Un luogo perfetto, un contesto e un’atmosfera ideali. La prima edizione dell’Hippie music day, che si è tenuta domenica 3 settembre al parco di Santa Maria Sibiola, a Serdiana, ha raggiunto i suoi obiettivi lasciando in chi ha partecipato sensazioni così positive da non vedere l’ora che arrivi il prossimo anno per poterle rivivere.

Dalle 10 del mattino sul palco di 120 metri quadri perfettamente attrezzato e governato da tecnici capaci si sono alternate 18 cover band che hanno ripercorso parte delle memorabili quattro giornate che tra il 15 e il 18 agosto del ’69 consegnarono alla storia il festival di Woodstock, uno degli eventi musicali (e non solo) più significativi della storia.

Come accadde 54 anni fa, l’Hippie music day si ispirava ai valori di peace & love che caratterizzavano la cultura hippie. E le 10mila persone di tutte le età che sino a tarda sera hanno affollato il parco attorno alla bellissima chiesa romanica sono sembrate unite da una contagiosa energia positiva, poco influenzata dalle temperature torride che hanno caratterizzato la giornata.

Come Woodstock, il festival di domenica è stato una fiera della musica e delle arti, con l’aggiunta di buon artigianato e buon cibo perché siamo in Sardegna e questo è il nostro marchio. “Ci siano limitati a copiare la natura”, ha detto Valentina Meloni, una delle organizzatrici. “In questo posto c’è parte della nostra biodiversità ed è in luoghi come questo che c’è energia”.

E se l’energia che intende Meloni è quella sensazione di libertà che per qualche ora regala emozioni e aiuta a liberarsi delle quotidiane schiavitù mentali, a Santa Maria di Sibiola c’è stata.

Si è vista tra gli stand dei birrifici locali, nel camion bar dei surfisti che servivano bevande, cibo e sorrisi, tra le decine di artigiani che vendevano prodotti originali, tra gli arrostitori e i paninari, tra i musicisti, i ballerini, i trampolieri, tra i gruppi che hanno steso un telo sotto un albero e lì hanno parlato, riso. Si scorgeva tra gli operatori olistici, durante i seminari, le sedute di yoga della risata e la sfilata hippie e anche nei sorrisi dei bambini, perché la festa era anche per loro.

E tutto è riuscito anche perché l’Hippie music day non è mai stata solo una fiera, un concerto, un evento dal quale ricavare denaro: è stato un sogno di un gruppo di visionari - l’Associazione culturale "Il Giardino degli Orbs" – che prima di tutto voleva regalare e regalarsi gioia.

Bene ha fatto l’Unione dei Comuni del Parteolla a crederci, assieme ai Comuni di Serdiana e di Soleminis e a un gruppo di sponsor privati, perché il territorio si promuove anche (e soprattutto) così.

“Se questa musica a distanza di cinquant’anni è ancora viva e apprezzata da generazioni di persone è perché non è solo note e ritmo ma anche cuore e ideali ed evidentemente tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa”, ha evidenziato Giovanni Solinas, uno degli ideatori della kermesse.

Ed è indubbio che la musica sia stata il fulcro della manifestazione. Dagli Emerson, Like& Palmer a Crosby, Stills, Nash e Young, dai Creedence a Joe Cocker, dagli Who a Joan Baetz, sino agli Eagles e Bob Dylan (sì, a Woodstock non c’erano, ma a Serdiana ci stavano benissimo) è stato un crescendo di decibel e qualità in cui tutti meritano una menzione, ma una speciale va al gruppo di Alida Serra che ha reso giustizia a Janis Joplin come pochi possono fare.

Quando le luci si spengono, a tarda sera, e il pubblico lascia il parco, resta la sensazione di aver preso parte a una terapia collettiva. La musica, i bei luoghi, il buon cibo, i profumi, le attività lente, hanno questo potere. E resta una considerazione da fare: in Sardegna ci sono molti festival di alta qualità che ospitano artisti importanti e che si svolgono in luoghi bellissimi. Ma una manifestazione come queste non c’era. E sarebbe un peccato se non si ripetesse.

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