Infaticabile, inconsolabile, innamorato, visionario, determinato. E, a 48 anni, ancora fortissimo in quella che, per molto tempo, è stata la più grande passione della sua vita: il nuoto. Corrado Sorrentino è un uomo che guarda lontano, attraverso le lenti dei suoi occhialini, per cercare di dare un senso alla vita e soprattutto alla morte. Quella di Amelia, la bambina che il destino ha strappato dal cuore a lui e a sua moglie Rossana in pochi giorni - troppo presto in tutti i sensi - e che lui continua a tenere in vita, facendone la protagonista di iniziative benefiche. Sempre lodevoli, a volte insolite, a volte pazzesche. Mai come questa. Il 1° luglio l’ex tre volte campione italiano assoluto di nuoto si butterà in mare a Marina Piccola (“dove Amelia ha imparato a conoscere l’acqua”) e riemergerà idealmente due mesi dopo, quando avrà completato l’abbraccio alla sua terra. Bracciata dopo bracciata, giorno dopo giorno, completerà il periplo della Sardegna a nuoto.

Corrado Sorrentino sull'Isola di San Pietro, nel 2021 (archivio Us)
Corrado Sorrentino sull'Isola di San Pietro, nel 2021 (archivio Us)
Corrado Sorrentino sull'Isola di San Pietro, nel 2021 (archivio Us)

Tridimensionale

Quella che ha prima pensato, poi progettato, è un’impresa a tre dimensioni. La prima è quella benefica. La raccolta di soldi attraverso la sua organizzazione di volontariato, che si chiama “Amelia Sorrentino”, che cura l’organizzazione di eventi e che in questi anni ha aiutato soprattutto l’ospedale Brotzu. Questo progetto è invece rivolto al Microcitemico: l’obiettivo è dotare di “monitoraggio multiparametrico” il reparto di oncoematologia pediatrica. Il sistema è semplice: si raccolgono i soldi e con quelli si comprano macchinari che servono e che vanno direttamente al reparto. Un modo diretto per utilizzare al meglio i fondi. “Abbiamo già fatto tanto, ma per come vivo io le situazioni non abbastanza”, sintetizza Corrado che non smette di ragionare su cosa fare e come farlo per aiutare chi si dovesse trovare nella terribile situazione che la sua famiglia ha vissuto.

Viaggio spirituale

La seconda dimensione è quella spirituale. Settecento chilometri con la testa sott’acqua, con i pensieri che galleggiano liberi. Quando si nuota si possono fare soltanto due cose: guardare e pensare, a volte riflettere. “È il mio viaggio spirituale”, conferma il nuotatore e apprezzatissimo allenatore, “c’è una dimensione individuale della quale ho bisogno, sono i miei sette anni in Tibet e penso che sarà straordinaria l’integrazione con la gente nei luoghi”. Sarà il mare sardo il suo deserto: “Il Giro della Sardegna è un’impresa eclatante. Non sai mai cosa troverai in mare. Dalla fauna, alla profondità. Ma non mi preoccupo. La mia curiosità può essere legata alle profondità, ma 50 metri o 1.000 non fa differenza. Certo non so come reagirei incrociando una balena nel golfo di Orosei. Magari se fosse uno squalo mi prenderebbe un colpo ma sinché non lo vivo non lo posso capire”.

Sorrentino protagonista del circuito di nuoto in acque libere (archivio US)
Sorrentino protagonista del circuito di nuoto in acque libere (archivio US)
Sorrentino protagonista del circuito di nuoto in acque libere (archivio US)

Impresa epica

Infine c’è l’ultimo aspetto: l’epica dell’impresa sportiva. “Il programma è fare 59 tappe, una media di 12 km al giorno. In allenamento sono arrivato anche a 16, attualmente ne faccio 14, anche se in vasca non è la stessa cosa. Le incognite ci sono e le affronterò. Il problema non è di chi nuota, semmai della barca che soffre le condizioni del mare”. L’organizzazione ha dei costi, anche se Corrado sarà fondamentalmente quasi solo. Lo seguirà un gommone, a terra avrà un camper con il quale si sposterà, guidando lui stesso e impiegando il resto della giornata alla raccolta dei fondi e all’incontro con la gente. “L’idea è di partire alle 8 del mattino, per finire prima che entri la termica. Poi potrà capitare di frazionare le tappe o magari accorparle. Sarà un programma necessariamente flessibile, il meteo non si può prevedere. Come regola generale, ogni giorno si parte, comunque”. Le ultime settimane le ha passate a cercare sostegno: “Sono sicuro che anche se non avrò aiuto dalla istituzioni o da sponsor privati (e ringrazio la Secauto per il camper e il gommone), ma altre aziende e le donazioni online mi stanno aiutando. Certo, se sapessi di avere un contributo potrei anche pagare qualcuno, lo skipper e l’assistente con il defibrillatore a bordo, in caso non trovassi dei volontari. Spero che la Regione possa sostenermi”.

Sorrentino durante una gara dei 50 dorso (archivio US)
Sorrentino durante una gara dei 50 dorso (archivio US)
Sorrentino durante una gara dei 50 dorso (archivio US)

Al suo fianco

Ma Corrado non è solo: “Ho ricevuto con piacere la disponibilità della Capitaneria di Porto di Cagliari, che mi sta dando una mano. Ti rendi conto che viene capita l’importanza della grandezza del progetto”. Dietro il quale non può che esserci la sua società, l’Atlantide di Elmas, che gli consentirà di assentarsi dal lavoro per due mesi: “La piscina chiuderà per un mese ad agosto e a luglio il tipo di lavoro consente di essere svolto a distanza. L’Atlantide è la prima a sostenermi, è parte fondamentale di questa operazione, a livello organizzativo è il primo soggetto, ma i soldi vanno tutti all’associazione. Sarà una cosa trasparente da tutti i punti di vista, anche fiscale”. Non resta che nuotare: “Settecento chilometri: in Internet ne ho trovato più o meno cinque di matti come me, ma su distanze così impegnative forse solo altri due. Ricordo che sono 12 km in mare, a 48 anni e per due mesi di fila. Io so di esserci, naturalmente il mare deve fare la sua parte”.

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