Le scorpacciate pasquali alle spalle, la prova costume all’orizzonte. Il sentimento di disagio misto a senso di colpa si ripete ogni anno per milioni di italiani, tanto da spingerne in queste settimane circa 16 milioni a iniziare una dieta. Una corsa all’ultimo minuto per rimettersi in forma che farà spendere alle famiglie in sovrappeso circa 14 miliardi di euro. I numeri li ha forniti la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), pronta anche a lanciare l’allarme sulle diete “fai da te”.

A completare il quadro ci hanno pensato anche altre statistiche fornite dall’Italian Barometer Obesity Report, secondo cui in Italia «le persone in eccesso di peso sono più di 25 milioni, e circa 6 milioni di individui, pari al 12% della popolazione, sono a tutti gli effetti obesi, con una incidenza maggiore al Sud (14%) rispetto al 10,5% del Nord-Ovest e del Centro», spiega Sima. «La fine delle festività di Pasqua, assieme al rialzo delle temperature medie e all’avvio della bella stagione, spinge ogni anno una consistente fetta di popolazione a modificare le proprie abitudini alimentari con l’obiettivo di perdere peso e migliorare il proprio aspetto fisico».

Pentimento

La voglia di rimediare ai ripetuti peccati di gola commessi fino a fine aprile è talmente diffusa da contagiare appunto circa 16 milioni (il 27,2% dei residenti) italiani che, al termine dei ponti del 25 aprile e 1 maggio, hanno deciso di iniziare una dieta, generando un business che supera i 14 miliardi di euro. «Tanto vale infatti in Italia il mercato del cibo dietetico, ossia quei prodotti presentati al pubblico come a basso contenuto calorico, con pochi zuccheri o privi di zuccheri aggiunti, senza grassi, ecc. Solo per gli integratori alimentari, la spesa nel nostro paese ha raggiunto i 4 miliardi di euro», aggiunge la società scientifica. «Al tempo stesso si impenna la vendita dei farmaci per la perdita del peso che, a livello globale e secondo i numeri ufficiali, registrano un aumento del +25% solo nel primo trimestre del 2023».

Rischi

I pericoli della globalizzazione mediatica si ripetono anche in questo caso: in un’epoca dove le informazioni sulla salute si moltiplicano, il rischio di intercettare quelle prive di fondamento infatti aumenta esponenzialmente. «Il 75% di coloro che inizieranno una dieta alimentare ricorrerà tuttavia al “fai da te”, reperendo informazioni sul web e modificando le proprie abitudini a tavola senza rivolgersi ad un professionista del settore», afferma il presidente Sima, Alessandro Miani. «Un rischio sul fronte della salute, considerato che una dieta sbagliata e sbilanciata può avere sul nostro organismo ripercussioni serie, che vanno dal semplice affaticamento e mal di testa ai disturbi del sonno, crampi o perdita di massa muscolare, fino a poter causare problemi renali (nel caso delle diete iper-proteiche sbilanciate) e malnutrizione. E non è certo un caso se, in base ai numeri ufficiali, solo in Europa 950mila persone perdono ogni anno la vita a causa di diete alimentari sbagliate e malsane».

«Occorre inoltre ricordare gli ingenti costi sociali determinati dall’alimentazione sbagliata, che incide fino al 10% sulla spesa sanitaria pubblica, con un impatto sulle casse statali di circa 13 miliardi di euro annui», conclude l’esperta.

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