Metà dei Beatles e Margareth d’Inghilterra, Liz Taylor e le teste coronate di mezza Europa, Brigitte Bardot inseguita dai paparazzi e le supermodelle dell’epoca. Giusto per stilare una brevissima, e tutt’altro che esauriente lista dei primi ospiti eccellenti della Costa Smeralda. Erano i ruggenti anni Sessanta, quelli della nascita del paradiso delle vacanze che hanno portato in Sardegna il jet set internazionale, quello del denaro, del potere ma anche del glamour. C’era una volta e c’è ancora. Cambiano i personaggi, le mode e i modi di raccontarli ma le fotografie e le cronache dell’estate, dopo sei decenni, hanno ancora quel lembo di Gallura costiera come palcoscenico privilegiato.

In  origine erano le foto in bianco e nero di Nello Di Salvo, fotografo di origine siciliana trapiantato ad Olbia, a raccontare i vip delle estati galluresi che finiscono prima sulle pagine dei quotidiani sardi, dove le cronache vacanziere erano ridotte a qualche colonna sulle serate mondane ad Alghero, e poi sui rotocalchi nazionali ed internazionali. Poi arrivò l’era degli inviati, i grandi fotografi di moda, i paparazzi fino ad arrivare alle stories su Instagram che oggi raccontano le vacanze dei (più o meno) famosi minuto per minuto.

I LEGGENDARI SIXTIES

Tra le foto iconiche dei Sixties ci sono quelle di Margareth d’Inghilterra, fotografata più volte a Porto Cervo. Del resto, la famiglia reale inglese è stata spesso ospite in Costa Smeralda, e a Porto Cervo sono legate le ultime foto felici di Lady Diana, 24 anni fa, alla vigilia della tragica morte. Altrettanto simboliche di un’epoca quelle di Ringo Starr e di George Harrison che a distanza di un anno, nel 1968 e nel 1969, passarono le vacanze in Costa Smeralda. O quelle di Brigitte Bardot che, per un certo periodo, ha fatto la spola tra la sua Costa Azzurra e il nuovo emergente, e all’epoca molto più selvaggio, paradiso delle vacanze.

L’Unione Sarda racconta l’arrivo della principessa inglese sulla prima pagina del giornale del 10 agosto 1965. Per la sorella della regina era in realtà un ritorno perché era già stata ospite dell’Aga Khan.  Margareth era in compagnia del marito Tony Armstrong Jones e delle due figlie. «Compunta ma visibilmente distesa – scriveva Peppino Sanna – la principessa ha raggiunto la pista seguita dal marito mentre il principe Karim le andava incontro con un mazzo di fiori». Ed è, informa sempre il giornale dell’epoca, a bordo della Fiat 1800 dell’Aga Khan che la principessa e il marito raggiungono il buen retiro della Pitrizza. La principessa trova anche il tempo di scambiare due parole con i giornalisti. «Sono venuta qui perché è una zona tranquilla. Niente rumori, niente fotografi e giornalisti, niente telefoni. Voglio stare lontana da tutto ciò che è moderno e convenzionale. Ho scelto la Costa Smeralda perché è l’unico luogo dove si possa veramente riposare».

Ringo Starr con la moglie Maureen in Costa Smeralda (Foto concessa Archivio Nello Di Salvo@coast)
Ringo Starr con la moglie Maureen in Costa Smeralda (Foto concessa Archivio Nello Di Salvo@coast)
Ringo Starr con la moglie Maureen in Costa Smeralda (Foto concessa Archivio Nello Di Salvo@coast)

Il POLPO DEI BEATLES

Non è invece finito sulle prime pagine del giornale l’arrivo di Ringo Starr. Il batterista dei Beatles scende dalla scaletta di un aereo Alisarda, sulla pista di Venafiorita, il 22 agosto del 1968 con la moglie Maureen Cox e passa in Sardegna due settimane. L’anno dopo, a giugno, è invece il turno di George Harrison che trascorre venti giorni a Porto Cervo. Della presenza del chitarrista resta traccia in alcune immagini d’epoca girate dalla Rai. Alla presenza di Ringo Starr è anche legato un celebre aneddoto sulla canzone “Octopus’s Garden” ormai entrato nella narrazione epica della Costa Smeralda che spesso vede intrecciarsi realtà e leggenda. Narra la storia che la canzone fu ispirata dai racconti di un esperto pescatore di Cannigione che gli aveva raccontato della vita dei polpi, delle loro tane e abilità mimetiche. Nacquero così i versi di “Octopus’s garden” inserita in Abbey Road, il disco testamento dei Fab four ormai al capolinea. “We would sing and dance around, because we know we can’t be found, I’d like to be under the sea, in an octopus’s garden in thhe shade. Canteremmo e balleremmo in giro, perché sapremmo di non essere trovati, vorrei essere in fondo al mare, nel giardino di un polpo all’ombra. E, che sia realtà o leggenda, c’è un pezzo di mare sardo nella discografia dei Beatles. (1.continua)

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