Quella Ansaldo trovata in un pollaio
Un'auto d'epoca recuperata con un restauro lungo dieci anniIl gioiello è stato ritrovato in un pollaio. Sommerso dalle galline. Perché la realtà è spesso capace di superare la fantasia e l'immaginazione. Sorride Marco Fois, sessantottenne tecnico della Saras in pensione, quando ripensa a quel giorno di vent'anni fa. "Sono stato da sempre un appassionato di moto antiche, grazie a mio padre che ci insegnò a usare la sua Sterzi 125 di cilindrata che ancora conservo con me. Il mio vicino di casa, Cesare Massidda, mi disse che lui non aveva né vespe né lambrette, piuttosto nella sua azienda in viale Marconi a Cagliari c'era un'auto abbandonata da anni ma ancora con targa, documenti e con le ruote in legno. Andai a vederla più per curiosità da perditempo che per convinzione: non avrei mai immaginato di ritrovarmi davanti a una auto unica, l'Ansaldo del 1927, targata Ca 519. Fu in quell'istante che decisi di vendere l'intera collezione di moto antiche (eccetto quella di mio padre, ovviamente) per finanziare un restauro che è durato dieci anni".
In un libretto che Marco Fois custodisce gelosamente nella sua casa padronale nel centro storico di Monserrato sono annotate tutte le ore di lavoro dedicata alla Ansaldo.
"Ma non ho mai avuto modo né il coraggio di contarle. Praticamente tutti i momenti e giorni liberi dai turni di tecnico di caldaia alle centrale della Saras. Senza contare l'impegno nella ricerca: se sono riuscito a restaurare la vettura è merito di Internet. Ho trovato pezzi di questa vettura un po' in tutto il mondo grazie all'aiuto di chi mi aveva preceduto in questa missione. Soprattutto sono venuto in contatto con un appassionato inglese che sta censendo tutte le Ansaldo ancora esistenti nel mondo. Dovrebbero essere circa 70, conserva modello, copie di documenti e foto. Siamo un gruppo davvero ristretto di amatori in tutto il mondo".
Marco Fois conosceva bene il nome della fabbrica Ansaldo: "Tanti apparecchi presenti nella raffineria di Sarroch hanno l'inconfondibile marchio con i cannoni incrociati perché la Ansaldo è stata anche soprattutto fabbrica di armi e di motori per treni, aerei e navi. Fu fondata nel 1853 a Genova, nel 1919 venne fondata la casa automobilistica del marchio Ansaldo con sede a Torino. Nel 1932 è stata assorbita dalla Om, poi assorbita dalla Viberti".
Grazie a questi approfondimenti storici Marco Fois ha saputo che dopo il fallimento, una catena di montaggio della Ansaldo fu acquistata da una industria in Polonia e proprio nei dintorni di Varsavia ha trovato alcuni pezzi che gli son serviti per il restauro della Ansaldo ritrovata per caso a Cagliari. "Il mio vicino di casa, un imprenditore con diverse attività, l''aveva trasformata in autocarro modificando la parte posteriore per il trasporto merci ma non omologò mia la modifica alla motorizzazione e quindi nei documenti era ancora registrata come autovettura. Su internet poi ho trovato i disegni delle parti di carrozzeria, gli schemi elettrici e meccanici, i disegni delle sedute".
Detto così sembra facile: in realtà Marco Fois è riuscito a completare il lavoro di restauro soltanto grazie a capacità manuali e professionali tutt'altro che comuni: perché un conto è ricevere sul web una valanga di informazioni, un altro è metterle in pratica e realizzare di fatto ex novo gran parte di una vettura unica, rara, incantevole. "Sono stato anche fortunato: il motore e la parte anteriore erano completi, nel pollaio c'era un relitto, è vero, ma con parti che è stato possibile recuperare. Non nego di aver avuto momenti di sconforto, sono stato più volte a una passo da dire: basta, abbandono tutto. Poi è prevalso l'amore per la ricerca anche storica, per il recupero di un mezzo che comunque è un patrimonio per la storia dell'automobile. La Ansaldo era una macchina particolare, poco comune, all'epoca costava 27 mila lire, più o meno quanto un paio di appartamenti. Questa poi non era mai stata cancellata dal pubblico registro automobilistico, ha ancor a la sua targa originale. Ne sono molto orgoglioso.
Quattro cilindri in linea da 1850 centimetri cubici, albero a camme in testa, freni a tamburo: alla Ansaldo di Marco Fois mancava però il magnete che consentiva la messa in moto: "L'ho trovato in un mercatino della domenica a Cagliari, chi lo ha venduta sapeva soltanto che era un apparecchio in grado di generare una notevole scarica elettrica e che in genere veniva usato fai pescatori per stordire le anguille. Eppure non riuscivo ugualmente a metterla in modo: mi accorso solo in un secondo momento che il problema era nella vaschetta del carburatore. E' bastato regolarla, e adesso parte al primo colpo".
Marco Fois utilizza la sua Ansaldo per i raduni di auto d'epoca: ho percorso anche 30 chilometri in due giorni, è affidabilissima, a patto di conoscerla e non pretendere troppo da lei. Velocità massima: una volta ha raggiunto in discesa gli 80 all'ora, lungo il nuovo tratto dell'Orientale sarda, in discesa ovviamente. Bisogna stare attenti soprattutto ai freni; quello a mano funziona benissimo, quello di servizio un po' meno, c'è il rischio di andare dritti a ogni incrocio, occorre sempre andare a passo d'uomo".
Un gioiello recuperato fortunosamente in un pollaio che adesso non ha prezzo: "Sì, perché non lo venderei a nessuna cifra. Su scala internazionale è valutato circa 80-100 mila euro ma la compravendita di queste automobili viaggia su parametri che poco hanno a che fare con un normale mercato collezionistico: ce ne sono così poche al mondo... Chi le ha se le tiene strette".