Oltre cento morti da gennaio a fine dicembre, una ventina dei quali negli ultimi tre mesi. Croci sulle strade della Sardegna, storie di vite interrotte. L’ultimo rapporto Istat sulla sicurezza nelle strade, rileva nell'Isola un tasso di mortalità tra i più elevati in Italia: 6,3 vittime per 100mila abitanti, mentre la media nazionale è di 5,4. Una strage senza fine che lo scorso anno ha contato cento morti in Sardegna, numeri in aumento rispetto ai 91 del 2021 e ai 71 del 2019, anno preso a riferimento prima della pandemia.

La mappa. Sulle statali ci sono ancora incroci a raso e tratti a rischio; mentre la rete viaria provinciale, senza spartitraffico centrale, ha curve trappola e sovente un manto stradale in pessime condizioni. La provinciale 17, tra Villamassargia e Carbonia, è quella con il maggior numero di croci: 7. Ma l’Orientale Sarda e la 131, compresa la 131dcn, sono sempre comparse nelle mappe Istat sulle strade più pericolose, ma le croci sono comparse ovunque, dall’Oristanese alla Gallura, da Sassari e provincia a Nuoro, dall’Ogliastra al Sud Sardegna.

I quattro giovanissimi morti in viale Marconi, a Cagliari, e la direttrice del carcere di Nuoro, assieme a un ispettore della Polizia penitenziaria, sono tra più grandi sciagure stradali dei tempi recenti in Sardegna, e quelle vittime sono state seguite da diverse altre, in una strage che sembra non avere fine. A impressionare, oltre ai numeri allarmanti, è anche il fatto che, paradossalmente, le strade diventano invece sempre più sicure, grazie agli investimenti degli enti locali sulla sicurezza e sulla manutenzione. E anche le vetture sono dotate di strumenti tecnologici inimmaginabili venti anni fa, dagli airbag agli stabilizzatori. Eppure si continua a more dentro un’auto. Perché? La velocità, certo. Un “vecchio” problema. Poi l’assunzione di alcol e droga da parte di chi si mette alla guida spiegano, per una parte, il fenomeno. L’alcol, per esempio, non solo produce una riduzione dei freni inibitori ma causa il rallentamento della capacità di percepire e reagire al pericolo, oltre a diminuire il raggio visivo. Ma non solo. L’errore ancora diffuso di guidare con lo sguardo rivolto sullo smartphone è un’altra delle cause principali.

“L’elevato numero di persone che perdono la vita o che rimangono gravemente ferite sulle nostre strade costituisce una sofferenza sociale inaccettabile”, ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada. “Le vittime del traffico stradale sono un prezzo che la comunità non può tollerare. Se si considerano le vite stroncate e le lesioni gravi riportate da ciclisti, pedoni, anziani, disabili, utenti vulnerabili della strada emerge con chiarezza quanto sia prioritario rafforzare la sicurezza nella mobilità”. Per il capo dello Stato sono inoltre “intollerabili i dati relativi alle vittime di incidenti con età inferiore ai diciotto anni”. Per questo motivo, “per garantire l’integrità della vita è indispensabile una attenta e condivisa azione sinergica tra istituzioni, società civile e industria”.

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