La bicicletta, quella da corsa, quella che ti riempie di adrenalina quando sei lanciato allo stremo delle forze verso la vittoria, lui la conosce bene. Ha gareggiato come corridore ciclista in tutte le categorie giovanili, sino agli Under 23. Il 16 febbraio del 2019, Orlando Pitzanti non aveva ancora compiuto 19 anni e tutti lo guardavano al via del Trofeo Laigueglia, semiclassica d’apertura del calendario italiano dei professionisti. Era il primo italiano classe 2000, il primo “millennial” a partecipare a una corsa assieme ai Pro. Sembrava un predestinato ma il destino aveva altri progetti per lui. Un brutto incidente in allenamento ha incrinato le sue certezze, la sua carriera ciclistica non è mai ripartita con lo stesso slancio. Meglio smettere.

D’altra parte la sua testa era già in parte assorbita dai libri. Orlando, oggi 21enne, “sestese al cento per cento”, come ama dire, già studiava Scienze Motorie. Dopo sette anni di ciclismo agonistico seguiva altre strade. Oggi studia per diventare preparatore, per portare altri a fare quello che faceva lui. Perché di sicuro l’amore per la bicicletta non è svanito, anzi.

I progetti con la scuola

La bicicletta è gioco, mezzo di trasporto, strumento per competere. Ed è bellissima. Un concetto troppo importante per tenerselo dentro. Pitzanti ha pensato bene che fosse necessario parlarne a tutti, soprattutto a chi ha più voglia di ascoltare: i ragazzi, quelli delle scuole medie, ovviamente di Sestu. “A giugno si è concluso un progetto e c’è la richiesta per farlo nel 2022”, attacca. “Lo abbiamo svolto nella scuola media “Antonio Gramsci” e ha coinvolto 68 bambini di prima media. Non solo, anche gli insegnanti sono stati molto collaborativi, nonostante il corso si sia svolto in orario extracurricolare”. Quasi tutti i bambini hanno la bicicletta che, anche nell’era del gioco tecnologico, dell’azione virtuale, resta con il pallone tra i giochi più amati: “L’obiettivo era insegnare ai bambini come si va in bici non solo da un punto di vista teorico e tecnico ma anche pratico. Come si va in strada, cosa bisogna avere per pedalare in sicurezza, i dispositivi, di sicurezza, le regole da seguire su strada, l’educazione stradale. Una parte teoria e una pratica per insegnare loro le basi per il corretto uso della bicicletta”. “Abbiamo accolto il progetto perché è di fatto un percorso di educazione ambientale attraverso l’uso consapevole della bicicletta, con risvolti utili anche per la sicurezza. Ci farebbe piacere ripetere questa esperienza, il nuovo progetto ha la nostra approvazione e spero che le istituzioni possano reperire i fondi”, aggiunge la professoressa Gloria Atzori, referente sportivo per la scuola, con la quale hanno collaborato anche i docenti di educazione fisica, Wanda Mainas e Antonio Frau.

L'assessora Roberta Recchia consegna caschi e diplomi a fine corso (foto concessa)
L'assessora Roberta Recchia consegna caschi e diplomi a fine corso (foto concessa)
L'assessora Roberta Recchia consegna caschi e diplomi a fine corso (foto concessa)

I bambini sono arrivati sulla loro bicicletta e con il loro caschetto. L’ultimo giorno, grazie all’intervento del Comune, e alla presenza dell’assessora ai beni culturali Roberta Recchia, è stato regalato a tutti un caschetto. In una delle tre giornate dell’ultima settimana è venuta anche la sindaca Paola Secci. “Li ho visti molto interessati anche ad aspetti pratici”, racconta Orlando Pitzanti, che porta lo stesso nome del nonno, il suo più grande tifoso, mancato non molti mesi fa. “Abbiamo insegnato a cambiare la camera d’aria quando bucano, ad esempio. E soprattutto abbiamo lavorato sull’abitudine a usare il caschetto. Abbiamo insegnato loro a utilizzarlo sempre. In realtà nelle prime lezioni non avveniva ma abbiamo constatato che hanno cominciato a usarlo anche successivamente quando usavano la bici in paese”. Niente gare? “Non c’era lo scopo di trovare corridori, volevo che imparassero a usare la bicicletta in sicurezza. Certo, qualcuno mi ha chiesto come fare a proseguire a utilizzarla, magari in modo sportivo”.

Gli alunni che hanno partecipato al corso sull'uso della bici in sicurezza (foto concessa)
Gli alunni che hanno partecipato al corso sull'uso della bici in sicurezza (foto concessa)
Gli alunni che hanno partecipato al corso sull'uso della bici in sicurezza (foto concessa)

La scuola di ciclismo

Già, perché a scuola si può imparare come andare in bicicletta, ma il ciclismo ha una didattica propria. “A Sestu abbiamo appena creato quella che si chiama “Scuola di Ciclismo Sestu Bike”, legata all’omonima società ciclistica che ha lo scopo di far vivere a chiunque il ciclismo”, spiega ancora Orlando, che ha ereditato da suo padre Pietro la passione per le corse ciclistiche. “Nella società, tra i 50 tesserati e più di sessanta appassionati che orbitano attorno, ci sono amatori che fanno le gare, ma soprattutto moltissimi escursionisti. Ogni settimana si organizzano uscite, escursioni periodiche. La squadra fa da punto di riferimento, vogliamo creare il giusto spirito”. Efisio Muscas, senza avere un ruolo definito, è l’anima della società, sua moglie Carola Lai ne è presidente.

Una bimba impegnata\u00A0in un esercizio di guida della bici (foto concessa)
Una bimba impegnata\u00A0in un esercizio di guida della bici (foto concessa)
Una bimba impegnata in un esercizio di guida della bici (foto concessa)

Nel paese, ma un po’ in tutto l’hinterland cagliaritano e nel basso Campidano, la passione per la bici è un fuoco che cova sotto la cenere: “Da ciò che vedo c’è un grande serbatoio giovanile, parlo degli under 12, credo di vedere un buon lavoro per il futuro rispetto al passato”. E Orlando gode di un certo riconoscimento? “Sì”, ammette, “l’ho notato sia per la mia esperienza ciclistica, sia per la mia età. Il fatto di essere giovane consente un approccio più diretto, meno formale, a volte scherzoso, ma anche più produttivo”. L’ultimo messaggio è un concetto già espresso: “Ciò che noi abbiamo sempre promosso, sia durante il corso, sia nella scuola, è la sicurezza. Qualunque cosa un ragazzo voglia fare, strada, sterrato, salite discese, acrobazie, esistono i giusti contesti in cui farli. Dalla bmx alla mountain bike, dalla downhill alla bici da strada, noi possiamo avviarli. Vorremmo essere un punto di riferimento innanzitutto a Sestu, ma anche nel Cagliaritano. Pensiamo in grande”.

© Riproduzione riservata