Rinnegate, come parole abusate, melodie divenute nauseabonde. Non è di certo Bono, il frontman degli U2, il primo a rendere manifesto l’odio per (alcune) proprie canzoni. Spesso quelle che il pubblico ama alla follia, pretende he neppure Raf e reclama a gran voce durante i bis. La gente vuole solo i bis, cantavano Elio e le storie Tese. E sono le hit i pezzi più odiati dagli autori. Tutto comiciò quando Robert Plant confessò di avere un problema con Stairway to heaven. Noia, abitudine, rancore. È quanto trapelato dal podcast di Bono che ha gettato nel panico legioni di U2 fans. Come spesso capita il caro dublinese ha sbagliato tempi e modi. Tuttavia definire Vertigo il miglior pezzo della band non contribuisce a dare credibilità all’intera intervista. Una spiegazione semplice e semplicistica è quella del tempo che passa. Se hai più di sessant’anni può farti tenerezza un pezzo scritto a sedici. Una naturale mortalità giovanile non ha esposto alcuni grandissimi artisti alla riflessione senile. Con le dovute eccezioni. Jim Morrison è morto 50 anni fa, ma non avrebbe nulla di cui vergognarsi.

La maturazione personale o spesso un naturale declino artistico, porta a nuove idee, stanchezza, logoramento. I testi, figli del proprio tempo, risultano fuori luogo. Guccini considera l’Avvelenata una canzonetta, e pezzi misconosciuti della sua smisurata produzione capolavori assoluti. Cosa dire di Antenor, dall’album Metropolis? Zucchero Sugar Fornaciari qualche tempo fa ha detto di vergognarsi di cantare Donne. Il motivo sarebbe la triade di du, du, du che segue la prima parola. Punti di vista. Francesco De Gregori ama a tal punto La donna cannone da non eseguirla mai volentieri. L’elenco dei disagi o presunti tali è lungo e articolato. James Hetfield dei Metallica scrisse Nothing else matters pensando alla sua prima fidanzata. Non voleva neppure pubblicarla questa benedetta canzone. Tuttavia il gruppo intuì il potenziale del pezzo e convinse James a inserirlo in Metallica ’91. I Metallica sono la dimostrazione di come si possano eseguire in pezzi scritti a 18 anni considerandoli per quello che sono, ossia parte di un percorso. È accaduto di recente in occasione del quarantennale della band.

In piena epoca grunge Kurt Cobain odiava Smells like teen spirit. Comprensibile quale possa essere il motivo.

Il video era stato trasmesso talmente tante volte su Mtv che Cobain disse: “Mi viene voglia di buttare la chitarra in terra e andare via”. E poi ci sono anomalie difficili da comprendere. Come quella che vede protagonisti i Rem. Michael Stipe odia Shiny happy people. Troppo allegra e diversa da tutte le altre (molto simili) hit del gruppo.

Ma se poi perfino i Radiohead odiano Creep, definendola “spazzatura”, qualcosa vorrà pure dire. Il problema esistre. Liam Gallagher è più chiaro definendo Wonderwall, hit planetaria degli Oasis, una “canzone del ca…”. Ma tornando a Bono, le sue esternazioni hanno fatto tanto clamore in quanto è andato ben oltre le canzoni, sostenendo come non gli piacesse neppure la voce e per finire con il nome del gruppo.

Tuttavia, come hanno fatto notare diversi fan perfino sua eminenza Bono ha qualcosa di cui davvero vergognarsi. Ad esempio Discoteque, oppure l’inno degli Europei di calcio, ad esempio. Oppure proprio Vertigo, non certo Pride, per dire.

E poi ci sono artisti che carezzano allo sfinimento il loro unico (o quasi) grande successo. Di necessità virtù. Come My Sharona dei Knack, un successo incredibile e difficilmente ripetibile. Chissà cosa pensa di questo sconvolgente problema la vera Sharona, fino a poco tempo fa agente immobiliare in California.  E chissà se Anouk odia Nobody’s wife. Solo con questo brano rock la cantante è riuscita ad avere un successo fuori dall’Olanda e quattro dischi di platino con l’album di debutto.

E poi alla fine forse aveva ragione De Andrè. Le canzoni sono come vecchie fidanzate con cui vorresti ancora passare del tempo. Specie se non hai l’obbligo di doverle suonare ogni giorno.

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