Viaggi in Inghilterra, ora serve anche il documento digitale Eta
Non solo passaporto: dal 2 aprile obbligatoria l’“autorizzazione elettronica” per i soggiorni breviUn'immagine simbolo di Londra, con il BIg Ben e il palazzo di Westminster
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Proprio quando l’Europa sta provando a trovare una strada unitaria davanti al cambio improvviso della geopolitica mondiale, le mille tappe della Brexit aggiungono un nuovo tassello all’allontanamento del Regno Unito dall’Unione Europea cominciato con i negoziati del 2017 fino all’uscita formale del 2020: dal 2 aprile scatta l’obbligo dell’Eta (Electronic travel authorisation) per gli europei che vogliono varcare i confini dell’Inghilterra e dell’Irlanda del Nord. Gli italiani dovranno seguire le stesse regole fissate per qualunque straniero (chi arriva dal resto del mondo è già obbligato al passaggio dell’Eta da gennaio) che voglia attraversare i confini del Regno. Non basta più il possesso del passaporto per i cittadini Ue (già prima conseguenza della Brexit), ora il governo britannico impone un nuovo requisito per chiunque arrivi da oltremare: serve un’autorizzazione al viaggio riservata agli stranieri non residenti per i cosiddetti “soggiorni brevi”, compresi quelli turistici. Un passaggio intermedio rispetto al visto di ingresso, che è necessario quando si resta in Inghilterra per tempi più lunghi (di media sopra i sei mesi).
Domande aperte
Sono già state aperte le domande in attesa del battesimo ufficiale dell’Eta, fissato per mercoledì 2 aprile. L’autorizzazione dovrà essere richiesta prima della partenza da tutti i viaggiatori (bambini compresi), che non hanno bisogno del visto o che non possiedono alcuno status legato a piani di immigrazione. A tal proposito sono esentati dall’obbligo di Eta i cittadini stranieri (quindi anche italiani) residenti nel Regno Unito titolari di un permesso di soggiorno. Discorso che vale anche per chi si trova nei cosiddetti “pre-settled status” o “settled status”, secondo lo schema di immigrazione fissato per i cittadini dell’Unione europea. Non serve l’Eta neanche a chi atterra in un aeroporto inglese solo per il transito verso un’altra destinazione.
La validità
Il possesso dell’Eta consente di fare più viaggi in Inghilterra e nell’Irlanda del Nord e scade dopo due anni. La validità si accorcia se durante questi ventiquattro mesi si supera la soglia dei sei mesi di soggiorno (anche non consecutivi). L’autorizzazione all’ingresso cessa automaticamente anche nel momento in cui finisce la validità del passaporto. In quel caso bisognerà rinnovare entrambi i documenti perché i visitatori devono viaggiare con il numero di passaporto indicato al momento della richiesta dell’Eta.
Richiesta online
L’autorizzazione elettronica al viaggio può essere richiesta online sul sito web del governo britannico o mediante l’app Uk Eta. Il costo per ogni singola autorizzazione è di circa 12 euro (10 sterline) ma dovrebbe salire presto a 19-20 euro. Proprio dall’amministrazione inglese arriva il consiglio di non scegliere agenzie o siti alternativi: solo così si possono evitare costi aggiuntivi o indicazioni errate. Per la registrazione serviranno i dati del passaporto e una mail. Il pagamento si potrà effettuare con le carte (di credito o di debito) o con Apple Pay o Google Pay. La risposta potrebbe essere immediata o arrivare al massimo entro un paio di giorni. Non ci sarà un documento a se stante da presentare all’imbarco su un aereo o alla frontiera: l’Eta sarà un’autorizzazione digitale associata direttamente al passaporto.
I limiti fissati dall’Eta
Chi è in possesso dell’Eta deve rispettare diverse regole precise sul soggiorno in Inghilterra: non può rimanere nel Regno Unito per più di 6 mesi, non può lavorare per un’azienda inglese o come autonomo, a meno che non sia in possesso di autorizzazioni specifiche. Non si può accedere a finanziamenti o agevolazioni pubbliche, perché in quel caso è necessario il visto. E il visto è fondamentale anche nel caso di matrimoni o unioni civili da celebrare o registrare nel Regno.