Sinner, occhio all’amico Fritz
Un’altra finale Slam in questo fantastico 2024, la seconda sul cemento dopo quella vittoriosa di gennaio a MelbourneUn’altra finale Slam in questo fantastico 2024, la seconda sul cemento dopo quella vittoriosa di gennaio a Melbourne. Nuovo appuntamento per la storia per Jannik Sinner, il primo italiano a diventare leader della classifica mondiale professionistica e a raggiungere la finale di un torneo, quello di New York, di solito avaro di soddisfazioni per il tennis azzurro (a parte la fantastica finale tutta italiana di nove anni fa nel femminile tra Flavia pennetta e Roberta Vinci).
Per Jannik la possibilità di ipotecare il primo posto della classifica Atp a fine anno, quella che resta davvero negli annali del tennis mondiale, approfittando degli alti bassi di Carlos Alcaraz e dell’inevitabile calo anagrafico di Nole Djokovic, che nel 2023 vinse quasi tutto e che quest’anno ha potuto gioire soltanto con l’oro olimpico di Parigi, suggello di una carriera forse irripetibile.
Avversario di Sinner domenica alle 20 ore italiana (diretta su Sky tennis e su Supertennis) lo statunitense Taylor Fritz, 26 anni, che ha iniziato il torneo di Flushing Meadows da 12 al mondo e che lunedì sarà almeno numero sei (e mette nei guai Djokovic per ora escluso dal master finale a otto di Torino a novembre).
Il pronostico è colorato di azzurro, ma attenzione all’amico Fritz, figlio di un maestro di tennis e di una ex giocatrice professionista, Kathy May, che arrivò – precedendo il figlio- tra le prime dieci tenniste al mondo. Taylor Fritz ha 27 anni e non è arrivato per caso alla finale di New York. Certo, per il californiano di tratta della prima finale di un torneo del grande slam, ha trovato la strada spianata nella sua parte di tabellone dalla sconfitta di Djokovic contro Popyrin al terzo turno, ma ha poi dimostrato di potersi sedere al tavolo dei grandi battendo uno dopo l’altro negli ottavi il norvegese Ruud, ex numero due al mondo e tre volte finalista Slam (Parigi 2022 e 2023 e proprio New York un anno fa), Zverev nei quarti (con due tie break quasi perfetti) e Tiafoe nel derby a stelle e strisce dai delicati risvolti psicologici per entrambi i giocatori di casa alle soglie di un traguardo storico nel torneo più importante dell’anno ospitato negli States.
Occhio a Fritz, quindi, che non si può considerare una vittima da altare sacrificale per celebrare la grandezza di Sinner: è un giocatore molto completo, con un buon palmares: vincitore di un titolo del Master 1000 sempre sul cemento (ma meno veloce di quello di New York) di Indian Wells nel 2022, quando battè in finale Rafa Nadal e nei quarti proprio Jannik Sinner (6-3, 6-4). C’è un altro precedente tra l’azzurro e Fritz, curiosamente giocato di nuovo a Indian Wells ma l’anno scorso: a sorridere alla fine era stato l’azzurro con il punteggio di 6-4, 4-6, 6-4).
Fritz in questi giorni a New York sta giocando il suo miglior tennis, non si battono avversari di questo calibro se non si esprimono sul campo certe qualità. Servizio e gioco a rete, da buon californiano, sono i suoi colpi migliori, ma ha trovato grande solidità anche di rovescio (riusciva a non perdere campo lungo la diagonale contro Zverev, maestro di questo fondamentale) mente con il diritto da fondo è in grado di accelerazioni importanti, si assume maggiori rischi ma ha anche ottenuto i punti più importanti sia contro Zverev sia contro Tiafoe.
Sinner è il favorito, è innegabile, ma probabilmente sarà chiamato a dover giocare meglio rispetto a quanto ha fatto contro Draper in semifinale. Certo, mancino il britannico non era un cliente facile, non aveva perso neanche un set a Flushing Meadows e ne ha perso tre di fila contro l’azzurro, ma si è dimostrato non ancora competitivo sul piano fisico in un match tre set su cinque al cospetto del numero uno al mondo. Sinner contro Fritz dovrà cercare di servire con buone percentuali la prima palla (è migliorato dal mach dei quarti contro Medvedev, 55 per cento, al 65 per cento in semifinale) e dovrà sbagliare meno (contro Draper 34 errori non forzati contro 43 vincenti, il saldo è comunque positivo, ma il diritto è apparso meno fluido e più falloso). Fritz probabilmente cercherà di variare il gioco con attacchi e smorzate: sul ritmo dal fondocampo Sinner oggi non ha rivali.
Sicuramente l’americano ha poco da perdere: certo, è l’occasione della sua vita, la prima finale slam, un traguardo che forse in cuor suo non pensava di poter raggiungere. Per Sinner invece è un altro appuntamento con la storia in un momento molto particolare per lui: lunedì la Wada potrebbe presentare il ricorso contro l’assoluzione del tennista italiano per il caso di doping (positività causata da una pomata vietata utilizzata dal massaggiatore di Jannik per curarsi una ferita e trasmesso per via cutanea all’azzurro). Un caso che ha tolto il sonno all’alto atesino, sotto accusa da marzo. Sogni che potrebbero essere più tranquilli da lunedì se la Wada non presenterà il ricorso e soprattutto se dormirà con la coppa di vincitore degli Us Open.