Vittime del lavoro in aumento, boom di richieste per malattie professionali. Nei primi otto mesi del 2023 la storica provincia di Nuoro colleziona numeri da maglia nera in Sardegna e anche a livello nazionale sul fronte della sicurezza nei posti di lavoro.

Dai dati dell’Inail emerge un quadro allarmante. In Sardegna da gennaio al 30 agosto si registrano 15 morti di cui 5 nella provincia di Nuoro che ha un incremento notevole rispetto a un anno fa ovvero 4 vittime in più. Di per sé basta questo trend a giustificare le crescenti preoccupazioni esternate dall’Anmil, l’associazione dei mutilati e degli invalidi del lavoro. Invece va anche considerato l’aumento sorprendente delle denunce di malattie professionali: la provincia di Nuoro ne mette assieme 160 in più rispetto alle 229 dei primi otto mesi del 2022. Equivale a un incremento che sfiora il 70 per cento contro un aumento nazionale del 23,2 per cento e regionale del 26,2.

«È un dato che ci preoccupa, impone un approfondimento - commenta il presidente dell’Anmil di Nuoro, Michele Tatti - ed è tutto da interpretare. Non può essere spiegato solo con lo strascico della pandemia (comprese le denunce rinviate a oggi a causa dell’emergenza sanitaria) o con la nuova tabella delle malattie professionali che dal 2008 ha provocato un’impennata di queste richieste o, ancora, con la maggiore consapevolezza dei lavoratori che ritengono di far risalire alle condizioni di lavoro il peggioramento delle condizioni di salute. Abbiamo il dovere di cercare le ragioni perché il fenomeno appare in straripante aumento e non ha eguali dell’Isola visto che, a parte la provincia di Sassari in controtendenza con un meno 22,3 per cento, le malattie professionali crescono del 47 per cento a Oristano (comunque 22,9 per cento in meno rispetto a Nuoro), più 28 per cento a Cagliari e più 15,2 per cento nel Sud Sardegna».

La giornata nazionale dell’Anmil, celebrata a Jerzu l’8 ottobre, è l’occasione per fare il punto di una situazione complicata. Sullo sfondo le tante tragedie sul lavoro: 657 in tutta Italia, venti in meno rispetto ai primi otto mesi del 2022. Rappresentano quasi tre morti al giorno. In Sardegna le croci sono 15, come l’anno scorso con 5 nel Sud Sardegna (più 4), 3 a Cagliari (meno 2) e due a Sassari (meno 4), mentre Oristano passa dai due decessi del 2022 a zero se si considerano i dati fino al 30 agosto, ma il trend virtuoso viene infranto il 6 ottobre con l’incidente di un operaio caduto da un capannone a Simaxis.

Giornata dell'Anmil a Jerzu l'8 ottobre (foto Ettore Loi)
Giornata dell'Anmil a Jerzu l'8 ottobre (foto Ettore Loi)
Giornata dell'Anmil a Jerzu l'8 ottobre (foto Ettore Loi)

Segnali positivi, ma a Nuoro con minore intensità, si registrano sul fronte degli infortuni dove pesa senz’altro la fine dell’emergenza Covid come dimostra il crollo di oltre il 70 per cento delle denunce nel settore sanitario. Se in Italia la riduzione degli infortuni denunciati al 30 agosto si attesta al 23,2 per cento, la Sardegna fa meglio con un meno 26,2 per cento, trainata da Cagliari (meno 35,4 per cento), con la provincia di Nuoro ferma a un meno 14,9 per cento, identica percentuale di Sassari, mentre il Sud Sardegna registra un meno 12,9 per cento e Oristano appena l’1,3 per cento.

Alla luce di una situazione tanto complessa con l’impennata di infortuni d’ogni genere e gravità l’Anmil di Nuoro e l’assessorato regionale al Lavoro, guidato da Ada Lai, stanno mettendo a punto un progetto formativo rivolto agli studenti dei quattro istituti agrari statali della Sardegna. Obiettivo incoraggiare la cultura della prevenzione e della sicurezza in un settore molto esposto agli incidenti come l’agricoltura.

Nel frattempo restano altre criticità, a iniziare da quelle legate alle commissioni mediche, di fatto paralizzate. «Le Commissioni della Asl per il riconoscimento in prima istanza dell’invalidità civile - spiega il presidente dell’Anmil di Nuoro - dopo una circolare della Regione che impone ai medici di riunirsi durante gli orari di servizio sono praticamente bloccate e affrontano solo le urgenze visitando malati gravi, oncologici e bambini che hanno necessità dell’insegnante di sostegno. Tutti gli altri pazienti diabetici, malati di sclerosi, non vedenti, ecc. sono in lista d’attesa per vedersi riconosciuto anche l’accesso ai benefici della legge 104 come congedi, assegno di accompagnamento, ausili».

Non vanno meglio le commissioni di seconda istanza dell’Inps. Dice Tatti: «Funzionano molto a rilento e con grandi problemi. Capita, addirittura, che la convocazione per la visita di revisione arrivi per Posta dopo la data fissata con l’utente che non si può quindi presentare e in qualche caso pare si veda sospendere la pensione». Se si guarda all’Inail non mancano altre difficoltà, anche in questo caso per la carenza di medici. «Abbiamo assistiti che aspettano da due anni - denuncia Tatti -: da un lato l’Inail si ritrova con pochi medici e dall’altro le poche visite collegiali che riesce a fissare per stabilire le percentuali di invalidità, i ricorsi e le domande di aggravamento spesso sono impossibili perché sono i Patronati che non riescono a trovare i medici di parte indispensabili per assistere e tutelare gli assistiti».

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