"Cara Unione,

sono un ragazzo che aveva un padre che soffriva di demenza senile ed è morto pochi giorni fa.

A causa di una caduta si era rotto un femore ma vista la sua età avanzata - 88 anni - e le tante patologie, il rischio di intervento era molto alto. Tutto è andato bene, ma dopo 24 ore il suo cuore ha ceduto.

In questa triste circostanza, vorrei fare un appello a chi lavora nelle strutture private, negli ospedali: chi sceglie di studiare da medico o da infermiere lo deve fare con passione e con amore. Perché chi entra in quelle strutture e soffre di demenza o Alzheimer o ha altre malattie a volte si sente smarrito, impaurito, e spesso diventa aggressivo.

Bisogna trattare questi pazienti con amore.

L'ho vissuto con mio padre in un ospedale della zona, quando lui era nel reparto di ortopedia. Molte infermiere devono imparare che per quel lavoro ci vuole amore: un giorno potrebbero esserci i loro padri, le loro madri. Tutti vorrebbero ricevere cure amorevoli.

Noi figli abbiamo amato nostro padre sino all'ultimo respiro. Sia quando era sano sia quando era malato, quando era calmo e quando era 'aggressivo' durante il ricovero.

Grazie per l'attenzione".

Giuseppe Sardu - Villamar

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