Diciamolo con due numeri: nel mondo ad averlo fatto sono in 8.143. Quelli che l’anno fatto almeno due volte sono 52. In questo articolo ne saranno trascurati 51. Qui si parla solo di un 54enne cagliaritano, che nella vita lavora per una compagnia telefonica, che si alza presto la mattina e adora correre. Così tanto che Alberto Passetti ha corso 39 maratone in 12 paesi di tre continenti (e sin qui tutto bene), ma soprattutto ha completato per due volte il World Marathon Majors. Per chi legittimamente lo ignorasse, trattasi di un circuito che mette insieme sei tra le principali maratone del mondo: Boston, New York, Chicago, Londra, Berlino e (ultima a entrare nell’elenco, giusto dieci anni fa) Tokyo. Un circuito che, a parte 84 scavezzacollo dalle articolazioni evidentemente robustissime, non si completa nello stesso anno: nel 2022 questa pazzia l’ha fatta una persona soltanto. Per dire.

La storia

Reduce dai 42,195 km di Tokyo, dove ha completato il suo secondo WMM, Passetti è già in partenza per Boston e Londra, per una doppietta che lo avvicina a quegli “irresponsabili” di cui sopra. Non di tanto però, perché le sue quasi quaranta corse sulla distanza di Fidippide (si fa per dire) le ha spalmate in 18 anni. “La prima volta? A New York, naturalmente, con degli amici, quasi per scherzo. Ci ho messo cinque ore e sono orgoglioso di poter dire di aver attraversato tutte le ore, scendendo sotto le tre nel 2017, a Francoforte”, attacca. Viaggio e maratona, nella sua vita vanno di pari passo: “Di base mi vorrei considerare un maratoneta più che un viaggiatore, ma le due cose coincidono. Quando viaggio per partecipare a una maratona visito i luoghi seguendo un po’ i percorsi turistici. Però mi piacciono i parchi, amo scoprire dove corrono gli abitanti e andarci anche io per una corsetta pre gara”. È una forma di turismo: “Correndo si vedono cose che altrimenti sfuggono e soprattutto si conosce la gente, si fanno nuove amicizie. Il mio Facebook è un promemoria delle persone che ho incontrato in giro per il mondo”, prosegue Passetti. Insomma si sceglie la destinazione o la gara? “Si cerca di farlo coincidere. A volte la maratona suggerisce la destinazione, a volte per una destinazione si cerca una data che preveda una gara, non necessariamente sui 42 km. Il turismo podistico ti fa conoscere meglio le città oppure la maratona te ne fa scoprire qualcuna che non ti aspetteresti. A me è capitato con Città del Messico: bellissima. La partenza era accanto allo stadio dove Mennea ha fatto il record dei 200 metri”.

Alberto Passetti all'arrivo della Maratona di Miami (foto concessa)
Alberto Passetti all'arrivo della Maratona di Miami (foto concessa)
Alberto Passetti all'arrivo della Maratona di Miami (foto concessa)

La più bella

Non sempre la più bella città coincide con la più bella gara. “Boston rimane la mia preferita, l’ho già fatta cinque volte e, nel 2020, quando c’è stato il lockdown, sono stato tra chi ha partecipato alla gara virtuale, cioè correre la distanza nella mia città. È la maratona più antica del mondo che si sia corsa senza interruzione, sin dall’anno dopo Atene 1896. La cosa più bella? Le ragazze di Wellesley, il college dove ha studiato anche Hillary Clinton, che escono per applaudire i maratoneti poco dopo il 20° km. Il loro tifo si sente da un chilometro prima e per un chilometro dopo il passaggio”. Una maratona bella e difficile da provare: come a New York, per partecipare senza dover acquistare il pacchetto turistico completo occorre avere un buon tempo di accredito. Intanto ci tornerà: “Sì, e farò la pazzia di aggiungere Londra. Sono a distanza di sei giorni. D’altra parte anche Chicago e Berlino sono vicine: le maratone si corrono soltanto in autunno o primavera, è inevitabile qualche sovrapposizione”.

Alberto Passetti impegnato nella Maratona di Amburgo, in Germania (foto concessa)
Alberto Passetti impegnato nella Maratona di Amburgo, in Germania (foto concessa)
Alberto Passetti impegnato nella Maratona di Amburgo, in Germania (foto concessa)

I sacrifici

Preparare la maratona richiede sacrifici non soltanto in termini di fatica, per allenarsi. Il viaggio ha costi non indifferenti: “Per tutte e sei le maratone Major servirebbero 10-12mila euro”, conferma Passetti che investe ciò che risparmia nelle sue passioni: “In fondo con una spesa unica ne soddisfo due, la corsa e il viaggio”, scherza, “ma è evidente che ci sono delle rinunce da fare”. Soprattutto se il circuito deciderà di aggiungere una settima prova, magari Città del Capo, per comprendere l’Africa: “In realtà sembra favorita Sydney. In ogni caso, se sarà inserita la farò. Nel 2024 dovrei prendere la terza “collana” poi smetterò”. Di fare maratone? “Neanche per sogno. Di fare una di queste sei. Le maratone, sinché ce la faccio continuerò a correrle e a viaggiare”.

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