Forti, giovani, vincenti, finalmente famose. E belle, se dirlo è ancora lecito. Le campionesse azzurre stanno regalando al ciclismo femminile una nuova, forse perfino inedita, età dell’oro. Cresce l’Italia all’interno del ciclismo, cresce il ciclismo femminile nel panorama sportivo internazionale. E, per una volta, anche la Sardegna avrà la possibilità di ritagliarsi un posto da spettatrice in prima fila.

Le stelle azzurre

I successi delle cicliste italiane non sono più una rarità. Anzi. Il tanto celebrato 2021 ci ha regalato successi in serie e il più bello è quello di Elisa Balsamo nel mondiale su strada. A Lovanio, in Belgio, vale a dire in una città universitaria e nella patria del ciclismo: non è un riferimento casuale. La 24enne di Cuneo, che ha un chilometrico palmares, studia Lettere moderne e suona il pianoforte. Il suo passaggio al Festival di Sanremo è un piccolo segnale di come anche queste atlete possano varcare l’ambito strettamente agonistico per essere riconosciute e riconoscibili dal grande pubblico. Certo, vincere aiutare l’Italia - sotto la guida di Dino Salvoldi - ha vinto moltissimo su strada e su pista, a livello giovanile e assoluto in questi anni. Il bronzo di Elisa Longo Borghini a Tokyo (che fa il paio con quello di cinque anni prima a Rio) si aggiunge ai due ori Europei nella staffetta e nella gara in linea Under 23 con Silvia Zanardi, e alle medaglie mondiali su pista: con argento del quartetto dell’inseguimento ci sono gli ori di Martina Fidanza nello scratch e di Letizia Paternoster nella prova a eliminazione. Numeri e risultati da potenza mondiale.

Il podio della gara in linea di Tokyo con\u00A0Elisa Longo Borghini (Ansa)
Il podio della gara in linea di Tokyo con\u00A0Elisa Longo Borghini (Ansa)
Il podio della gara in linea di Tokyo con Elisa Longo Borghini (Ansa)

La corsa verso la parità

Il ciclismo femminile ha preso la ruota di quello maschile. È un po’ come accaduto nel calcio, dove le grandi squadre hanno cominciato a dotarsi di un settore femminile oltre a quello giovanile. L’ultima tra le grandissime è stato il Real Madrid ma, in Italia, la Serie A femminile somiglia sempre più nei nomi e nei simboli, a quella maschile, con tanto di Juventus come squadra di riferimento. Il ciclismo sta facendo lo stesso. Simbolica, da questo punto di vista, la nascita del settore femminile della Uae Emirates: anche il mondo arabo sente la necessità di riconoscere all’universo femminile diritti e opportunità sino a poco fa riservate agli uomini. Come le squadre, anche le grandi corse vogliono dare l’esempio. Le classiche hanno preso l’abitudine di affiancare (come un tempo di faceva con le prove giovanili) all’evento maschile quello riservato alle donne. Perfino la durissima Parigi-Roubaix ha dallo scorso anno una gara femminile. A vincere la prima edizione è stata Dizzi Deignan, recentemente al centro di una bella vicenda. La britannica è rimasta incinta per la seconda volta e la sua squadra (la Trek-Segafredo, una di quelle che hanno il doppio settore, maschile e femminile) ha deciso di rispettare la sua scelta e, anzi, di prolungarle di un anno il contratto.

Il Giro d'Italia Donne 2022 partirà da Cagliari (Bettini Photo)
Il Giro d'Italia Donne 2022 partirà da Cagliari (Bettini Photo)
Il Giro d'Italia Donne 2022 partirà da Cagliari (Bettini Photo)

Premi in crescita

Un altro segnale è arrivato dalla Ronde van Vlaarderen, la corsa più affascinante del mondo che si corre sui “muri” fiamminghi, che da quest’anno avrà lo stesso montepremi (40 mila euro) per la prova maschile e per quella femminile. Anche il Giro d’Italia Donne si è mosso in quella direzione, portando da 50 a 200 mila euro il montepremi della 33a edizione. Una edizione che partirà dalla Sardegna il 30 giugno e resterà nell’Isola sino al 2 luglio, portando all’attenzione degli sportivi sardi il meglio del ciclismo femminile internazionale e facendo brillare la maglia arcobaleno di Elisa Balsamo. Sarà un’edizione ricca, con un’organizzazione che sa di dover competere con il Tour de France, che torna a disputarsi quest’anno e lo fa in grande stile. Un’annotazione, di carattere tecnico. Sia pure su metà distanza (22 ,2 km contro 44,2) l’olandese Annemiek Van Vleuten , medaglia d’oro nella cronometro femminile a Tokyo 2020, ha tenuto sul medesimo percorso una media oraria (43,882) superiore a quella di più di un terzo degli uomini.

In chiusura, un riferimento alla Sardegna che, nel suo piccolo, quest’anno ha visto una ciclista della categoria Juniores, Giorgia Secchi, partecipare ad alcune gare di ciclocross in Belgio, vincendone una. Nel 2021 per la prima volta a Portoscuso si è tentato l’esperimento di far correre da sole le donne che di solito partecipano alle gare amatoriali con gli uomini. Il numero delle partecipanti si è immediatamente impennato. Un piccolo segno di vitalità da coltivare.

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