"Cara Unione

per noi lavoratori e professionisti pendolari sardi, che abbiamo sede o interessi continuativi di lavoro in area Milano o Roma, è cominciato il mese di delirio.

Già con il ritorno di Alitalia da Malpensa a Linate avevamo osservato una riduzione sensibile del numero di voli in continuità territoriale (complice il passaggio alla stagione invernale) ed un'accresciuta indisponibilità di posti dell'ultimo minuto.

In più, da una settimana a questa parte, abbiamo assistito alla scomparsa progressiva e inesorabile dei posti disponibili sulle tratte da Milano e Roma, indice dell'insufficienza del numero di voli in convenzione.

Se gli altri aeroporti e le altre compagnie offrissero realmente un'alternativa, il problema non sussisterebbe, ma invece non è così: gli orari dei voli offerti da queste compagnie e i tempi necessari per il loro raggiungimento, per non parlare dei costi che lievitano, rendono la maggior parte di queste scelte assolutamente impraticabile.

Se poi capita, come nel caso del sottoscritto, che Alitalia cancelli senza motivo un volo di rientro prenotato e pagato oltre una settimana prima, senza ricevere in cambio alcuna proposta sostenibile, ci si vede costretti ad annullare un viaggio di lavoro perché non esistono alternative sostenibili rispetto alle esigenze del business.

Infatti, ci si dimentica troppo spesso che, per chi viaggia per lavoro, una mezza giornata o una notte in più impiegate per riuscire a partire rappresentano un costo esagerato e sovente insostenibile.

Personalmente non sono contrario all'idea di una compagnia aerea pubblica regionale ma penso che il governo sardo debba prima di tutto pretendere da Alitalia la garanzia e la qualità del servizio in convenzione e poi pensare alle strategie future.

Altrimenti, continuando così, l'emigrazione diventerà una necessità ineludibile per diversi di noi".

Daniele Farci

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