La Fenice resiste al tempo e al fuoco
È uno dei principali teatri d’opera esistenti al mondo, che si è sempre distinto in Italia e in Europa, fin dalla sua apertura nel 1792, per l’alta qualità della propostaIl teatro La Fenice di Venezia (s. f.)
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Il Gran Teatro La Fenice, uno dei principali teatri d’opera esistenti al mondo, che si è sempre distinto in Italia e in Europa, fin dalla sua apertura nel 1792, per l’alta qualità della proposta artistica e per lo splendore della sua architettura. Fu costruito intorno alla fine del ‘700 per volontà della Società dei Palchettisti, un gruppo di azionisti formata dai cittadini più illustri e agiati di Venezia. Era proprietaria del lussuoso teatro San Benedetto, uno tra i sette teatri più antichi della città, che però dovette cedere, da qui l’idea di costruire un nuovo teatro, più bello e sontuoso di quello perduto e simbolo del suo riscatto finanziario. Dopo aver bandito un concorso pubblico, selezionò tra i progetti proposti quello di Giannantonio Selva. I lavori iniziarono nel 1791 e durarono appena 18 mesi; nell’aprile del 1792 il teatro fu aperto al pubblico e chiamato come lo splendido uccello mitologico. Il giallo, l’azzurro e il rosso sono i colorati dominanti e leggenda che richiama la possibilità di rinascere dalle proprie ceneri sembra essere stata una premonizione del destino dell’edificio, poiché fu spesso distrutto e altrettanto spesso è risorto. Il primo incendio è dell’aprile del 1836, scoppiato per il malfunzionamento di una stufa, durò tre giorni e tre notti: poco o nulla si salvò. La società decise di ricostruirlo affidando l’incarico ai fratelli Meduna, che privilegiarono la destinazione musicale della struttura più che quella teatrale. Si concentrarono sul recupero delle decorazioni dell’atrio e delle sale apollinee. A gennaio 1996 ci fu un altro poderoso incendio, solo nel dicembre del 2003 riapre al pubblico: risorta dalle sue ceneri, vola di nuovo alla sul cielo di Venezia. La visita inizia con l’elegante foyer, unico ambiente davvero originale e dominato da colori tenui, ordine delicato e ricchissimi lampadari di cristallo. Si accede nella sala teatrale, il cuore del teatro e capolavoro in stile rococò: i 174 palchetti che abbracciano lo spazio, impreziositi da luci calde e colori intensi, riportano fedelmente la versione originale. Tra le tappe più belle del teatro c’è il palco reale, che ha una storia evocativa della storia politica della città. Venezia infatti era una delle repubbliche marinare e rimase tale fino al 1797. La massima autorità era il Doge, che aveva un ruolo simbolico di più che di potere. Non c’era bisogno di un palco reale, ma solo palchi uguali per dimensioni e decorazioni. Quando la città si consegnò a Napoleone, anche il teatro si adeguò: la prima loggia imperiale fu costruita nel 1807, per accogliere l’imperatore che assistette alla cantata “Il giudizio di Giove”. I sei palchetti originali furono quindi abbattuti per fare una nuova fisionomia al teatro e per ospitare i nuovi dominatori: gli Austriaci. Almeno fino al 1848, quando Venezia si rese indipendente e fu abbattuta la loggia imperiale per ricostruire i sei palchetti originari, che ebbero vita breve, perché gli Austriaci si riappropriarono della città e del vecchio palco. Nel 1866, Venezia entrò nel regno d’Italia e la loggia imperiale divenne palco reale, con la decorazione arricchita dei simboli sabaudi. L’ambiente è preziosissimo, caratterizzato dai colori oro e rosso. Gli specchi ai lati creano l’effetto galleria che riproduce la particolare vista che si perde all’infinito, tipico dei palazzi veneziani del ‘600 e ‘700. L’opera di inaugurazione, il 16 maggio 1792, fu “I giochi di Agrigento” di Giovanni Paisiello. Scrissero capolavori per il teatro grandissimi nomi che hanno fatto la storia: Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi.
