"Gentile redazione,

solita tratta. Solito viaggio di rientro per un pendolare che si reca al lavoro ogni giorno da sette anni. Il treno che arriva a Macomer e viaggia verso Cagliari non è nemmeno segnalato sul tabellone, ma alla fine arriva. Si sale e il controllore ci avvisa che avremo 20 minuti di ritardo, a causa di un guasto. Attendiamo pazienti, ma il tempo passa sino ad arrivare a 50 minuti.

La gente non ne può più, molti si sbracciano spazientiti. Alla fine si parte e si arriva a Borore (a 6/7 km) e il treno si ferma altri 5 minuti. Il ritardo ora è di 55 minuti.

Finalmente arrivo a Oristano con - a detta di Trenitalia- 45 minuti di ritardo. La cosa si fa comica, ma c'è poco da ridere. Ogni giorno è peggio: sistema semaforico sempre guasto, passaggi a livello che non funzionano, quasi avessero una loro volontà, guasti continui ai treni, binari antichi e strutture fatiscenti. Per non parlare delle condizioni in cui si è costretti a viaggiare: odore di urina, sistema di climatizzazione che non funziona, poggiatesta dei sedili con uno strano strato marrone di unto, pulci che ti saltellano allegramente sugli indumenti e chi più ne ha più ne metta.

Il giorno dopo si ricomincia dopo la sveglia delle cinque. Arrivo in stazione e aspetto fiducioso. L'altoparlante con voce suadente annuncia 30 minuti di ritardo per un guasto agli impianti di segnalazione, mentre i cartelli inneggiano alla qualità di Trenitalia, inducendo il fiducioso passeggero a visitare in treno le Cinque Terre

Maurizio Ricci

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