"Cara Unione,

la situazione di emergenza dovuta alla pandemia di Covid-19 mette a dura prova la nostra salute psicologica e ci presenta uno scenario che, ancora oggi, non prende in considerazione le cure nella globalità dell'essere umano.

Anzitutto, mettere in atto soluzioni urgenti che mirano a tenere vicini i parenti delle persone che soffrono ora credo sia fondamentale.

L'emergenza virus, che ormai almeno in Sardegna non dovrebbe più chiamarsi 'emergenza', ha impedito l'accesso a molte persone alle comuni visite mediche trasformando, in certi casi, la visita di controllo in visita urgente.

Io sono un'infermiera e sin dall'inizio della pandemia mi son preparata ad affrontare il momento dell'attuazione di protocolli e strategie per la ripresa veloce di tutte quelle attività di prevenzione e cura, ma ancor di più ho atteso segnali che potessero far intravedere soluzioni mirate all'umanizzazione delle cure. .

Nell'affrontare ogni giorno le criticità inerenti la mia professione , mentre osservo lo sguardo di uomini e donne che lottano contro il proprio male senza il conforto dei propri cari, continuo a chiedermi se si fosse potuta scegliere un'altra strada per ostacolare il contagio. E oggi mi domando quando si riprenderà a fare prevenzione, diagnosi e cura.

Ora più di prima si evidenzia quale importanza occupa, nella società, la figura dell'infermiere e quanto fa la differenza in termini di vite e di qualità delle cure avere un territorio sanitario forte.

Rita Massidda, dottoressa in Infermieristica

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