Un viaggio tra murales e graffiti. L'Isola raccontata attraverso l'arte di strada. Oltre quattrocento pagine, tantissime fotografie, testi, analisi, schede e mappe fanno di "Muri di Sardegna" una vera e propria enciclopedia sulla street art targata quattro mori. L'opera, appena pubblicata da Dario Flaccovio Editore, nasce grazie un'idea dell'associazione cagliaritana Asteras, impegnata da tempo sul fronte dei beni culturali e delle arti visive. "Abbiamo intrapreso il progetto - spiegano Ivana Salis, Gianfranca Loi, Barbara Catte, Elisabetta Borghi e Massimiliano Frau, autori del libro e fondatori dell'associazione - con l'obiettivo di mettere in luce la portata di questa peculiarità del paesaggio urbano ed extraurbano della Sardegna: si tratta di un immenso patrimonio visuale costantemente mutevole che rappresenta un vero unicum".

In commercio ci sono numerosi libri su muralismo e street art, ma mancava una vera e propria guida, un volume di piccole dimensione da tenere nello zaino e da utilizzare durante un viaggio nell'isola. "Vuole essere anche un invito ad attraversare la Sardegna - spiegano gli autori - seguendo i muri dipinti nel territorio dell'Isola. Un territorio vasto qui suddiviso per convenzione in tre settori geografici: sud centro e nord". L'associazione Asteras ha scelto di non fare riferimento alle attuali Province anche perché attualmente non sono certi i confini amministrativi di questi enti. Molto meglio lavorare su tre grandi bacini territoriali dopo aver individuato murales e graffiti in 145 Comuni dell'Isola: 51 al sud, 65 al centro e 29 al nord. "Negli indici - si legge nella premessa di "Muri di Sardegna" - scorrono i centri maggiori per la produzione di murales storici come San Sperate e Orgosolo, i centri più noti per la street art come San Gavino, Cagliari e Sassari, e via via tutti quei Comuni dove il fenomeno ha assunto testimonianze di qualità. Ognuno dei tre settori geografici si apre con un riferimento cartografico e un'introduzione di accompagnamento verso percorsi suggeriti da tematiche o situazioni omogenee. Lenti di ingrandimento puntano su singoli Comuni, dove le immagini sono accompagnate da didascalie e da finestre di rapido approfondimento. A corredo ecco gli apparati finali, con indici dei nomi e dei luoghi, bibliografica essenziale, biografie sintetiche degli autori e un glossario".

Il lavoro dell'associazione Asteras regala oltre cinquecento immagini (quasi tutte realizzate dal fotografo Massimiliano Frau) e una parte introduttiva che consente agli appassionati di comprendere meglio il fenomeno della street art nell'Isola. Quasi tutti gli amanti dei murales conoscono i casi di San Sperate e Orgosolo, dove questa disciplina artistica ha trovato terreno fertile a partire dagli anni Sessanta grazie alle intuizioni di Pinuccio Sciola, Angelo Pilloni e Francesco Del Casino. Barbara Catte, Gianfranca Loi e Ivana Salis, autrici dei testi, ricordano che in realtà i muri sardi hanno iniziato a "parlare" nel 1950. "Su una parete interna nella foresteria della miniera di Monteponi - si legge nella guida - Aligi Sassu dipinge il grande affresco "La miniera" (alto 3 metri e 50, largo 12 metri), restaurato nel 1997 e vincolato nel 2014 con decreto ministeriale: un omaggio al lavoro dei minatori, un murale che ha un realistico impianto narrativo e un forte carattere civile". Il grande pittore realizzerà in seguito altre opere in diversi comuni della Sardegna.

I primo murale di San Sperate è stato realizzato nel 1968 da Pinuccio Sciola. Da quel momento l'arte ha caratterizzato il centro campidanese, definito paese-museo. Cosa che accadde anche a Orgosolo, grazie all'attività di Francesco Del Casino.

"La street art - spiegano gli autori di "Muri di Sardegna" - è un fenomeno artistico di rilievo, che allinea l'Isola al contesto internazionale. La guida vuole offrire al viaggiatore uno strumento utile per la ricerca e la comprensione degli elementi più emblematici: dai rinomati murales di Orgosolo e di San Sperate alla nuova street art di San Gavino Monreale. Dagli anni Sessanta del Novecento sino agli anni Duemila. Grandi interpreti e giovani utopie: un circuito affascinante, istruttivo e ricco di sorprese. Il libro è una guida pratica da portare in viaggio, oltre che un piccolo atlante iconografico dei sentimenti, delle visioni e delle speranze di un popolo".

Il libro voluto dall'associazione Asteras esplora città e paesi. Le fotografie di Massimiliano Frau spesso si concentrano sui dettagli dell'opere. Particolari che consentono di comprendere stili e tecniche dei tantissimi artisti presenti nella guida: da Aligi Sassu a Manu Invisible, da Angelo Pilloni a Crisa, da Pinuccio Sciola a Tellas, da Hadmar a Pina Monne, da Diego Asproni a Giorgio Casu. Centinaia di writer e muralisti tutti insieme in un'opera che l'associazione Asteres ha realizzato con il supporto dei Comuni di San Nicolò d'Arcidano, Capoterra, San Sperate, Escolca e Silius, Guspini, Nuoro e Cagliari.

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