È il simbolo della natura che non si arrende. E rinasce sempre, anche dopo gli eventi più tragici come il maxi incendio del Montiferru dell’estate 2021. L’oleastro millenario gravemente danneggiato dalle fiamme ha rigermogliato. Non solo: le sue “figlie”, piantine nate dai suoi semi, sono state messe a dimora nei giorni scorsi nella zona di sa Tanca manna, nel territorio di Cuglieri, a pochi passi dal Patriarca. E altre sono state piantumate nel giardino della scuola. Una scommessa, frutto dell’amore per l’ambiente e la natura ma anche dei progressi della scienza e dello straordinario lavoro di salvaguardia portato avanti dai ricercatori del Centro per la conservazione della biodiversità (Ccb) e della Banca del Germoplasma della Sardegna (Bg-Sar) del Dipartimento di Scienze della vita e dell’ambiente dell’Università di Cagliari.

Il progetto

Erano stati proprio i ricercatori, in tempi non sospetti, a mettere le basi per salvaguardare e proteggere un tesoro della natura come l’olivastro. Nel 2011 avevano raccolto, poi conservato e moltiplicato i semi del Patriarca di Cuglieri. Artefice di questo miracolo della scienza è stato Marco Porceddu che, come curatore della Banca del Germoplasma, ha conservato a -25°C e poi risvegliato, fatto germinare e allevato le plantule di oleastro che oggi sono tornate a casa. Un risultato straordinario soprattutto se, a posteriori, si pensa a quello che ha rischiato l’oleastro nell’inferno di fuoco. “Per il Ccb e per Bg-Sar è un grande motivo d’orgoglio essere riusciti a moltiplicare i semi dell’Oleastro millenario, fortunatamente raccolti prima del passaggio del rogo e conservati nelle nostre strutture dove, grazie all’abilità dei tecnici è stato possibile riuscire a moltiplicare e allevare i materiali” ha sostenuto Gianluigi Bacchetta, direttore di Ccb e Bg-Sar che ha aggiunto: “Noi continuiamo a sostenere la causa del recupero del Montiferru, a collaborare con l’omonima Associazione con l’unico obiettivo di riuscire a ripristinare e a far ripartire l’economia di quei luoghi che sono stati così tanto devastati”.

Messa a dimora della piantina a sa Tanca manna (foto concessa)
Messa a dimora della piantina a sa Tanca manna (foto concessa)
Messa a dimora della piantina a sa Tanca manna (foto concessa)

L’iniziativa

Le piantine nei giorni scorsi sono state messe a dimora durante l’iniziativa “Ogni giorno è buono per salvare un albero”, organizzata dall’associazione Montiferru in collaborazione con il Comune di Cuglieri, la sezione sarda della Società botanica italiana, l’Istituto comprensivo Santu Lussurgiu – Cuglieri e Legambiente Sardegna. A sa Tanca Manna, a pochi metri dall’Oleastro millenario dove ancora giacciono i mastodontici rami carbonizzati e i giovani polloni rinati dalle radici nell’aprile dello scorso anno, è stata piantata la prima figlia di quello che era uno dei più antichi alberi monumentali della Sardegna. A scavare la buca e a riposizionare la giovane piantina c’erano i volontari dell’Associazione Montiferru, guidati dal presidente Pier Paolo Arca, il botanico e ordinario dell’Università di Cagliari, Gianluigi Bacchetta, Marco Porceddu, la dirigente dell’Istituto comprensivo di Santu Lussurgiu – Cuglieri, Patrizia Atzori, e altri cittadini. Seconda tappa nel cortile dell’Istituto comprensivo dove un gruppo di allieve e allievi ha messo a dimora un’altra pianta figlia dell’Oleastro millenario. “Con l’iniziativa di oggi – ha osservato il presidente Pier Paolo Arca – abbiamo voluto dimostrare che l’uomo, in stretta collaborazione con la natura, non vuole perdere la difficile battaglia contro gli incendi per la rigenerazione del territorio e del paesaggio. Lo abbiamo fatto partendo da due luoghi simbolo: Sa Tanca Manna e le scuole. L’area, cioè, dove la natura ha deciso di accompagnare la crescita dell’Oleastro millenario e gli spazi dove si formano le future generazioni per cercare di sensibilizzarle verso l’ambiente e la necessità di condividere bellezza che chi è venuto prima di noi ci ha lasciato. La collaborazione fra il Centro per la conservazione della biodiversità, la Banca del Germoplasma, l’Associazione Montiferru, la sezione sarda della Società Botanica Italiana e l’Associazione Issla sta andando nella direzione di un progetto per il censimento e la protezione degli alberi monumentali della Sardegna. “Siamo tutti impegnati con un unico scopo a vantaggio della collettività, che ci sentiamo di interpretare nei pensieri rivolti alla tutela di questo enorme patrimonio che invece, oggi, è tutt’altro che messo in sicurezza – ha aggiunto- In Italia esiste un registro nazionale degli alberi monumentali, con oltre 400 alberi della Sardegna (compreso l’Oleastro di Sa Tanca Manna che, nonostante il rogo, rimane nell’elenco perché viene considerato assolutamente vitale). Ci sono tuttavia tanti alberi monumentali della nostra Isola che non sono inclusi in tale repertorio e per questo ci stiamo battendo affinché vengano inseriti. Manca inoltre una legge quadro regionale sulla biodiversità e, più nello specifico, per la protezione della flora autoctona”. La Sardegna è l’unica regione d’Italia ancora sprovvista di questo strumento legislativo.

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