Low cost, il business dei bagagli a mano: affari milionari per le compagnie
Per i vettori ogni singolo trolley trasportato determina un maggior consumo di carburante. Ma il profitto per valigia è di circa il 94 per centoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È la scoperta dell’acqua calda: le compagnie low cost guadagnano moltissimo dai trolley che vengono portati a bordo. Ovvero, una delle tante voci dei servizi non compresi nel costo del biglietto. La novità è che adesso ci sono i calcoli precisi sul giro d’affari che ruota intorno ai trolley sistemati nelle cappelliere. I conti li ha fatti il Corriere della Sera che ha incrociato i dati dei bilanci aziendali con i prezzi del trasporto bagagli.
Sia chiaro: alle low cost va il merito di offrire, a miliardi di cittadini nel mondo, la possibilità di viaggiare a prezzi che con le compagnie tradizionali erano proibitivi. Poi: siccome si tratta di imprese e non di benefattori, è ovvio che a fronte di un biglietto a costi accessibili ci sia una controcompensazione su altri servizi di bordo. Dai bagagli ai pasti, ma anche l’imbarco prioritario e la scelta del posto.
I bagagli fanno notizia perché il margine di guadagno è piuttosto ampio. Basta fare una verifica diretta. Simulando una prenotazione sul sito Ryanair, cuore irlandese, la prima low cost europea per volumi d’affari, portare un trolley a bordo costa per esempio 29,50 euro sulla tratta Cagliari-Madrid a metà giugno, venduta a 25,55 euro. Con easyJet, sede a Luton nel Regno Unito, si pagano, sempre facendo una prova, 66,48 euro di trasporto bagaglio, a fronte di un biglietto da 41,99 (per inciso: una valigia da stiva costa meno, 62,98 euro). In questo caso il collegamento preso a riferimento è il Milano-Amsterdam. Ancora: con Wizz Air, altra low cost dalle politiche commerciali molto aggressive, quartier generale a Budapest, in Ungheria, per un Roma-Tirana a fine maggio si pagano 45,99 euro, a cui ne vanno aggiunti 30,88 per un trolley in cabina, sempre da dieci chili. Parliamo del solo voto di andata.
Per le compagnie, i servizi extra biglietto, tra cui il trasporto dei bagagli, rappresentano circa il 15 per cento di tutti gli incassi. E sono enormi cifre. Stando ai dati della Iata, l’International air transport association, l’organizzazione che raccoglie i vettori nel mondo, nel 2025 il fatturato del settore aereo supererà i mille miliardi. Una cifra davvero importante, che vale grandi numeri anche per il singolo segmento dei servizi a pagamento in cui sono inclusi i bagagli.
Partire con un trolley è una costante per i passeggeri low cost, specie quando la vacanza o un viaggio d’affari si protrae per più di tre-quattro giorni. Tant’è: la sola Ryanair ha trasportato nel 2024 qualcosa come 166 milioni di valigie che, in base al costo medio di trasporto, hanno fatto entrare nelle casse del colosso irlandese circa quattro miliardi di euro, sempre secondo i calcoli fatti dal quotidiano di via Solferino.
C’è ancora un altro conteggio che spiega bene quanto i margini di guadagno sul trasporto dei bagagli contribuiscano a mantenere in vita le low cost e quindi alimentare (fortunatamente) anche quel mercato dei sogni e di vacanza per i viaggiatori meno abbienti. Le compagnie a basso costo motivano il pagamento extra dei trolley spiegando che ogni bagaglio appesantisce il velivolo, ovvero richiede un maggior consumo di carburante. Il Corriere della Sera ha stimato che l’aumento del costo per valigia ammonta a 1,73 euro. Quindi per mille “pezzi” portati in cabina sono 1.730 euro. Ma considerando che un passeggero ne paga in media 30 per singolo trolley, viene fuori che il vettore incassa 30mila euro. Significa un profitto di 28.270 euro. È il 94,2 per cento.