Peppeddu Cuccu e le voci delle grandi star del cinema
Con De Seta il ragazzino di Orgosolo abitò per qualche mese in un mondo magico che nessun altro coetaneo in Sardegna aveva lambitoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Vittorio De Seta aveva fatto un tentativo, nella speranza che andasse bene. In sala di doppiaggio, aveva chiesto al piccolo Peppeddu di doppiarsi da solo, dimenticando per un momento la lingua sarda e sforzandosi di parlare in italiano. Fu un disastro, sicché dovette valutare le voci di mestiere, donne, perché si trattava di doppiare un bambino, e la selezione di fior di professioniste fu lunga e accidentata, ma da lì a qualche mese finalmente “Banditi a Orgosolo” vide la luce.
Sette mesi di riprese, dicembre 1959-giugno 1960. Un set diverso ogni settimana, dalle rocce di Nuraghe Mannu ai panorami western di Su Disterru. «Questa è la realtà, vero?», domandava prima di ogni ciak Vittorio De Seta. La stessa domanda, fatta ai protagonisti e alle comparse, con l’ansia di chi aveva un’ossessione per la verità. Era arrivato a Orgosolo l’anno prima per girare due documentari: “Un giorno in Barbagia” e “Pastori di Orgosolo”, e accompagnato da Mario Battasi e Pasquale Marotto, fratello del poeta Peppino Marotto, poté entrare negli ovili e dentro le case. Così - quando ventitré mesi dopo tornò in paese per girare il suo primo lungometraggio - i due furono nominati suoi assistenti e consiglieri sul set dove il cast di orgolesi recitavano una storia vista tante volte nella realtà, quella dei vinti che sospettati di furto e omicidio diventano banditi.
C’era, tra gli attori, e con un ruolo di coprotagonista, anche Peppeddu Cuccu, morto lo scorso maggio a 76 anni. È stato salutato come l’attore bambino di “Banditi a Orgosolo” e quello sguardo dolce e selvatico di dodicenne (interpretava il ruolo di Giuseppe Iossu, il fratellino del protagonista) era rimasto lo stesso sino alla vecchiaia, un vivido lampo riemerso negli occhi di zio Giobatta Irde in Sonetàula (2008) e nel 2022 nei silenzi del vecchio Raffaele, il patriarca di Bentu.
«Aveva già lavorato con me in Sonetàula, avevo voglia di girare con lui», ha raccontato il regista Salvatore Mereu a Sergio Naitza per L’Unione Sarda, in un’intervista del 2013 in occasione della presentazione di un corto (Transumanza) inserito nel film collettivo Venezia 70-Future Reloaded presentato alla Mostra del cinema. «È un uomo straordinario, che dal cinema è stato segnato, anche se lui non lo dice. Non nel senso che avrebbe voluto fare l’attore ma perché “Banditi a Orgosolo” avrebbe potuto cambiargli la vita. De Seta l’aveva portato a Roma per il doppiaggio, in realtà con l’intenzione di prenderlo sotto la sua ala protettrice e farlo studiare. Peppeddu nella Capitale ha resistito pochi mesi ed è tornato a Orgosolo, a fare di nuovo il pastore sul Supramonte. Ecco, volevo dargli ancora una chance».
Una chance che, in quel cortometraggio, Peppeddu Cuccu aveva colto (impersonava un capraro) da par suo; e qualche anno più tardi - nonostante le già precarie condizioni fisiche - si ripeté nell’intensa interpretazione del vecchio contadino di Bentu che aspetta la mano santa del vento.
Il cinema, però, non era nella sua natura. Finite le riprese di “Banditi a Orgosolo”, De Seta l’aveva portato con sé a Roma per farlo restare, tentando magari una carriera di attore. Di quei mesi dedicati al doppiaggio del film, restano i diari del regista che, tra le annotazioni, riporta anche il resoconto del lavoro fatto col bambino. Il primo tentativo, annotò, fu quello di convincere Peppeddu a doppiarsi da solo, ma il risultato non fu buono. Poi, il 10 aprile 1961 scrive: «Provato Savagnone per Peppeddu, male» (non si sa se Deddi o Rita, entrambe celebri doppiatrici delle grandi dive). Fino alla soluzione definitiva: «Abbiamo rifatto Peppeddu con la Piccinato» (23 aprile). Paola Piccinato, che già faceva Mintonia, è dunque anche la voce del giovane Peppeddu. «Nessun problema in questo, al massimo bisognerà scurirle il tono», fu l’appunto del regista.
Pare di vederlo, il piccolo Peppeddu Cuccu in sala di doppiaggio, accanto alle professioniste che prestavano la voce a Sofia Loren, Elizabeth Taylor, Faye Dunaway, Lauren Bacall e alle più grandi attrici del tempo.
Il ragazzino di Orgosolo abitò per qualche mese in un mondo magico che nessun altro coetaneo in Sardegna aveva lambito, ma era infine tornato al paese, sul Supramonte che per lui non è mai stato il paesaggio di una finzione.