Il giro di boa potrebbe arrivare tra due anni, esattamente nel 2023. Da quel momento in poi acquistare un'auto elettrica in Europa potrebbe essere più conveniente di un mezzo con motore termico. Tutto dipende da una sola variabile: il prezzo delle batterie. Se continuerà a scendere, come previsto da diversi analisti, allora non ci sarà confronto: il prezzo delle auto elettriche sarà più conveniente.

È di questi giorni la notizia, riportata da diverse agenzie di stampa e siti specializzati, che in Norvegia il punto di svolta è già stato superato. Nel 2020 infatti la quota di mercato dei veicoli elettrici ha raggiunto il 54%, ossia oltre la metà dei mezzi immatricolati. Una distanza abissale dagli altri Paesi europei dove le quote di veicoli "puliti" è ben più contenuta e non supera al momento il 5% del totale. Certamente, in Norvegia, anche le agevolazioni fiscali hanno fatto la loro parte, ma non c'è dubbio che la strada intrapresa stia diventando irreversibile. Tanto da far dire appunto agli analisti che in Europa, tra il 2023 e il 2025 si raggiungerà il punto di svolta, con i veicoli elettrici che supereranno quelli dotati di motore termico.

A fare la differenza, chiaramente, sono i prezzi, che dipendono in sostanza da due variabili. La presenza di incentivi in molti Paesi europei, grazie anche alle politiche della Ue che sovvenzionano il passaggio dalla mobilità a combustione a quella elettrica e pulita, e in secondo luogo il prezzo delle batterie, vero spartiacque sul fronte del costo finale. Sul fronte degli incentivi, proprio il caso norvegese dimostra che laddove il prezzo finale della vettura coincide o quanto meno le differenze sono molto contenute, la preferenza dei consumatori è decisamente indirizzata sui mezzi elettrici, mentre se ci sono differenze di prezzo notevoli, come accade ancora nella maggior parte dei Paesi europei, nonostante le agevolazioni, la scelta cade sui mezzi tradizionali.

In secondo luogo, va preso in esame il costo delle batterie che al momento è quello che fa la differenza sul prezzo finale. Secondo uno studio di Bloomberg, la parità di prezzo tra le due tipologie di auto sarà raggiunta nel 2023, anno in cui il costo delle batterie di un'auto dovrebbe arrivare a 100 dollari per kWh, mentre alla fine del decennio appena iniziato il prezzo potrebbe toccare addirittura i 60 dollari. Quindi quanto più il costo delle batterie sarà basso, tanto più scenderà anche quello delle auto elettriche. Concetto sul quale concorda la società di analisi economiche McKinsey, secondo cui entro i prossimi cinque anni le auto elettriche diventeranno più convenienti nella maggior parte dei Paesi del mondo.

Il mercato Peraltro, l'anno che si è appena concluso dimostra comunque che siamo sulla buona strada per quanto riguarda la mobilità elettrica. Nonostante la pandemia e il calo delle immatricolazioni, infatti, nei primi dieci mesi del 2020 in Europa (nei 17 Paesi maggiori e in Gran Bretagna) sono stati venduti tra veicoli totalmente elettrici e ibridi plug-in (quelli con un doppio motore, termico ed elettrico, ricaricabili e con un minimo di autonomia esclusivamente in elettrico) oltre un milione di unità. Nel 2019 ci si era fermati a 600 mila veicoli. Quelli esclusivamente elettrici, inoltre, sono stati oltre mezzo milione, contro le 354 mila unità acquistate nell'intero anno solare 2019. A incidere sul mercato sono state senza dubbio le regole più stringenti sulle emissioni di CO2 decise a livello comunitario ma anche gli incentivi presenti in molti Paesi e la riduzione dei costi delle batterie utilizzate nei veicoli "green". Certo un milione di veicoli elettrici o ibridi su oltre tredici milioni di immatricolazioni non è tantissimo (siamo al di sotto del 10%), ma il trend, con una crescita che raddoppia di anno in anno, fa ben sperare. Il polo per le batterie C'è poi un'altra notizia che fa guardare al futuro della mobilità elettrica. L'ex stabilimento Whirlpool di Teverola, in provincia di Caserta, riprenderà la sua attività, seppure in un altro settore, che non è più quello della produzione di elettrodomestici. Nel sito industriale infatti nascerà il polo italiano della produzione di celle ai ioni di litio e batterie per i settori industriale e dei trasporti, compresi i sistemi di accumulo destinati alle auto elettriche. A scommettere sul rilancio della fabbrica è il gruppo italiano Seri Industrial, quotato in Borsa, 150 milioni di fatturato con 800 dipendenti e 26 sedi in tutto il mondo, controllato dalla famiglia Civitillo, che ha visto crescere il suo business negli ultimi vent'anni partendo proprio dal recupero delle batterie e diversificando l'attività. Il primo impianto, che vedrà la luce nei prossimi due mesi, produrrà batterie al lito destinate ad applicazioni marine e militari, mentre dal secondo impianto usciranno sistemi di accumulo destinati ad automotive e storage (logistica e conservazione), anche se ci vorranno diversi anni, si parla di sette, prima che lo stabilimento entri a regime. L'Unione europea ha stanziato circa 3,2 miliardi di euro per finanziare progetti integrati per la realizzazione di una filiera continentale delle batterie per auto e tra i Paesi inseriti nei progetti c'è anche l'Italia. Non resta che spendere bene questi soldi.
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