Alla vigilia di un nuovo Sei Nazioni, negli ultimi anni, la sensazione è sempre stata la stessa, la peggiore possibile in questo sport: paura. Di non essere all’altezza, di sfigurare, di perdere senza combattere, alimentando in questo modo quella parte del board che vorrebbe l’Italietta fuori dai piedi. Ma qualcosa nel mondo ovale dello stivale è cambiato. Il barlume di speranza fiorito con la vittoria di Cardiff lo scorso anno è stato rinforzato dalla vittoria con l’Australia. Quindi per la prima volta nell’ultimo decennio le aspettative sono buone. Al punto che il presidente Fir Innocenti, alla presentazione del torneo chiede agli uomini di mister Crowley due vittorie come obiettivo minimo.

Marzio Innocenti è stato chiaro: «I nostri ragazzi non hanno limiti. Quest'anno entreremo in campo ogni volta per vincere e siamo convinti di avere le possibilità per farcela. Mi aspetto competitività, partite fantastiche, momenti memorabili come quelli di Cardiff». Il riferimento è alla vittoria contro il Galles, la prima in trasferta a casa dei Dragoni, con la fantastica meta di Padovani propiziata da Ange Capuozzo, il tre-quarti meraviglia, l’uomo della profezia. E sulle malelingue ammette che qualcosa è cambiato: «Non credo si parlerà più di far uscire l'Italia dal Torneo - ha continuato Innocenti, riprendendo le dichiarazioni sullo stesso tono rilasciate dai vertici del board del Six Nations -. E nemmeno di un ingresso del Sudafrica. Sono argomenti buoni per scrivere articoli, ma che non hanno nessun fondamento. Non poi è questo il momento di parlare della Coppa del Mondo, ma anche lì ci sono obiettivi importanti».

Il riferimento è il passaggio ai quarti di finale, riuscito nell'ultima edizione alle ragazze ma mai in campo maschile. Non una banalità, visto che per avere una chance bisognerà battere o la Francia (domenica all’Olimpico nell’esordio) o la Nuova Zelanda. I galletti sono fuori portata, per il momento, alla pari degli irlandesi. L’Inghilterra è l’ultimo tabù, l’Italia non ha mai vinto contro il quindici della Rosa. Battere gli inglesi a casa loro (12 febbraio) sarebbe come vincere la coppa del Mondo e allora sì che nessuno potrebbe più mettere in discussione la partecipazione dell’Italia al torneo più antico del mondo. In realtà la verità, come al solito, sta in mezzo al guado, laddove c’è più fango. L’Italia del rugby è migliorata ma c’è tanto da fare. La prima gara casalinga con una fortissima Irlanda rischia di far ricadere i nostri nella durissima realtà. La nostra finale è proprio quella. Sognare non costa nulla ma senza dimenticarsi di placcare.

Sono trentatré gli atleti selezionati dallo staff tecnico azzurro per il debutto nell’edizione numero ventitrè del torneo più antico del mondo dedicato alla palla ovale. Predominanza per il gruppo Benetton rappresentato da 23 giocatori, mentre 5 giocatori provengono dalle Zebre e altrettanti militano nei campionati stranieri.

Sei i giocatori esordienti nella lista (altrettanti hanno esordito sotto la guida di Crowley nelle Autumn Nations Series) con Nicotera, Halafihi, Da Re, Marin, Menoncello – che a novembre hanno avuto l’opportunità di mettersi in mostra con la maglia dell’Italia A e Italia Emergenti – e Zuliani che proveranno a conquistare la prima presenza in maglia Azzurra.

In prima linea si rivedono Pasquali e Zilocchi le cui ultime presenze con l’Italia risalgono rispettivamente alla Rugby World Cup 2019 (22 settembre, Italia-Namibia) e al Sei Nazioni 2021 (20 marzo, Scozia-Italia). Confermata l’ossatura del gruppo Azzurro che fatto parte della rosa dell’Italia durante le Autumn Nations Series nello scorso novembre.

«Ripartiamo dalla vittoria contro l’Uruguay – ha detto Crowley – Abbiamo davanti a noi cinque partite importanti in un torneo che rappresenta un momento della stagione che tutti gli addetti ai lavori e appassionati di rugby aspettano con grande interesse. Proseguiremo nel nostro percorso di rafforzamento dell’identità di squadra cercando di migliorare i meccanismi nel nostro gioco soprattutto nella prima parte del raduno di Verona che sarà fondamentale in preparazione dell’esordio al Sei Nazioni contro la Francia». 

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