Pubblichiamo oggi la segnalazione di un lettore circa una trasmissione sulle bellezze della Sardegna andata in onda sulle tv finlandesi. Lo stupore del lettore è per la grande ammirazione che dall'esterno arriva per l'Isola, e che non raccoglie uguale consenso e valorizzazione da chi, questo enorme patrimonio, l'ha ogni giorno a portata di mano.

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"Gentile redazione,

una giornalista giramondo di antica origine italiana, alla ricerca di luoghi del pianeta poco frequentati e caratteristici, arriva nella nostra Sardegna.

Ieri alle 19.30, alla Yle 1, la rete ammiraglia della televisione pubblica finlandese, va in onda 'Kiehtova Maalima. Salattu Italia: Sardinia' (Obiettivo seducente. Italia segreta: la Sardegna).

Che dire? Stupisce la considerazione che dall'esterno, chi arriva in Sardegna, coglie subito: le bellezze, i costumi imperanti, le tradizioni secolari che ci contraddistinguono, e anche le contraddizioni della nostra Terra. Paesaggi unici, dominio del maestrale, mastodontica apparizione alle prime luci dell'alba del paesaggio lunare del Supramonte di Oliena.

I segreti di un popolo con molti ultracentenari, la passività della gente in perenne attesa nell'uscio del bar di borgata, il silenzioso cammino delle donne che sembra rimproverino gli uomini di eccessiva arrendevolezza e mancanza di iniziativa alcuna.

A me viene in mente 'Canne al vento' di Grazia Deledda. Un destino che grava su individui rassegnati ad essere piegati dal vento impetuoso senza reagire.

Una bellezza incontaminata, cibi genuini, vini e liquori eccellenti; di converso, la società ferma e immobile, con la gente a braccia conserte e in perenne attesa, un 'Aspettando Godot', che però non arriva, come la celebre opera teatrale di Samuel Beckett.

Si potrebbe usare una frase abusata da tempo: 'Stranieri, venite a visitare l'Italia, prima che gli italiani la distruggano'.

Eppure, se entriamo all’interno del cervello di noi sardi, non si dovrebbe disperare, ma dovremmo essere lungimiranti, ed oggi, in tempi di 'tutto e subito', le nuove generazioni sembra non possiedano la virtù della programmazione.

Rammento da bambino i viaggi sui treni a vapore che da Cagliari a Meana Sardo ci tenevano incollati sugli scomodi sedili per quasi tutta la giornata. Non protestavamo ed eravamo inebriati del variopinto paesaggio dell'interno della Sardegna: il silenzio, gli spazi immensi, la maestosità di calcari e graniti. Allora lo sviluppo costiero era meno affascinante. Credo che oggi l'inversione di tendenza ci abbia sacrificati.

Ma all'ospite non è mancata l'individuazione di uno dei mali da cui non guariremo mai: un popolo, quello italiano, rovinato all'interno dall'abnorme contrapposizione politica dei suoi abitanti".

Mario Sconamila

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