Primarie, il vento che può diventare tempesta
Il Campo largo si prepara alla nuova sfida elettorale di fine primavera, quando in 27 Comuni sardi si voteranno i nuovi sindaci: tutto da costruire il metodo sulla scelta dei candidatiIl vento è quello buono, della democrazia. Della partecipazione. Dei cittadini che non lasciano scegliere ai partiti i propri rappresentanti nelle istituzioni. Eppure le Primarie, l’arca di Noè su cui si è salvato il Pd, rischiano di naufragare, adesso che i dem hanno cambiato pelle costruendo il Campo largo insieme ai Cinque Stelle.
Il metodo seguito per le Regionali, con l’ingaggio di Alessandra Todde concordato dai partiti isolani – e lo zampino delle segreterie romane, a giudicare dallo champagne stappato a Cagliari da Elly Schlein e Giuseppe Conte – potrebbe ripetersi per le Amministrazione di fine primavera. Le prime avvisaglie ci sono tutte, anche se la trattativa non è nemmeno cominciata.
Prima di sedersi al tavolo delle candidature nei Comuni, nel Campo largo aspettano con trepidazione la proclamazione degli eletti nel primo Consiglio regionale a tradizione Pd-M5S. Un sogno che si dovrebbe avverare ad aprile, quando anche la Giunta Todde dovrebbe essere pronta. Ma dal partito della governatrice, prima donna in Sardegna a occupare la prima poltrona dell’Isola, è suonato il primo de profundis alle Primarie, nello stesso giorno in cui il quotidiano La Repubblica pubblicava l’intervista a Massimo Zedda.
A parlare per i Cinque Stelle è stato Ettore Licheri, il senatore che da fedelissimo di Conte coordina il movimento nell’Isola. Licheri ha bollato le Primarie come «metodo ipocrita», sostenendo che la politica non può abdicare dal proprio ruolo e «si deve assumere la responsabilità delle scelte», ha chiarito il parlamentare. L’esatto contrario di quando detto da Zedda, il fondatore dei Progressisti, l’ex sindaco di Cagliari pronto a ricandidarsi. Meglio: pronto alla sfida delle Primarie.
Cagliari è uno dei ventisette Comuni che va al voto nei prossimi mesi. Presumibilmente l’8 e il 9 giugno, in coincidenza con le Europee, anche se la Regione sarda, che sulla materia elettorale ha competenza primaria, potrebbe fissare una data diversa. Ma in nome del risparmio è difficile immaginare un ulteriore allestimento dei seggi. Le urne si apriranno anche in altri quattro centri sopra i 15mila abitanti, ovvero Sassari, Alghero, Monserrato e Sinnai.
Intorno al dibattito sulle Primarie c’è un solo rischio: che il vento della partecipazione diventi tempesta nel Campo largo. L’aria delle divisione c’è tutta: Sinistra futura, attraverso il suo leader Luca Pizzuto, fresco di elezione dopo il voto del 25 febbraio, sempre sulle pagine de L’Unione Sarda ha spiegato di pensarla come Licheri. Ovvero, sulle candidature per le Amministrative, «dove si può, deve decidere la politica».
È presto per immaginare scenari o anticipare le mosse dei partiti. Ma una cosa è sicura: con le Amministrative l’8 e il 9 giugno, significa l’inizio della campagna elettorale negli stessi giorni di maggio. Ciò che vuol dire per i partiti cominciare a preparare le liste da metà aprile. Quindi il Campo largo deve darsi appuntamento quando prima, se ha davvero intenzione di aprire le urne delle Primarie, considerando che marzo è già iniziato da una settimana e la macchina organizzativa va messa in moto.
Ovvio che i partiti contrari al metodo dem hanno tutto l’interesse a rallentare l'avvio del confronto. La scusa del “si è fatto tardi” è buona per ogni stagione. Ma per un altro verso il Campo largo sa bene di non poter sprecare l’occasione di cavalcare l’onda delle Regionali, in cui il centrodestra partiva favorito ed effettivamente le liste in sostegno a Paolo Truzzu hanno superato per consenso anche i voti della Todde. Tuttavia, la candidata presidente del Campo largo ha preso quella manciata di voti in più (1.600, con il conteggio non chiuso) che per Giorgia Meloni è una sonora sconfitta da quando a settembre 2022 ha stravinto le Politiche.
Oltre alla nuova Giunta sarda, da cui si capirà tanto sulle intenzioni dei partiti sardi, anche le Primarie saranno un metro di misura per ricavare i rapporti di Forza nel variegato Campo largo, dove nuove e insolite alleanze interne potranno segnare il passo. Gli ingredienti ci sono tutti: nel prossimo Consiglio regionale accanto a dem e Cinque Stelle ci saranno gli eletti di Alleanza Verdi e Sinistra, Uniti per Todde, Progressisti, Sinistra futura, Orizzonte Comune e Socialisti. Ma della Coalizione fanno parte anche Fortza Paris e Demos. Dieci partiti, che equivalgono a moltissima carne sul fuoco.