È il primo poema in italiano volgare. Ma soprattutto è un canto di lode del Creato, un inno di fratellanza e misericordia: è il Cantico delle Creature di San Francesco, di cui nel 2025 si celebrano gli 800 anni. Un traguardo significativo per la grande famiglia francescana, con celebrazioni da Assisi fino a Oristano.

La storia

Nella primavera del 1225, alcuni mesi dopo l’esperienza cruciale della Verna in cui il poverello d’Assisi ricevette le stigmate, Francesco volle passare un periodo di cinquanta giorni nel monastero di san Damiano, dove vivevano Chiara e le prime sorelle povere. Durante quel soggiorno, dopo una notte travagliata dai dolori delle sue malattie, Francesco compose quell’inno di lode e di ringraziamento a Dio che ancora oggi è una pietra miliare nella storia dei francescani, del cristianesimo e della letteratura.

Il Cantico è da sempre simbolo della tutela del creato, è una dichiarazione d’amore a Dio e alle sue creature che poi si snoda attraverso le sue opere diventando un inno alla vita. La preghiera di san Francesco si fonda su una visione positiva della natura, poiché in essa è riflessa l'immagine del Creatore. Ed ecco “sorella luna e frate sole”, quel senso di fratellanza verso l’acqua e il fuoco e la natura tutta, da guardare sempre con ammirazione, rispetto e un senso di meraviglia. Nell’opera ritorna continuamente il richiamo al valore di un’umanità che deve restare tale e deve mantenere la propria autenticità. Passaggi che risuonano quantomai attuali, in un’epoca in cui sempre più spesso le persone rischiano di ridursi a mere fruitori di tecnologia, schiavi dietro realtà virtuali.

Riproduzione di una pergamena con il Cantico delle Creature (foto V. Pinna)
Riproduzione di una pergamena con il Cantico delle Creature (foto V. Pinna)

Riproduzione di una pergamena con il Cantico delle Creature (foto V. Pinna)

A ottobre scorso, durante una iniziativa a Palazzo Borromeo a Roma per celebrare il cantico delle creature, anche Papa Francesco con un messaggio affidato al cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, aveva ribadito che “bisogna proseguire l’opera di sensibilizzazione nella cura del creato. C’è un grande insegnamento in quella preghiera che da otto secoli non ha mai smesso di palpitare e che San Francesco compose sul finire della sua vita”.

Un’opera che mantiene tutta la sua attualità nonostante gli 800 anni. E, secondo la famiglia francescana, il modo migliore per celebrarla è “un cambiamento radicale nel rapporto con il creato, ricordando che si è solo ospiti sulla terra e quindi si deve avere cura della natura, casa comune di tutti uomini, animali, piante. Non si può essere solo consumatori di risorse ma è necessario fermarsi davanti al creato, ammirarne la bellezza e rispettare ogni forma di vita”. Questa è la sfida in chiave antropologica e ambientale, una scommessa che nasce nel solco di quel messaggio intramontabile e senza tempo.

Chiesa dei frati francescani a Oristano (foto archivio Unione Sarda)
Chiesa dei frati francescani a Oristano (foto archivio Unione Sarda)

Chiesa dei frati francescani a Oristano (foto archivio Unione Sarda)

Lo spirito francescano è molto radicato nell’Oristanese e nell’Arcidiocesi sono presenti diverse realtà che appartengono alla famiglia francescana: a Laconi e Oristano due comunità di frati cappuccini, sempre in città una comunità di frati conventuali e di monache clarisse, poi l’Ordine Francescano secolare a Laconi, Narbolia, Meana Sardo, Oristano, Silì e Villaurbana. In occasione degli 800 anni del Cantico delle Creature, le varie comunità hanno pensato di proporre un percorso di sei tappe aperto a tutta la comunità diocesana, in particolare a chi desidera approfondire la spiritualità di Francesco d’Assisi. Un cammino di riflessione sul Cantico, per riscoprirne il messaggio e lasciarsi interrogare dalle sfide del nostro tempo. “Perché, in effetti, ciò che Francesco d’Assisi ha voluto lanciare col suo componimento, scritto quando ormai era cieco e la malattia lo stava consumando, ha oltrepassato i confini della famiglia francescana ed è diventato un messaggio di tutti e per tutti. Anzi, dopo 800 anni continua a ispirare tante persone sotto diversi punti di vista, sia che lo interpretino come una lode cristiana, sia che lo vedano come un componimento letterario, e ancora come una preghiera ecumenica o interreligiosa” ricordano in una nota le comunità francescane oristanesi.

Il monastero di santa Chiara a Oristano ospiterà gli eventi dedicati al Cantico delle Creature (foto archivio Unione Sarda)
Il monastero di santa Chiara a Oristano ospiterà gli eventi dedicati al Cantico delle Creature (foto archivio Unione Sarda)

Il monastero di santa Chiara a Oristano ospiterà gli eventi dedicati al Cantico delle Creature (foto archivio Unione Sarda)

La prima tappa si è tenuta ad aprile, l’ultima è in programma a dicembre. Ogni incontro (saranno ospitati tutti nel monastero delle Clarisse) sarà caratterizzato da testimonianze di vita che cercheranno di rivelare come le parole di Francesco non fossero teoria ma espressione di quanto concretamente vissuto.

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