Pochi agenti: «A rischio la sicurezza a Cagliari e nel carcere di Uta»
L’allarme dei sindacati della Polizia di Stato e della Polizia PenitenziariaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Organici ridotti al minimo e allarme sicurezza in tutta la Sardegna e in particolare a Cagliari. Le denunce dei sindacati della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria non si contano più ma non si vedono all’orizzonte interventi da parte del Ministero dell’Interno che possano cambiare la situazione in meglio.
Così il Siap di Cagliari va all’attacco: «Da anni, per la Polizia di Stato, denunciamo una situazione organici al collasso. Nel mese di marzo avevamo lanciato l’ennesimo allarme anche consegnando un documento nelle mani del rappresentante del governo. Ebbene: il dipartimento ha reso pubblico un piano di rinforzi che per la provincia di Cagliari è scellerato, pericoloso per la sicurezza dei cittadini, offensivo nei confronti dei poliziotti di ogni ordine e grado e delle autorità provinciali di pubblica sicurezza», evidenzia il segretario generale provinciale del sindacato, Mauro Aresu.
Sulla stessa linea Andrea Listo, segretario regionale del Sap Sardegna: «Nel piano di potenziamento organico della Polizia di Stato diffuso dal Ministero dell’Interno, la provincia di Cagliari riceve un’amara conferma: in tutto il territorio arriveranno solo 8 unità tra Iglesias e Carbonia. Una cifra drammaticamente insufficiente che certifica, nero su bianco, quanto le forze dell’ordine della provincia siano ormai al limite. Tra pensionamenti, trasferimenti e assenza di nuovi arrivi, la presenza nel territorio delle forze dell’ordine è sempre più a rischio nel territorio frusinate è sempre più a rischio».
Aresu insiste: «Vedere una figura d'eccellenza istituzionale, quale è il prefetto, che da poco, intervistato al termine di una riunione del comitato provinciale, per le problematiche di sicurezza pubblica e ripetere per l'ennesima volta che “verranno potenziati i servizi di controllo del territorio”, fa cadere nello sconforto chi conosce bene la situazione organici del Cagliaritano. Ancor di più vedere poi un piano rinforzi che assegna a questa Provincia le briciole rimaste dopo la spartizione tra le altre realtà italiane». Listo aggiunge: «Tra pensionamenti e mancati nuovi arrivi, la provincia Cagliaritana è gravemente penalizzata. I numeri parlano chiaro: otto unità per tutto il territorio è una mancanza di rispetto per i cittadini e per gli operatori che ogni giorno rischiano la vita per garantire sicurezza. Se non si interviene con misure strutturali, i nostri commissariati non riusciranno più a garantire nemmeno l’ordinaria amministrazione».
E quanto accade anche nelle carceri isolane forse è peggio. I sindacati lanciano l’ennesimo appello con un documento inviato al prefetto di Cagliari, sulla gravissima emergenza dell’organico della Polizia Penitenziaria nel penitenziario di Uta, sulla difficoltà nella gestione di detenuti in luogo esterno di cura, sull’impatto sulla Sicurezza Pubblica.
«La Uil Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna intende richiamare l’attenzione su una situazione di gravissima emergenza che sta mettendo a repentaglio non solo la sicurezza e l'operatività della casa circondariale di Uta, e l'incolumità del personale di Polizia Penitenziaria in servizio, ma, a nostro avviso, anche la sicurezza pubblica complessiva a livello provinciale». Parlano i numeri: «L’Istituto di Uta soffre di una carenza organica cronica e allarmante, pari a ben 80 unità rispetto alla tabella ministeriale prevista. Questa situazione, già di per sé critica, è stata ulteriormente aggravata e resa insostenibile dalla necessità di gestire un numero eccezionalmente elevato di piantonamenti dei detenuti in luoghi esterni di cura, anche sette per volta».
Sulla stessa scia anche il Sappe: «La situazione della casa circondariale di Uta sta lentamente peggiorando in termini di sovraccarico lavorativo compromettendo lo stato psico fisico dei poliziotti costretti a turni di 12 ore». Luca Fais, segretario per la Sardegna del Sappe, prosegue: «Questa situazione deve essere immediatamente monitorata e attenzionata dai competenti uffici del Dipartimento e del Ministero della Giustizia perché il personale di Polizia Penitenziaria non può sostenere turni massacranti, rischiando di compromettere la propria incolumità e la sicurezza». Giacomo Mascia, segretario regionale aggiunto del SiNAPPe Sardegna, spiega: «Il sistema non regge più: troppi detenuti ricoverati in luoghi esterni di cura, e sempre meno personale in servizio all’interno dell’istituto nel totale silenzio della politica sarda. Nelle carceri sarde il numero di detenuti ed internati mentalmente instabili ha raggiunto numeri inaccettabili, con un aumento vertiginoso dei ricoveri ospedalieri, e troppo spesso con aggressioni agli agenti e agli operatori sanitari. Chiederemo un incontro urgente con la presidente della Regione Sardegna e con l’assessore alla Sanità. Siamo disposti a scendere in piazza e mantenere un presidio sotto la Regione finché non risolveranno il problema».