Fanno dei giri immensi, e poi ritornano. Oppure non se n’erano mai andati via? La seconda ipotesi, nel caso del matrimonio di Oliver North e Fawn Hall, piace ai maliziosi. I due protagonisti di questa storia, invece, l’hanno raccontata come un clamoroso ricorso storico, come nelle canzoni di Venditti. In Italia non se li ricorda quasi più nessuno, ma negli Usa North e Hall sono ancora due nomi capaci di evocare ricordi lontani. E non piacevoli.

Oliver North era un tenente colonnello dei Marines, pluridecorato in Vietnam e inserito dal presidente Ronald Reagan (anni Ottanta del secolo scorso) nello staff del Consiglio per la sicurezza nazionale. Fawn Hall era la sua giovane segretaria. Furono coinvolti entrambi nel cosiddetto scandalo Irangate (o Iran-Contras), la vendita clandestina di armi all’Iran per finanziare la lotta dei gruppi che si opponevano al governo comunista del Nicaragua: una vicenda che, tra il 1986 e il 1987, fece addirittura vacillare l’amministrazione Reagan. All’epoca si parlò di una relazione tra i due, che smentirono. Adesso la novità è che si sono sposati.

Fawn Hall in un'immagine del 2013
Fawn Hall in un'immagine del 2013
Fawn Hall in un'immagine del 2013

A fine agosto 2025 un giudice distrettuale ha celebrato le nozze civili nella contea di Arlington, Virginia. Lui attualmente ha 81 anni, lei 65. La versione ufficiale, sulla nascita di questa passione tardiva, è che i due si sarebbero reincontrati in occasione del funerale della prima moglie di North, nel 2024. Le dichiarazioni di una delle figlie dell’ex Marine, riportate dal New York Times, rivelano però un certo preoccupato stupore: “Io e i miei fratelli non sapevamo che nostro padre avesse una relazione con Fawn Hall”, ha risposto alla richiesta di un commento sul matrimonio, aggiungendo di non aver visto “per decenni” la donna. “Non abbiamo partecipato alle nozze – ha aggiunto – perché non ne sapevamo niente. Ora speriamo che questo non incida sul rapporto con nostro padre, perché lo amiamo e stiamo ancora elaborando il lutto per la perdita di nostra madre”.

Documenti nascosti

North era stato il principale protagonista dello scandalo Irangate, mentre la sua segretaria aveva nella vicenda un ruolo meno rilevante, ma comunque significativo. Aveva ammesso di aver distrutto alcuni documenti compromettenti per proteggere il suo capo, a volte nascondendoli sotto i vestiti per portarli via dagli uffici del Consiglio per la sicurezza. Giovane e di una bellezza vistosa, un passato da modella, era quasi inevitabile che su Fawn Hall si scatenassero i pettegolezzi attorno a una presunta relazione col tenente colonnello. Lui ribadì più volte di non aver mai tradito sua moglie. Ma le accuse di infedeltà coniugale erano per lui molto meno preoccupanti rispetto a quelle legate al caso Iran-Contras.

Di fatto, North finì per pagare per tutti, anche se è difficile credere che potesse aver architettato tutto da solo. Come capita spesso in circostanze simili, lo scandalo era venuto fuori per caso. Un giornale libanese aveva svelato una vendita di armi dagli Usa all’Iran, che doveva servire ad ammorbidire il regime degli ayatollah e favorire il rilascio di alcuni ostaggi americani trattenuti dalle milizie filoiraniane di Hezbollah. Si trattava di un commercio clandestino e illegale, perché violava l’embargo nei confronti di Teheran; e tra l’altro Washington forniva armi già all’Iraq di Saddam Hussein, impegnato nella guerra proprio contro l’Iran. In più venne fuori che i ricavati della vendita venivano utilizzati per finanziare i Contras, violando la delibera del Congresso americano che nel 1984 aveva sancito lo stop al sostegno militare degli antisandinisti in Nicaragua.

Nel novembre del 1986 il presidente Reagan fu costretto ad ammettere pubblicamente i traffici segreti. Ne nacquero un’inchiesta penale e una del Congresso, ma in qualche modo la Casa Bianca riuscì a far ricadere tutta l’attenzione sulla figura di Oliver North. Le sue testimonianze davanti alle commissioni parlamentari, in alta uniforme e con fare risoluto, lo trasformarono in un eroe per l’opinione pubblica di parte repubblicana. Gli furono fatte domande anche per indagare sui suoi rapporti con Fawn Hall, in particolare gli venne chiesto se avesse utilizzato delle somme provenienti da quegli scambi illeciti per fare acquisti in un negozio di lingerie. Lui si difese dicendo che proprio sua moglie gli aveva ricordato che ci era andato per comprare delle calze alle figlie.

Due vite separate

Nel 1989 l’ufficiale fu condannato a due anni di libertà vigilata e 1.200 ore ai servizi sociali per aver distrutto documenti riservati e, tra le altre cose, per aver avuto in regalo un sistema di antifurto del valore di circa 14mila dollari in cambio delle sue attività illecite. Poi però in appello un giudice federale annullò tutto, e nel 1992 l’ex vice di Reagan, George Bush, una volta arrivato alla Casa Bianca decretò un’amnistia per tutte le persone coinvolte nell’Irangate, che aveva sfiorato anche lui. North lasciò le forze armate ma senza negarsi, negli anni, qualche uscita pubblica, di solito alle convention dei repubblicani. La sua segretaria invece uscì dai radar. Ottenne qualche lavoro modesto, ebbe problemi di droga. Sposò Danny Sugerman, ex manager dei Doors, che però morì prematuramente di cancro nel 2005. Impossibile sapere se mantenne qualche contatto con North, o se l’avesse ripreso da qualche tempo. L’ex militare è rimasto con la moglie Elizabeth Stuart fino alla morte di lei, ottantenne, nel novembre del 2024. Dieci mesi dopo il funerale della signora North, il vedovo e la sua ex segreteria sono convolati a nozze, a quasi 40 anni dai fatti che li avevano resi famosi in tutto il mondo, e per la soddisfazione di chi all’epoca aveva immaginato tra i due qualcosa di più di un rapporto di lavoro. Ma loro ormai non devono più rendere conto di niente, i loro segreti non possono più influenzare la vita pubblica negli Usa. E in fondo, non interessano più tanto a nessuno.

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