Volontariato, assistenza a chi soffre. Un cuore d’oro che batte forte per i più bisognosi. L'associazione San Pietro è una realtà che rende ancora più bello Loceri, borgo degli ulivi, culla dell’ospitalità (in paese esistono b&b a decine) e luogo dell’anima. Non solo: quest’anno i militi della solidarietà hanno voluto di più. E voluto lanciare il loro cuore oltre le barriere. In Ogliastra sono così arrivati campioni del mondo di specialità paralimpiche, sodalizi impegnati nell’integrazione delle persone diversamente abili, donne e uomini di buona volontà. «Abbiamo scoperto che un titolo come me “Il cuore oltre le barriere” che all'inizio ci sembrava un po’ banale – osservano il presidente dei volontari Marcello Ladu e il socio storico, ideatore dell’iniziativa, Fabio Angius – è invece molto attinente, e ci porta a pensare al volo e alla leggerezza. Ecco, riflettendo insieme su cosa ci è rimasto da questa giornata, possiamo dire che, insieme a tutti i ragazzi delle associazioni, di Ogliastra In Forma, del gruppo di Dorgali, del Comitato Paralimpico e dei Ladri di Carrozzelle, e di tutti gli altri presenti, abbiamo imparato a volare! È questa la sensazione che ci è rimasta. Di felicità e leggerezza, che abbiamo visto anche negli occhi dei ragazzi. E questo, basta questo per riempirci il cuore».

Viktoria Pistis Shablova, campionessa paralimpica di canoa (foto Pillonca)
Viktoria Pistis Shablova, campionessa paralimpica di canoa (foto Pillonca)
Viktoria Pistis Shablova, campionessa paralimpica di canoa (foto Pillonca)

È stato emozionante sentire parlare a Loceri Viktoria Pistis Shablova, di origini bielorusse ma sarda con cittadinanza italiana, del suo approccio allo sport che non è cambiato con l’incidente che l’ha privata dell’uso delle gambe e di suo padre, morto nello schianto. «Esperienza dolorosissima – ricorda l’atlea – dal punto di vista psichico ma anche fisico. Tuttavia, grazie alla volontà e alla determinazione ho affrontato un nuo punto di partenza. Ho ripreso gli studi e lo sport, nuoto e basket in carrozzina. Nel 2022, grazie al mio allenatore Marco Frau ho conosciuto la canoa. Non ero molto convinta ma ho provato. Dopo un mese ho vinto i campionati italiani e nel 2023 i mondiali in Germania». E poi tanti altri trofei.

Ottavio Demontis, campione del mondo di apnea (foto Pillonca)
Ottavio Demontis, campione del mondo di apnea (foto Pillonca)
Ottavio Demontis, campione del mondo di apnea (foto Pillonca)

«Sono grato alla vita. E ho scoperto che se tu sorridi alla vita lei ti sorride». Questo il messaggio lanciato a Loceri da Ottavio Demontis, nuorese che da bambino sconfisse un tumore e a 22 anni perse una gamba in un incidente in moto. L’atleta non si è rassegnato, adesso è un’apneista di successo anche tra i normodotati, le profondità del mare per lui non hanno segreti. «Ho continuato a coltivare le passioni e ho scoperto che anche con una disabilità si riesce a fare tutto. Vado in palestra, lavoro». E poi c’è il mare. «Lo amo in maniera viscerale. Andavo a pesca, vedevo i pesci in profondità ma non riuscivo a prenderli. Allora ho fatto un corso per imparare a compensare. Divento amico di Umberto Pellizzari. Mi dicono: stai facendo cose straordinarie». E Ottavio Demontis ora è un pluridecorato. Con allori mondiali.

Claudio Secci, presidente regionale del Comitato italiano paralimpico (foto Pillonca)
Claudio Secci, presidente regionale del Comitato italiano paralimpico (foto Pillonca)
Claudio Secci, presidente regionale del Comitato italiano paralimpico (foto Pillonca)

Questi atleti sono l’orgoglio di Claudio Secci, presidente regionale del Comitato italiano paralimpico, che ha ricordato l’importanza dello sporto come veicolo di integrazione per le persone diversamente abili.

Testimonial a Loceri anche Nicola Riva, consigliere di amministrazione del Cagliari calcio, che ha lodato l’iniziativa che lo ha visto ospite nel ricordo del padre Gigi.

Nicola Riva (foto Pillonca)
Nicola Riva (foto Pillonca)
Nicola Riva (foto Pillonca)

Orgogliosi e grati a Loceri per aver posto al centro dell’attenzione nuovamente il tema dello sport e della disabilità anche i ragazzi di Ogliastra In Forma. Rita Concu, la presidente dell’associazione nata a Ilbono per incentivare la pratica sportiva tra i diversamente abili, ha ricordato i primi passi del sodalizio, da lei voluto in quanto madre di un ragazzo autistico, e l’importanza dell’impegno sul fronte dell’integrazione.

L’associazione San Pietro, ospitando atleti e volontari a Loceri, ha colto davvero nel segno. Nata nel 2000, 37 soci attuali, fa protezione civile, antincendio boschivo, ricerca dispersi, si occupa del sociale, offrendo servizio di accompagnamento per visite mediche ed esami a persone anziane, disabili o sole. «Aiutiamo la ricerca – dice Fabio Angius - con le vendite solidali. Organizziamo intrattenimento per grandi e piccoli. La popolazione ci ha sempre sostenuto. Ultimamente ci stiamo occupando di organizzazione di eventi e progetti a livello sociale, che qualifichino l'immagine del nostro paese e ne migliorino la qualità di vita. Abbiamo in programma diverse iniziative».

La prima è stata proprio la giornata della disabilità «nata dal bisogno di affrontare un argomento difficile, per riflettere, educarci, soprattutto le nuove generazioni, ma affrontarlo con serietà e leggerezza, col sorriso. Come d'altra parte in questa giornata ci hanno insegnato i testimonial che abbiamo invitato. Abbiamo individuato e voluto approfondire l'aspetto culturale e sociale attraverso la musica, e fisico attraverso lo sport. L'idea è fare di questa manifestazione un evento ciclico, annuale, con qualche variazione sul tema, sempre nel campo dell'inclusione a tutto tondo, affrontando temi sempre spinosi, come l'immigrazione e altro, che diano un immagine pubblica del nostro Comune di ospitalità e di accoglienza al di là del aspetto turistico. Siamo coscienti che è un percorso non facile, ma siamo decisi ad intraprenderlo». Con il sostegno dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Gianfranco Lecca, e del parroco don Ernest Beroby che hanno fatto gli onori di casa nella giornata in cui tutti, idealmente, hanno potuto lanciare il cuore oltre le barriere.

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