Nel periodo dei buoni propositi è a parola che non può mai mancare. Tra i primi capitoli dei mirabolanti progetti per il futuro, filo conduttore dei più costosi piani di rilancio e oggetto da anni di trattative e accordi internazionali. Le chiacchiere meno concrete dei politici ruotano spesso intorno ai temi dell'ambiente. E se è vero che molto ci sarebbe da fare, altrettanto evidente appare il fatto oltre i proclami si è andati poche volte. Chiacchiere molte e ora che all'orizzonte ci sono i progetti del Recovery Fund salta fuori il solito e noioso ritornello verde. Ed ecco la classifica di quelli che con gli slogan simil-ambientalisti hanno alimentato il consenso, quello vero e quello social.

I governi nazionali studiano in queste settimane i loro piani e la Commissione europea attende di capire come potranno essere spesi i 750 miliardi che dovranno cambiare il volto dell'Europa. Ma nel frattempo da Bruxelles sono stati chiari: le misure green proposte non possono che essere una priorità. A iniziare dal raggiungimento di target più ambiziosi sulla riduzione dei gas serra entro il 2030.

Obiettivo non facile, evidentemente, che richiede investimenti consistenti sul fronte della transizione energetica. Sugli investimenti, sulle strategie, manco a dirlo, si dibatte e ci si divide.

Parole, parole, parole. Ma senza troppa convinzione. E nel 2020 del Covid e dei grandi incendi in Australia, c'è chi ha addirittura approfittato del virus per cambiare argomento. Gli amici di Greta sono stati costretti a rimanere a casa e i politici hanno sentito ancora meno la responsabilità di dar loro risposte credibili. La scusa giusta ce l'hanno avuta. I contagi quotidiani e i reparti sempre affollati, i morti nelle terapie intensive e il sogno del vaccino. L'ordine del giorno è cambiato: i temi verdi sono spariti o quasi dal dibattito. Non solo quello parlamentare: persino quello social.

La classifica della distrazione green è quella stilata dal bollettino settimanale de "Il Colore Verde", una newsletter che ha tutte le caratteristiche di un osservatorio puntuale sulla crisi climatica e le questioni ambientali. A fine anno, nei giorni delle immancabili statistiche, ecco i nomi e i cognomi di quelli che del verde si interessano di più, almeno sulla vetrina di Twitter. Un luogo non certo marginale, almeno per ministri, parlamentari e segretari di partito, se è vero che tra annunci, retweet e discussioni è proprio sul social dell'uccellino che compaiono quasi tutte le comunicazioni ufficiali dei leader. È qui che si annunciano i principali provvedimenti governativi e a oramai da anni si innescano (e spesso si risolvono) le crisi di governo. Per scovare la distrazione bastano dodici parole chiave: surriscaldamento, emissioni, sostenibilità, biodiversità, ambiente, clima, climatica, economia circolare, deforestazione, green, climate ed environment. Sotto osservazione, tre 17 mila messaggi scritti giorno e notte, sono finiti in sette: primo posto per Nicola Zingaretti, ultimo a pari punti per Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio. Nel 2020 che lo ha costretto anche a sfidare in prima persona la violenza del Covid, il fondatore di Forza Italia si è ricordato della più grande emergenza planetaria, cioè quella ambientale, una sola volte. Eppure i suoi tweet non sono stati pochi: 3 al giorno, destinati a 137 mila follower che per la gran parte sono anche sostenitori. Penultimo posto per Luigi Di Maio, quello che giusto a novembre 2019 parlava di plastic tax e diceva: "Serve una svolta, passo per nostri figli e imprese. Gli altri si riempiono bocca con l'ambiente". Lui di certo non ci è cascato e nel corso dell'ultimo anno, infatti, ha parlato di tematiche verdi una sola volta. Matteo Renzi raddoppia con due tweet in 365 giorni, mentre Giorgia Meloni è arrivata a quota cinque. Il premier Giuseppe Conte, con le parole del suo alias-social Rocco Casalino, sale altre due gradini e nel 2020 si è ricordato giusto sette volte che anche il pianeta è già in terapia intensiva. Cinque messaggi in italiano e due in inglese. Poi stop. Di inquinamento e piani per la soluzione dell'emergenza climatica il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato 23 volte, quasi sempre per criticare le scelte del governo. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è arrivato al picco dei 26 messaggi, mettendo ancora più a nudo il silenzio quasi totale del mondo della sinistra che un tempo aveva fatto delle questioni ambientaliste una specie di bandiera.
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