e tutti in Veneto e Lombardia (Padova, Vicenza e Pavia), l’esito verrebbe consegnato dopo 15-20 giorni dalla data del prelievo. Ho sentito ben 5 strutture privatamente e non è possibile fare il tampone, negli ospedali idem: solo uno nel Veneto lo fa al costo di 100 euro, la tempistica non si sa. Le strutture sanitarie non si sono organizzate per il passaporto. Non è possibile che una regione non si preoccupi di mettere nelle condizioni di poter ottenere questo certificato, altrimenti dovremmo disdire tutti (non per positività ma per burocrazia all’italiana)".

Dori

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"Cara Unione,

sono un ragazzo di 26 anni cagliaritano attualmente all’estero per lavoro.

Ho pianificato le mie vacanze per agosto, periodo in cui spero fortemente di rivedere e riabbracciare i miei cari. Vorrei solo che il presidente Solinas desse a tutti delle risposte e che avesse un po’ di cuore per le situazioni come la mia. Io vengo in Sardegna una volta all’anno, ho la mia famiglia a Cagliari... con questa storia del test sierologico potrebbe saltare tutto, dato che qui all'estero tamponi non ne eseguono. Signor presidente, la invito a riguardare il suo presunto decreto e trovare una soluzione più logica, perché se io (anche se non so come e dove) devo fare un test che accerti la mia negatività al virus, dovrebbero farlo tutti i cittadini della Sardegna... solo allora potresti chiamare la nostra splendida terra Covid-free".

Non firmata

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"Cara Unione,

sono un innamorato della Sardegna e da oltre 30 anni vengo sulla vostra meravigliosa Isola per trascorrere le mie vacanze. Anche quest'anno ho prenotato, per essere certo di partire, fino dal 4 febbraio 2020 il passaggio nave e la casa in cui trascorrere le vacanze. Anche la vicenda Covid non mi ha mai fatto dubitare che alla fine sarei potuto partire e trascorrere le vacanze in Sardegna. Non ho mai pensato di cancellare il viaggio o la casa. Ora sento parlare di passaporto sanitario e la cosa sinceramente mi infastidisce. Sembra che potremo viaggiare tranquillamente fra le regioni continentali e inoltre arriveranno dai Paesi della Ue senza problemi. E noi per raggiungere la Sardegna dovremmo munirci di passaporto sanitario. Spero che gli amministratori dell'Isola possano valutare meglio le loro intenzioni: forse non sanno che per dare la precedenza al trattamento Covid, in questi mesi, la sanità ordinaria si è quasi azzerata e ci sono centinaia di migliaia di pratiche, forse milioni che devono essere recuperate. Per avere oggi documenti ufficiali o visite specialistiche, se non hai una richiesta urgente del medico di base, nemmeno ti ascoltano. Il turismo per l'Italia è moltissimo. Per la Sardegna di più. Grazie della vostra attenzione. Cordiali saluti".

Fabrizio Campi

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"A gennaio avevo prenotato il biglietto con Moby, con partenza da Livorno, per il periodo pasquale. Causa blocco partenze, la Moby mi ha rilasciato un buono pari al costo del biglietto (tolti oneri spese pari a circa 40 euro) valevole sino al 31.12.2021. Sicuramente quando potrò riprenotare, il viaggio mi verrà a costare molto di più.

A tutt'oggi non so quando e in che modo si potrà arrivare in Sardegna. Non ci sono disposizioni chiare. Devo fare tamponi? O cos'altro? Premetto che l'Alto Adige è a zero decessi da un bel po' di tempo. Presidente Solinas, si decida a diramare informazioni chiare.

Grazie".

Arturo Ariu - Bolzano

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"Anche quest'anno ho prenotato con mia moglie traghetto e appartamento per trascorrere le vacanze nell'amata Sardegna nel mese di giugno. Doveva essere un agognato 'in più', con la prospettiva di seguire anche l'ormai annullata tappa del mondiale rally ma, visto che in agosto dovrò lavorare a causa del Covid-19, saranno, o meglio sarebbero state, le mie uniche vacanze. La partenza prevista è (era) fissata per il 5 giugno, però la situazione risulta parecchio confusa... sembrerebbe necessario un passaporto sanitario che però non si capisce bene cosa sia e come fare per averlo, visto che ad oggi è impossibile fare un tampone.

Sto aspettando fino all'ultimo momento per annullare le prenotazioni, ad oggi mi rimangono pochissimi giorni per annullare tutto e recuperare almeno parte dei soldi già versati e prenotare qualcos'altro in un'altra regione...

Capisco benissimo che la situazione è complessa e che state cercando di organizzarvi al meglio per tutelarvi e allo stesso tempo salvare la stagione estiva nei mesi clou (luglio/agosto), tuttavia i turisti di giugno penso meritino altrettanto rispetto, non è possibile che al 24 maggio non ci siano ancora indicazioni precise sul cosa/come fare la settimana successiva.

Se volete veramente stabilire regole diverse dal resto della nazione, abbiate almeno le idee chiare.

Spero di non dover sentire poi i classici piagnistei a causa del turismo in calo".

Giacomo - Prato

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"Sono una cittadina italiana, residente in Piemonte, appena andata in pensione, che ha avuto la malaugurata idea di investire i risparmi del suo lavoro in una casa in Sardegna, con l'intenzione di passarvi qualche sereno periodo di riposo.

Ad ottobre ho anche fatto dei lavori di ristrutturazione che questa primavera speravo di completare. Pago regolarmente le tasse sull'immobile - IMU, TASI, TARI -, ma non posso utilizzarlo.

Vorrei capire perché il 3 giugno, quando i cittadini italiani potranno spostarsi liberamente da una regione all'altra, la Sardegna non dovrebbe permettere di entrare nel suo territorio inventandosi ulteriori vincoli, come il passaporto sanitario.

Ho provato ad informarmi su questo fantomatico passaporto sanitario, ma nessuno sa dirmi cosa devo fare, né il mio medico di famiglia, né i laboratori privati, né l'Asl, neppure la Regione Sardegna, irraggiungibile telefonicamente.

Il mio volo è stato cancellato, dovrei riprenotare la nave ma la compagnia Tirrenia non sa dirmi se una volta arrivata in porto a Genova potrei imbarcarmi.

Mancano 10 giorni al 3 giugno, vi sembra una cosa normale?

Alla Regione Sardegna fanno proprio schifo i guadagni che portano i turisti di ogni genere?

Spero che attraverso di voi qualcuno possa dare delle risposte prima che sia troppo tardi.

Cordiali saluti".

Cecilia Gambino

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"Cara Unione,

mi unisco a quanti hanno già scritto con il mio stesso problema e con le mie stesse perplessità.

Ho prenotato casa e aereo per fare le mie consuete vacanze in Sardegna (vado a San Teodoro dal 1998) a gennaio. Ho già dovuto subire una spesa in più in quanto avevo prenotato con AirItaly che è fallita quindi ho dovuto richiedere il rimborso, attendere che mi riaccreditassero i soldi e rifare la prenotazione con Easyjet (nel frattempo i prezzi erano già aumentati di molto).

Ora mi ritrovo con il dubbio se potrò partire (abito in Lombardia) e, ammesso e non concesso che ci lascino uscire dalla regione, mi si chiede un non meglio precisato 'passaporto sanitario'... E di grazia cosa vuole esattamente Solinas? Tamponi a chi è sano non ne fanno, il sierologico non dà alcuna certezza e i tamponi salivari al momento non sono in commercio e conoscendo i tempi biblici che vigono in Italia credo che ci vorranno mesi. Inoltre io devo partire l’8 agosto, chi mi garantisce che una volta fatto un qualsiasi tipo di test i risultati giungano in tempo per permettermi di partire?".

Deborah Ledda

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"Sono uno dei tanti sardi emigrati in altre regioni d'Italia non per scelta, bensì per motivi di lavoro. Per la precisione sono residente in Veneto.

Mi rivolgo al presidente della Regione Solinas, nel merito dei provvedimenti che andrà ad adottare per fronteggiare il rischio di contagio da parte dei turisti che visiteranno l'Isola. Condivido l'iniziativa di richiedere il passaporto sanitario e di rimborsare i costi relativi sotto forma di voucher, ma per coloro che si recheranno presso le abitazioni dei propri familiari, perché la Regione non si fa carico di detti oneri? Non sono un sostenitore del motto 'prima i sardi', o 'prima gli italiani', ma chiedo un trattamento paritario sull'applicazione dei futuri provvedimenti. Nel caso contrario, a mio parere, sarebbe una grave ingiustizia, nonché una discriminazione. Comprendo l'iniziativa, volta a smuovere il mercato del turismo, ma oltre agli aspetti economici, ne esistono altrettanti non meno importanti, quali ad esempio quello di poter visitare i propri congiunti".

Antonello Caffiero

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