A qualcuno è costato una crisi d'identità: un'app per gli smartphone che si chiama "Io" ma non ti vuole, nel senso che ti respinge per giorni mentre tenti di registrarti con tutti i dettagli richiesti, è roba per gente dalla personalità piuttosto strutturata. Alla fine, tra i soliti passi falsi che caratterizzano la pubblica amministrazione del Belpaese, ce l'abbiamo fatta un po' tutti: "Io" esistiamo, nel senso che siamo dentro il gregge dell'app figlia di PagoPa (il sistema per versare denaro alla Pubblica amministrazione, hobby poco diffuso dalle nostre parti), e il cashback del 10% (la quota di quanto spendiamo a dicembre che ci sarà restituita dallo Stato, se abbiamo usato denaro elettronico) ci sarà realmente accreditata dopo questa fase sperimentale che riguarda questa parte del mese di dicembre. Già, una parte, perché il via è stato fissato al giorno dell'Immacolata concezione, cioè l'8 dicembre, e gli acquisti fatti nella prima settimana del mese non contano. Poi, da gennaio, il cashback diventerà semestrale. D'altra parte, con questa "edizione straordinaria" del cashback messa in piedi come anticipazione in dicembre, lo Stato vuole premiare chi paga con denaro tracciabile (carta di credito o debito e bancomat) i regali di Natale che acquista.

Molti non l'hanno ancora scoperto, anche se giornali e tv ne parlano: il cashback governativo di dicembre vale al massimo 150 euro, che sarebbe il 10% di 1.500. Però non è vero che, se spendiamo appunto 1.500 euro, ce ne saranno restituiti realmente 150. Perché ci sono un sacco di "dipende", che moltissimi italiani armati di carta di credito o debito e pagobancomat desiderosi di rimborsi ancora ignorano, impegnati - come sono stati - a cercare di registrare i propri tesserini di pagamento elettronico sull'App "Io". Un nome che ha rappresentato, per giorni, una certa solitudine: erano necessari appunto gli elementi io, cioè la persona, e "Io" con la maiuscola, quindi l'app, che però è andata subito in sovraccarico di accessi e ha fatto dannare moltissime persone: non accettava i dati che vi erano immessi. Così, ogni io minuscolo è rimasto solo, e quella maiuscola aveva fin troppa compagnia al punto di intasarsi.

Ora l'app funziona, dopo l'assalto di accessi con Spid (l'identità digitale) e le carte d'identità elettroniche per chi può averla, perché quella di carta non è sostituibile se non è scaduto il documento cartaceo già in nostro possesso: infatti nella sezione "Portafoglio" dell'app compare l'ammontare del credito che abbiamo maturato con i nostri acquisti, anche se talvolta ci vogliono 72 ore (dunque, tre giorni) per veder comparire il cashback aggiornato rispetto a quanto abbiamo già speso.

Però, può accadere che - per quanto riguarda dicembre - si spendano con carte elettroniche più di duemila euro senza riuscire a raggiungere i 150 di rimborso. È l'effetto di quei "dipende" di cui parlavamo prima, che sono molti e condizionano pesantemente l'accumulo di cashback.

Innanzitutto, il rimborso funziona soltanto nei negozi "fisici", quelli veri, e non per gli acquisti on line. Ma almeno questo, detto e ridetto, è entrato nel patrimonio delle conoscenze collettive. Non tutti sanno però che l'agevolazione non funziona per tutti gli acquisti nei negozi: dipende da che cosa si compra. Ad esempio, possiamo pagare il pellett con la carta di credito, ma non ci frutterà nemmeno un centesimo di rimborso da parte dello Stato perché non è inserito nell'elenco del cashback di Stato.

E allora, vale la pena di fare un elenco delle transazioni rimborsabili attraverso l'app "Io". Con un'avvertenza: il massimo che si può ricavare con una singola spesa è di 15 euro. Quindi, se per un acquisto spendiamo più di 150 euro (ad esempio, 230), il cashback sarà comunque di 15 euro. E se ne spendiamo 100, quindi sotto la soglia massima, varrà la percentuale del 10%: ce ne accrediteranno 10.

Dunque, godono del cashback: generi alimentari, farmaci, spese mediche (compresi i pagamenti ai medici specialisti), artigiani e professionisti come meccanici, gommisti, elettricisti, idraulici e ingegneri, che devono essere equipaggiati per i pagamenti con carta anche quando vengono a eseguire lavori al vostro domicilio. Cashback valido anche per abbigliamento, elettrodomestici, elettronica di consumo, bar, ristoranti, parrucchieri, servizi per la cura della persona (centri estetici su tutti) e carburante.

Per tutte queste spese, purché siano fatte in negozi fisici e non su Internet, il cashback del 10 per cento (con un limite di 15 euro a transazione, 1.500 in tutto il mese), vale. Esistono carte di pagamento digitali per le quali non è necessario iscriversi all'app "Io", perché provvedono in nome del cliente: Hype, Yap, Enel x pay, app Postepay e app Bancoposta, SatisPay, Google Pay, Apple Pay, American Express, circuito Maestro, Pagobancomat, Mastercard, Visa e V-pay, app Bancomat Pay, Axepta Bnl, Icrrea e Nexi Pay. C'è anche la Mastercard Postamat, quella in mano ai beneficiari del reddito di cittadinanza, non utilizzabile on line. Non è necessario utilizzare le carte fisiche: funzionano anche quelle digitali registrate su "Io" o che fanno parte dell'elenco precedente.

Il cashback ci sarà accreditato sul conto corrente che avremo indicato su "Io", sul quale digiteremo il codice Iban, e non è necessario farlo se la carta fa parte dell'elenco pubblicato qui sopra.

Dunque, buone feste all'insegna del proverbio "Chi più spende, meno spende" perché ci sono i cashback. Senza dimenticare però le regole, i limiti di rimborso e le tipologie di oggetti e beni che danno diritto al rimborso. Sono spesso gli stessi sui quali l'evasione fiscale è più elevata, e lo Stato non intende premiare chi utilizza carte e bancomat pagando di tasca: vuole invece finanziare l'operazione con l'aumento delle tasse che pagheranno gli evasori, grazie al fatto che noi useremo non denaro contante, bensì elettronico. Quindi, prima di utilizzare la carta di debito o credito o il pagobancomat, preparatevi a qualche sguardo bieco da parte di chi incassa.
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