I suoi detrattori lo hanno dato per spacciato, lo hanno considerato finito quando il ring gli ha sbattuto la porta in faccia, prendendo a pugni le sue ambizioni. Come quel 23 febbraio del 2018, quando contro il polacco Kamil Szeremta finì al tappeto alla seconda ripresa, colpito da un potentissimo jab sinistro al mento, e fallì per la prima volta l'assalto alla corona Continentale dei pesi medi. O come, a giugno del 2019, a Milano, quando Daniele Scardina gli ha negato la soddisfazione di conquistare il titolo Internazionale Ibf dei pesi supermedi. Ma lui, Alessandro Goddi, 33 anni di Nuoro, non si è arreso e non si è dato mai per vinto e ha continuato ad allenarsi: ogni giorno, la mattina di corsa, la sera in palestra. “Quella sconfitta ancora mi brucia”, dice il nuorese, “non tanto per il risultato in sé, ma per come è maturata. Venivo da un momento complicato, il cambio dell’allenatore. Non ero pronto per affrontare un match duro come quello, ma siccome non dico mai di no quando si tratta di salire sul ring…Oggi, però, vorrei avere la possibilità di una rivincita. Io e Daniele siamo diventati amici, gli dico sempre che un giorno ci riaffronteremo”.

Otto vite. Se i gatti hanno sette vite, Alessandro Goddi ne ha almeno otto e si prepara a vivere la nuova con una grande serenità (ritrovata anche dopo la nascita, quasi due anni fa, di suo figlio Leon) e consapevolezza: “L’obiettivo è tornare a combattere per titolo europeo”. E così, se la strada è tracciata, eccolo di nuovo pronto a lanciare una nuova sfida. Nuova in ogni senso, perché per la prima volta in carriera Goddi tenterà di conquistare il titolo italiano dei pesi supermedi (dopo aver vinto la corona tricolore dei medi contro Lorenzo Cosseddu, sette anni fa). L’occasione gliela offre il piemontese Ivan Zucco, capace di conquistare e difendere la cintura due volte quest’anno. Goddi, infatti, è stato nominato sfidante ufficiale. L’incontro, lo dice lo stesso Goddi, “difficilissimo” potrebbe già essere fissato entro la fine dell'anno. “La mia storia pugilistica inizia sempre da un titolo italiano, ricomincio da qui, sapendo che Zucco è un avversario molto forte, con l’obiettivo di tornare a combattere a livello europeo”, dice.

Nuovo angolo. Goddi, quindi, a 33 anni decide di rimettersi in gioco. E per questo non lascia nulla al caso. La marcia di avvicinamento al match sarà scandita da duri allenamenti, chilometri e chilometri di corsa, ore e ore di attrezzi, figure e guanti in palestra. Insomma, la solita preparazione maniacale da svolgere, stavolta, sotto una nuova guida: con lui, infatti, all’angolo ci saranno due pugili di razza, l’olbiese Simone Maludrottu, per anni re incontrato in Europa dei pesi gallo, e Salvatore Erittu, di Porto Torres, un talento sul ring, il primo pugile sardo capace di conquistare il titolo italiano dei pesi massimi. “Con Simone mi sto allenando da qualche mese, adesso cominciamo anche con Tore e vedremo se nascerà quel feeling che accompagna pugile e allenatore”. Difficile immaginare un epilogo diverso: “Vedremo, intanto sono due pugili che conoscono perfettamente il ring. La loro storia parla per tutti”, racconta Goddi.

Rilancio. Negli ultimi due anni, soprattutto a causa del Covid, il nuorese, uno abituato a salire sul ring almeno sei-sette volte all’anno, ha combattuto appena due volte. Sono stati anni difficili, vissuti tra le difficoltà di allenarsi a regola d’arte e le critiche di chi l’ha dato per spacciato. “Le ho sentite tutte, ma io voglio rispondere sul ring”, dice Goddi. “In tutto quello che faccio ci metto sempre la faccia, e così sarà anche questa volta”. La storia di Goddi è questa: è rimasto due anni lontano dal ring, proprio nel momento in cui stava rilanciando le sue ambizioni, quando insieme al suo procuratore Alessandro Cherchi stava progettando il ritorno sulla scena che conto. Adesso, ci riprova. Partendo dalla sfida con Ivan Zucco. “Sarà un match duro, ma io non mi tiro mai indietro sul ring. Prima di quell’incontro ci sarà un match di avvicinamento al titolo. Ho ancora tanto da dare al pugilato, questo sport è una parte fondamentale della mia vita”.

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