Se ci mette la mano Ciottarello, qualunque libro sia diventa bello”: scherzava, il grande Trilussa, sulla passione per la rilegatura del suo amico Gino Ciotti. Allora non sapeva che suo figlio, il bimbo al quale fece da padrino di battesimo, avrebbe “rilegato” le cronache radiofoniche con parole preziose e ben cucite agli eventi come una copertina di cuoio. L’ultima di quelle cronache compie oggi venticinque anni.

Era un 12 maggio insolito, con freddo pioggia e vento, quello che accolse Sandro Ciotti - romano, nato il giorno di San Carlo del 1928 - nella cabina stampa dello stadio Sant’Elia. Bella spaziosa, dominante, ben diversa da quella minuscola dell’Amsicora, da dove un altro quarto di secolo (e un anno e un mese prima) aveva raccontato Cagliari-Bari. Eppure quell’esperienza inedita per il calcio italiano, quella genuina festa di popolo, quelle roboanti gesta di un lombardo e altri dieci “continentali” conquistati dalla Sardegna, gli avevano suggerito che l’Isola aveva un qualcosa di speciale. E la scelse.

Si chiudeva la stagione 1995-96, quel giorno, ma soprattutto si chiudeva una straordinaria stagione della radio. “Tutto il calcio minuto per minuto”, per distacco la più popolare e iconica trasmissione radiofonica italiana, salutava uno dei suoi due mattatori, anche se la roca voce di Sandro Ciotti era più riconoscibile di quella dell’altrettanto bravo Enrico Ameri. Gli fu chiesto - noblesse oblige - di scegliere dove concludere la carriera e, tra le varie Bari-Juventus, Lazio-Torino (in gioventù aveva giocato nelle giovanili biancocelesti) o Roma-Inter, scelse senza esitazioni: “Cagliari-Parma”. Fu così che sancì l’amore per quella piazza calcisticamente rilevante per la sua carriera (“Seguo 70 partite di calcio all’anno, due o tre sono interessanti”, scrisse nella sua biografia), alla quale lo legava anche l’amicizia con certi amici con i quali condivideva le vacanze nella prediletta Val Gardena.

Sandro Ciotti col gruppo sportivo della Rai (foto archivio L'Unione Sarda)
Sandro Ciotti col gruppo sportivo della Rai (foto archivio L'Unione Sarda)
Sandro Ciotti col gruppo sportivo della Rai (foto archivio L'Unione Sarda)

Una partita pressoché inutile - con il Cagliari di Bruno Giorgi già salvo e Parma di Nevio Scala qualificato per la Coppa Uefa, finita 2-0 - entrò così nella storia della radio per essere l’ultimo servizio a “Tutto il calcio...” di Sandro Ciotti. Il quale annunciò al 42’ la rete rossoblù di Matteo Villa, che nei due collegamenti successivi corresse in autorete di Nestor Sensini (perché fosse cancellato l’errore iniziale), poi il raddoppio su rigore di Lulù Oliveira, al 15° gol stagionale, che mise al tappeto quel Parma verdiano, senza Stoichkov e Fernando Couto, ma con Zola e Pippo Inzaghi. La radio, che per 38 anni ne aveva diffuso le forbite cronache, le perfette analisi recitate a braccio, le ficcanti ma sempre educatissime interviste, le sagaci battute, lo tradì nel finale, quando per tre volte tentò invano il commento finale della partita: il collegamento si interrompeva sempre. Ma quando, rassegnato, Alfredo Provenzali stava per chiudere la trasmissione dallo studio centrale, il segnale finalmente tornò e quella voce forgiata da una bronchite messicana trent’anni prima, gracchiò: “Scusa Provenzali, soltanto dieci secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai. Un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori. Mi mancheranno”. Alfredo Provenzali dallo studio aggiunse: “Sono gli ascoltatori e tutti noi che ti dobbiamo ringraziare”. Non potrebbero esserci parole più vere. Sandro Ciotti se n’è andato il 17 luglio 2003: l’Italia sta ancora attendendo il suo erede.

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