“Tu immaginati come potrebbe festeggiare Mina i suoi 84 anni e non ti sbagli: non festeggia”.

Chissà quanti follower avrebbe oggi se non avesse scelto il silenzio.

In un mondo affamato di visibilità, capire chi sceglie l’oblio pur avendo in mano le chiavi della presunta felicità, quella effimera e finta che deriva dalla fama, è complicato.

Mina Anna Maria Mazzini (Busto Arsizio, 25 marzo 1940) ha detto basta nel 1978, 46 anni fa, al culmine del successo. A vent’anni dal suo esordio, nel 1958, si è ritirata a Lugano e nessuno l’ha mai più vista, se non in qualche copertina dei suoi dischi, con gli occhi perennemente coperti dai Ray Ban Aviator con le lenti fumé . Sentita sì, altre centinaia di volte. Ma vista mai, se non in qualche foto di uno dei suoi album, quelli sì pubblicati con ammirevole costanza.

Per questo sapere da suo figlio Massimilano Pani, primogenito e suo produttore, che non ha festeggiato il suo compleanno non sorprende nessuno.

La sua voce, quella sì, è sempre rimasta accessibile. Prima del ritiro dalle scene – nel ’78, dopo 11 concerti a Bussoladomani, a Lido di Camaiore, in Versilia - aveva inciso 30 album (di cui tre live). Negli anni successivi ne ha inciso 47: l’ultimo, nel 2023, si intitola “Ti amo come un pazzo”. Ma i numeri di una carriera impressionante quanto la sua voce vanno molto oltre. Ha pubblicato anche 56 raccolte, 18 Extended play, edizioni limitate, 240 singoli, 40 colonne sonore, 86 album non ufficiali, senza considerare i 56 duetti su disco.

Una produzione sconfinata tra brani scritti per lei dai migliori autori e cover che hanno abbracciato ogni genere, con una predilezione per la musica brasiliana. Ha cantato e canta di tutto e di tutti, con la sua voce universale in grado di valorizzare e dare colori nuovi a qualsiasi pezzo; viceversa, centinaia di cantanti hanno reinterpretato le sue canzoni.

Ecco perché con oltre 150 milioni di album venduti, è l'artista musicale italiana di maggior successo discografico.

Un successo alimentato in continuazione dai suoi nuovi album, dai film che inseriscono le sue canzoni nella colonna sonora, da eventi durante i quali i suoi pezzi contribuiscono a creare un clima, un mood. E nello stesso tempo continuano ad alimentare il mito.

Lo scorso anno, per dire, alla Milano Fashion Week Sabato De Sarno ha presentato la sua prima collezione per Gucci.

Mark Ronson, tra i più noti produttori, fra gli altri, di Amy Winehouse, Bruno Mars, Dua Lipa e Miley Cyrus, ha chiuso sulle note di un remix di Ancora, ancora, ancora, uno dei suoi pezzi più celebri. Da quel giorno, la nuova versione del brano è diventata virale sui social.

Era già successo centinaia di altre volte, succederà ancora.

Il suo sito web è bellissimo, una home page bianca con un occhio, il suo, al posto della freccia che si muove con il mouse. C’è musica – in apertura una sua interpretazione di Adagio di Albinoni – c’è la sua discografia, ci sono foto animate in cui il suo viso muta, c’è Mina disegnata e fotografata, Mina alla radio, Mina in tv, la sezione dicono di lei.

E una sezione - Mina editorialista – che raccoglie le sue 576 conversazioni con i lettori su Vanity Fair, i 98 articoli sul periodico Liberal, i 521 commenti scritti per La Stampa.

Buon compleanno, Mina, una parte rilevante del patrimonio culturale italiano.

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