La marchesa Pes e Margherita, un’amicizia oltre l’etichetta di corte
Paola Pes di Villamarina fu per più di quarant’anni la dama d’onore della prima regina d’ItaliaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Ho da fare qualche altra cosa?», le domandava sovente la regina madre. Margherita aveva una giornata fitta di impegni, che cominciava con la lettura della corrispondenza e finiva con le udienze a palazzo, e si fidava soltanto di lei, la sua dama d’onore.
Nata contessa di un casato torinese di grande lignaggio, Paola Rignon sposò il marchese Emanuele Pes di Villamarina e con lui - discendente della nobile famiglia originaria di Tempio Pausania (un ramo della quale si era trasferito a Cagliari) - formò la coppia più influente tra i dignitari chiamati a corte. Un privilegio, quello dei coniugi del casato gallurese, suggellato il 22 aprile 1868, il giorno in cui la principessa Margherita di Savoia Genova andò in sposa al cugino primo Umberto, principe di Piemonte ed erede al trono. Fu dopo la fastosa cerimonia di nozze, quando ancora le campane di tutte le chiese di Torino suonavano a festa, che i due aristocratici vennero nominati dama e cavaliere d’onore, prima e seconda tra le cariche più importanti a palazzo. Erano passati cinquant’anni da quando il tempiese Giacomo Pes di Villamarina, governatore e ministro, fu insignito del titolo di viceré del Regno di Sardegna. Ora, quel patto di fedeltà dei nobili tempiesi - che d’altronde avevano sempre avuto una grande influenza alla corte cagliaritana dei Savoia - veniva definitivamente consacrato.
Margherita aveva solo diciassette anni quando il re Vittorio Emanuele II decise che la prima regina d’Italia dovesse essere una Savoia di sangue. Non era bellissima, ma il fisico esile e un viso intenso incorniciato dai capelli biondi le conferivano una grazia particolare. In attesa di generare e partorire un figlio maschio, la principessa venne subito chiamata a un compito importante: formare una corte degna delle grandi dinastie europee e cancellare così l'immagine piuttosto provinciale che pesava sul casato sabaudo. Lasciata Torino, il 30 aprile del 1868 i reali si trasferiscono a Firenze, capitale del regno d’Italia e, dopo Napoli, dove venne alla luce l’11 novembre 1869 l’erede Vittorio Emanuele III - i principi si stabilirono definitivamente a Roma, al Quirinale, il palazzo pontificio che fino a quel momento aveva ospitato i cardinali in conclave ed era stato frequentato dall’aristocrazia nera.
Considerata la sufficienza con cui i nobili di Roma trattavano i principi, per Margherita non fu un compito facile. Ma, anche grazie alla collaborazione e al savoir faire dei Villamarina, nei dieci anni in cui portò la coroncina di principessa riuscì a riunire a palazzo una cerchia di intellettuali, politici e scienziati che diede il necessario lustro alla corte sabauda.
Un circolo che diventò ancora più raffinato quando, dopo la morte di Vittorio Emanuele II nel gennaio 1878, diventò regina: adempiuti gli impegni ufficiali della giornata, lei che era appassionata di filosofia, greco, latino e religioni orientali discuteva per ore con le personalità più influenti della politica e della cultura. Al suo fianco c’era sempre la marchesa Paola che, come dama d’onore, aveva anche il compito di curare la corrispondenza della sovrana e ricevere, quando Margherita non poteva, le persone che avevano chiesto udienza.
Attorno alla regina c’erano anche le dame di corte, mentre le dame di palazzo - che venivano scelte nei vari capoluoghi fra le famiglie nobili più in vista - avevano il compito di accompagnare la sovrana quando questa faceva visita alla loro città. A Cagliari il titolo andò alla marchesa Marianna Aymerich di Laconi, nata Sanjust di Teulada, nominata nel 1899 quando i Savoia fecero il loro viaggio in Sardegna.
Quello tra Paola Pes di Villamarina e Margherita non era solo un sodalizio di etichetta: era soprattutto un legame d’amicizia, confidenza femminile, sorellanza. Tantissime le lettere che la regina e la sua dama d’onore si scambiavano. «Le udienze di oggi - scrisse Margherita nel dicembre 1882 - mi hanno completamente abbruttita. Fanno parte del mio dovere le visite, ma tutto ciò è ben cretinizzante soprattutto quando si tratta di persone poco interessanti. Non che sia cattiveria la mia, ma mi secca il seccabile». Margherita organizzava al Quirinale balli e ricevimenti con cadenza mensile, e nonostante questo lato frivolo della sua personalità, fu molto amata per le sue iniziative a favore delle donne e degli orfani. Istituì la prima scuola professionale femminile e curò personalmente il programma di finanziamento di diversi istituti che ospitavano i bimbi abbandonati.
Paola di Villamarina resterà accanto alla regina per più di quarant’anni, fino alla morte avvenuta nel 1914.
Fu al fianco della sovrana prima al Quirinale e poi nel palazzo Piombino di via Veneto, dove Margherita si era trasferita nel dicembre del 1900, cinque mesi dopo la morte di re Umberto (ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci) e l’incoronazione del figlio Vittorio Emanuele III. La regina madre abitava al primo piano, mentre la sua dama d’onore risiedeva in una delle tre ville che sorgevano nel giardino di lecci e palme. Le due amiche erano ormai vedove. Il marchese Emanuele Pes - che fu oltretutto l’organizzatore dei primi concerti al Quirinale - morì nel 1891 e per il suo funerale la regina mandò una corona di margherite strette da un nastro d’oro con la scritta Amico fideli .
Mentre al Quirinale Elena di Montenegro inaugurava il basso profilo riducendo le feste alle sole occasioni imposte dal protocollo, la residenza della regina madre divenne il centro della vita mondana. Fino al luglio del 1915, quando Margherita trasformò la sua dimora in ospedale della Croce Rossa, dove per cinque anni vennero curati i reduci di guerra. La regina madre morì nella sua villa di Bordighera il 4 gennaio 1926. Dodici anni dopo la sua dama d’onore.