I catastrofisti sono stati accontentati. L’uso della tanto controversa Intelligenza artificiale si sta espandendo a macchia d’olio, minacciando di stravolgere ogni settore, tanto da aver invaso anche il delicato comparto delle assicurazioni auto. 

L’allarme dall‘Aiped, l’Associazione italiana periti estimatori danni, sicuramente dividerà la platea degli automobilisti: il pericolo, secondo i professionisti del settore, è infatti quello di una progressiva sostituzione della valutazione umana con un’automatizzazione delle procedure di risarcimento. Tutto ciò porterebbe, sempre secondo le previsioni dell’Aiped, a stime non accurate, rimborsi insufficienti e soprattutto polizze sempre più care.

«L’Intelligenza Artificiale sta progressivamente sostituendo l’attività sul campo dei periti assicurativi», conferma l’associazione, che non a caso ha portato il caso sul tavolo del Governo (tramite la controllata Consap). «Si è trattato di un incontro positivo e proficuo nel quale, spiegano da Aiped, c’è stata la disponibilità e l’apertura della Consap nei limiti dei propri poteri ad approfondire le istanze formulate dai periti a tutela della categoria».

Pericoli

Sono diverse le criticità denunciate da Aiped e dalle altre associazioni peritali: «Oggi si assiste ad un vero stravolgimento del concetto di perizia», ha denunciato il presidente Aiped, Luigi Mercurio. «L’utilizzo sempre più diffuso dei sistemi da remoto, perizie in authority, videoperizie e addirittura il crescente ricorso alla IA (intelligenza artificiale) da parte delle compagnie di assicurazioni pone seri dubbi sulla compatibilità di tali modalità operative con il quadro normativo che consente la stima del danno solo ai periti iscritti al ruolo». 

Insomma, in pochi anni, questa la denuncia degli esperti, le modalità utilizzate nell’esercizio dell’attività peritale stanno degenerando: «Si segnalano perizie svolte con la collaborazione di rider che ispezionano i veicoli quando non sono i danneggiati a farlo utilizzando il proprio smartphone. Tutte condotte che rischiano di snaturare il ruolo del perito e della perizia nel mercato assicurativo».

Verso il caos

Il ciclone che sta investendo il mercato assicurativo è di sicuro di portata storica. E ci sarà di certo qualcuno che dirà: «Finalmente!», visto che troppo spesso le compagnie assicurative sono state accusate, specie a cavallo della pandemia, di non abbassare le tariffe con la stessa velocità con cui vengono invece aumentate.

Eppure, l’Aiped assicura che il peggio potrebbe ancora arrivare se non si dovesse arrestare questa deriva tecnologica. «Si aggiungono le sempre maggiori concentrazioni di incarichi peritali a società di gestione dei sinistri, che sta evidenziando gravi criticità anche per l’esistenza di sempre maggiori vincoli cui è sottoposto nelle proprie valutazioni il perito in un quadro sconfortante che rischia di snaturarne il ruolo». «I pericoli di tali cambiamenti non sono solo per gli operatori del settore, ma anche per i cittadini e gli assicurati: una perizia svolta da remoto o tramite IA, oppure condotta da operatori non qualificati, non consente di accertare con precisione la complessità di un danno da sinistro stradale. Questo significa che, in caso di sottostima dei danni, l’assicurato riceverà un risarcimento inferiore a quello cui avrebbe diritto. In caso di sovrastima, invece, la compagnia subirà un maggiore costo che sarà scaricato sugli utenti finali attraverso un incremento delle tariffe Rc auto, che negli ultimi mesi, come certifica anche l’Istat, hanno ripreso a crescere».

L’appello alle istituzioni si trasforma così in una richiesta urgente: «È fondamentale quindi che la perizia sia il risultato delle attività di accertamento, di analisi e di valutazione al fine di certificare la migliore tecnica riparativa, la qualità delle riparazioni a regola d’arte, la sicurezza per l’automobilista, la giusta quantificazione del danno», conclude Luigi Mercurio.

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