Un Piano d'azione per evitare e ridurre il rumore ambientale nel capoluogo della Sardegna. Auto, treni, metro, aerei e navi. Il “rumore veicolare” è una fattore negativo della vita quotidiana dei cagliaritani. Per individuare le zone e gli edifici sensibili, in relazione ai flussi di traffico e alla popolazione esposta, la Città Metropolitana ha commissionato all’agenzia regionale Arpas la mappatura acustica del capoluogo e di alcuni Comuni vicini. L’indagine ha messo in evidenza i quartieri dove l’inquinamento sonoro è più alto e chiesto ai rappresentanti delle amministrazioni comunali i correttivi per abbassare le soglie del frastuono con l’obiettivo di ridurre gli effetti nocivi dell’esposizione al rumore, compreso il fastidio.

La Regione ha individuato la Provincia di Cagliari quale Autorità preposta alla redazione della mappa acustica strategica e ha definito come “Agglomerato” il complesso dei centri abitati dei comuni di Cagliari, Elmas, Assemini, Sestu, Selargius, Monserrato, Quartucciu, Quartu S. Elena, Settimo S. Pietro e Maracalagonis, ricadenti entro i confini dell’attuale Città Metropolitana di Cagliari. In questi anni sono stati predisposti dalla Provincia di Cagliari: la prima redazione della mappa acustica strategica (agglomerati con popolazione >250.000 abitanti); la seconda redazione della mappa acustica strategica e consistente in una revisione della coerenza con i formati richiesti dalla Comunità Europea.

Il fisico dell’Arpas Massimo Cappai spiega il metodo - basato sulla modellistica, calcolando il flusso veicolare e gli orari di treni, aerei, metro, auto e navi con campionamenti statistici notturni e diurni per un anno (dal 2021 al 2022) – che ha portato a individuare le aree critiche della città e valutare l’esposizione dei cagliaritani al rumore. Facendo l’analisi delle rilevazioni, viene alla luce che tra le zone più rumorose, in relazione al numero di abitanti, ci sono via Mameli, via Peretti e la zona dell’ospedale Brotzu, Villanova (dove, nonostante la Ztl sono stati evidenziati alti livelli in via Sonnino e via Alghero) e via Santa Maria Chiara a Pirri. Tra le aree con una criticità moderata ci sono via Dante, viale Marconi e via San Benedetto.

Gli indici di criticità hanno preso in considerazione gli “edifici sensibili” e gli orari. Dalle rilevazione è chiaro che l’Asse Mediano è di gran lunga più “rumoroso” di via Sonnino, dove però vivono o lavorano migliaia di persone. Così come l’inquinamento acustico è limitato in alcuni orari, basta pensare alle scuole aperte solo di mattina, di contro può raggiungere indici rilevanti, nonostante la rilevazione acustica non sia molto elevata, nelle vicinanze di ospedali, istituti scolastici o case di riposo per anziani.

Alberto Sanna, funzionario dell’Ambiente della Città Metropolitana, spiega la fase due del progetto. C’è bisogno della partecipazione di tutti i Comuni e in tempi brevi. «Abbiamo a disposizione un finanziamento da 1,5 milioni di euro per progetti che vanno presentati entro gennaio 2025 alla Comunità europea». Ma in cosa consiste il Piano d’azione che ogni amministrazione deve proporre alla Città metropolitana? Sanna illustra un ventaglio di possibilità, lasciando ampio spazio di manovra ai Comuni. «In ambiente urbano per la riduzione del rumore si può puntare su barriere e asfalto fonoassorbenti e una diminuzione del flusso di mezzi pesanti, una delle soluzioni che, assieme alla riduzione della velocità, con dossi o segnaletica, e alla creazione delle “Zone 30”, ha dato i risultati più soddisfacenti». Le azioni saranno mirate. «Si interverrà prioritariamente dove c’è il maggior numero di persone», precisa Sanna, che poi ha chiesto a Comuni, Arst e Ctm di presentare interventi per puntare sull’abbattimento dell’inquinamento acustico.

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