È la tassa più odiata da Ryanair. Negli ultimi anni non si contano i lanci d’agenzia e i comunicati stampa firmati dai manager irlandesi contro l’addizionale comunale: l’imposta di 6 euro e 50 centesimi pesa su ogni biglietto e – ripetono senza sosta i vertici della low cost – frena lo sviluppo del traffico aereo. Sia quello sardo che, più in generale, quello italiano. 

Ora però si scopre che Ryanair non avrebbe ancora trasferito alla Sogaer, la società che gestisce l’aeroporto di Cagliari, una parte dell’addizionale comunale incassata dalla vendita dei biglietti. A evidenziarlo sono gli ispettori del Ministero dell’Economia, che qualche mese fa hanno visitato a lungo gli uffici dello scalo del capoluogo. Spulciando i bilanci dell’azienda. Dalla lettura è emerso che Sogaer ha un credito di oltre 18 milioni di euro nei confronti delle compagnie aeree, legato al mancato trasferimento dell’addizionale comunale. E proprio la compagnia irlandese sarebbe quella più indietro nei versamenti, con un debito di 12,8 milioni di euro.

Per capire come sia stato accumulato bisogna spiegare il meccanismo di riscossione. Le compagnie incassano la tassa al momento della vendita dei biglietti e sono obbligate a trasferire le somme entro tre mesi alle società di gestione, che poi a loro volta dovranno versarle in un conto controllato dall’Inps (una parte di questi soldi è dedicata la fondo speciale per i dipendenti del trasporto aereo).

Una parte di questi crediti probabilmente non si vedrà mai, perché ben 2,8 milioni sono riferiti al debito di Alitalia – in amministrazione straordinaria – e non è un caso che al termine dell’ispezione sia stata sollecitata una «verifica dei crediti» per stimare «eventuali situazioni di perdita di valore».

La fetta più grande però è quella di Ryanair, prima compagnia per numero di passeggeri trasportati nello scalo di Cagliari (e in tutta Italia), legata alla Sogaer da un accordo pluriennale di sviluppo del traffico aereo. Una condizione che ovviamente pesa nei rapporti – anche quelli economici – tra le due aziende. Mancano all’appello 12 milioni di imposta raccolta da Ryanair nel 2018 e altri 800mila euro maturati tra 2022 e 2023. Cifre infinitamente più grandi di quelle delle principali compagnie impegnate a Cagliari, cioè Volotea (1,4 milioni), Ita Airways (376mila euro) e EasyJet (108mila euro).  Gli ispettori hanno chiesto spiegazioni di questi crediti non ancora riscossi. La Sogaer ha risposto che «sono state svolte azioni di sollecito in modo costante da parte degli uffici amministrativi».

Nella relazione del ministero però si sottolinea «che fino al 2020 la società si è limitata ad una semplice richiesta di pagamento delle fatture scadute allegando il relativo estratto conto». Nel 2023, «nel corso della presente verifica ispettiva, è stato ripreso nuovamente dalla società il tema delle fatture non pagate relative alle addizionali comunali con una email». Insomma: in questi anni Ryanair non ha avuto il fiato sul collo. E gli ispettori del ministero vogliono capire il perché. 

Tra l’altro il debito verso l’aeroporto di Cagliari non sarebbe nemmeno l’unico. Nella relazione si evidenzia che «la materia è oggetto di investigazione in diversi aeroporti italiani». 

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