Le imprese sarde provano a navigare nel mare della digitalizzazione, ma lo fanno ancora con un ritmo troppo lento rispetto al potenziale del territorio e alle necessità di un’economia sempre più esposta alle sfide globali. Nel 2024 sono state 1.161 le aziende isolane che hanno effettuato almeno un investimento in tecnologie digitali, innovazione organizzativa o miglioramento dei processi interni, segnando una crescita minima, pari allo 0,4% rispetto all’anno precedente.

Un incremento che colloca la Sardegna all’ottavo posto nella graduatoria nazionale, guidata dalla Basilicata con un balzo del 3,1% e dalla Sicilia con un +2,4%, a fronte di una media italiana che si ferma al +0,6%, mentre in fondo alla classifica figura l’Umbria con un dato negativo del 2,4%.

I numeri, elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna su dati Istat, offrono una fotografia chiara del livello di digitalizzazione nell’Isola: poco più del 30% delle piccole imprese ha introdotto almeno un’innovazione di prodotto, mentre oltre la metà ha innovato i propri processi produttivi, segnale che le aziende puntano più a rendere efficienti le modalità di lavoro che a lanciare nuove linee di offerta.

Un dato particolarmente critico riguarda gli investimenti nella formazione del personale: appena il 29,3% delle imprese sarde ha destinato risorse a questo capitolo: la regione si piazza al terz’ultimo posto in Italia. A ciò si aggiunge la difficoltà di reperire professionisti con competenze digitali avanzate: il 52,7% di queste figure risulta di fatto introvabile sul mercato locale, percentuale in linea con la media nazionale. Il report segnala anche la presenza di circa 1.200 imprese artigiane con dipendenti che già utilizzano tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale, un segnale incoraggiante ma ancora insufficiente per un salto di qualità diffuso. «Negli ultimi anni le imprese hanno fatto passi avanti, ma il percorso è ancora lungo e servono strumenti per affrontare crisi e nuovi mercati» spiega Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sottolineando l’urgenza di sostenere le aziende in un processo costante di innovazione, ricerca e rinnovamento. La strategia, secondo Meloni, deve essere quella di accompagnare l’intero sistema produttivo verso un modello più efficiente e resiliente, capace di reagire rapidamente a shock economici e cambiamenti improvvisi come quelli a cui stiamo assistendo. La letteratura economica conferma che un’elevata propensione all’innovazione genera ricadute positive su produttività, competitività e crescita: innovare i processi rende le produzioni più snelle e riduce i costi, mentre l’introduzione di nuovi prodotti e servizi stimola la domanda interna e apre spazi sui mercati esteri. Le imprese che scelgono la strada del rinnovamento riescono a differenziare l’offerta, conquistare nuovi clienti e consolidare la propria posizione rispetto ai concorrenti, contribuendo così allo sviluppo complessivo del territorio.

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